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legambiente:trasporti per un futuro sostenibile
- Subject: legambiente:trasporti per un futuro sostenibile
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 14 Dec 2001 06:36:21 +0100
da legambiente.it I Trasporti per un Futuro Sostenibile Gli scenari in Italia dopo l'approvazione della "Legge Obiettivo" Le proposte di Legambiente per una nuova politica delle infrastrutture e dei trasporti Roma, Martedì 30 Ottobre 2001 Intorno al tema dei trasporti si gioca una delle partite più importanti che riguardano la capacità dell'Italia di stare al passo con l'Europa e con la sfida della competitività. La domanda di trasporto nei prossimi anni, in particolare di trasporto merci, continuerà a crescere con ritmi che superano la crescita economica, determinando conseguenze rilevanti sul sistema infrastrutturale, sulle città, sull'ambiente. A questa sfida il Governo Berlusconi risponde con la cosiddetta Legge Obiettivo approvata pochi giorni fa dal Parlamento, che rilancia la "filosofia" delle grandi opere e introduce una "deregulation" molto spinta che col pretesto di accelerare le decisioni rischia di svuotare ogni criterio di controllo e di salvaguardia ambientale. Legambiente ritiene invece che vadano affrontati i problemi strutturali del nostro sistema dei trasporti, a partire dallo squilibrio a vantaggio del trasporto su gomma, e che ci sia bisogno di una politica dei trasporti che guidi la scelta degli interventi e selezioni le priorità. Da questo punto di vista la Legge Obiettivo è una occasione sprecata, soprattutto perché non entra nel merito delle scelte da compiere e incentra l'attenzione esclusivamente sulle procedure e sulla "trovata" di affidare al Governo centrale il compito di individuare, anno per anno, la lista delle opere che usufruiranno della norma straordinaria. La verità è che il nostro ritardo rispetto agli altri Paesi europei sviluppati non è solo nella arretratezza, nel degrado e nello squilibrio della rete infrastrutturale, ma anche nella cultura che sta dietro le soluzioni proposte per i problemi. Del resto, proprio i trasporti hanno rappresentato uno dei grandi fallimenti del Centrosinistra, per totale mancanza di una politica chiara e di coraggio nell'innovare. Di positivo, in 5 anni di governi di centro sinistra, si ricordano l'avvio della liberalizzazione nel trasporto merci ferroviario, l'approvazione della Legge Merloni, gli stanziamenti per la Legge 211/92, mentre il Piano Generale dei Trasporti varato a fine legislatura si è rivelato un ennesimo "atto mancato": un documento privo di "spina dorsale", di parole chiare sugli obiettivi da raggiungere, poco più di un elenco di opere. L'obiettivo di Legambiente è di avviare un confronto sui contenuti della Legge Obiettivo, sugli scenari che determinerà, sulle nostre contro-proposte. Il primo punto da sottolineare è che la Legge Obiettivo prepara un ulteriore rafforzamento dell'attuale squilibrio modale. Lo scenario che si apre è quello di un rilancio in grande della costruzione di nuove autostrade, con investimenti che si stanno mettendo in moto per oltre 100mila miliardi che potrebbero arrivare a realizzare 2.000 km di nuovi tratti autostradali. Investimenti concentrati per oltre due terzi nell'area settentrionale del Paese, proposti in larga parte da società concessionarie e investitori privati. Nessun paragone in fatto di investimenti con quanto sarà realizzato sulla rete ferroviaria, dove la rete dell'Alta Velocità sconta ritardi rilevanti, il tracciato Torino-Milano-Napoli sarà completato solo nel 2007, per un progetto il cui costo è lievitato fino a 47mila miliardi, mentre il potenziamento e l'adeguamento della rete nazionale merci e passeggeri viaggia a ritmi lentissimi. Lo scenario prevedibile è quindi un ulteriore aumento dello squilibrio nei confronti della gomma, in grado di rispondere alla crescita della domanda di trasporto, un aumento dei consumi energetici con un innalzamento del fabbisogno di petrolio e un inevitabile contributo alla crescita delle emissioni di CO2 in controtendenza rispetto agli obiettivi di Kyoto. In conseguenza della Legge Obiettivo verranno realizzate opere fuori da vere valutazioni strategiche di utilità. Ogni anno il governo stilerà una lista delle opere "di serie A", inevitabilmente viziata dalle pressioni di Ministri e Regioni e dall'influenza di interessi economici e localistici. Del resto lo si vede già oggi: autostrade come la Brescia-Milano, la Pedemontana Lombarda e Veneta, la Valtrompia e la Valdastico, che in queste settimane si deciderà se inserire nell'elenco, hanno come obiettivo di rispondere a una domanda concentrata su una parte ridotta del territorio e della rete stradale. Non modificano, anzi contribuiscono ad aggravare lo squilibrio modale e territoriale. La nostra contrarietà all'impianto della Legge Obiettivo è dunque radicale. Condividiamo l'esigenza di snellire i temi delle procedure decisionali, ma la "fretta" non può diventare l'unico criterio di azione. Inoltre, la Legge Obiettivo ha un impianto fortemente centralista, fortemente contraddittorio con la riforma federalista in atto, e guarda alla compatibilità ambientale come ad un vincolo fastidioso da rendere il più inoffensivo possibile. Insomma, è una legge nata vecchia, che rischia di complicare ancora di più la situazione dei trasporti italiani. A questa impostazione, Legambiente oppone le sue proposte per una politica dei trasporti veramente efficace e innovativa. Noi crediamo che il sistema dei trasporti italiano necessiti nel prossimo decennio di investimenti per almeno 150mila miliardi, e che però gli interventi da mettere in campo debbano ispirarsi ad obiettivi precisi: ridurre lo squilibrio modale potenziando in particolare il trasporto ferroviario e il cabotaggio. Questa direzione di marcia conviene in termini ambientali, in termini di consumi energetici, in termini di efficienza del sistema. Ed è obbligata se si vogliono accorciare le distanze, oggi abissali, tra l'Italia e il resto dell'Europa.
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