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augusta stato di allarme
- Subject: augusta stato di allarme
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 02 Dec 2001 08:41:30 +0100
dal salvagente di venerdi30 novembre 2001 ---------------------------------------------------------------------------- ---- Augusta, stato di allarme Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo industriale in provincia di Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria. Per stabilire se l'alto numero di neonati affetti da serie anomalie sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso d'inquinamento ambientale. Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: chi di loro è responsabile dell'abnorme aumento di neonati malformati che nascono nel triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli? E si tratta di un solo fattore o dell'incrocio fra rischi diversi, per di più protratti nel tempo? ---------------------------------------------------------------------------- ---- Augusta, stato di allarme Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo industriale in provincia di Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria. Per stabilire se l'alto numero di neonati affetti da serie anomalie sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso d'inquinamento ambientale. Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo industriale in provincia di Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria. Per stabilire se l'alto numero di neonati affetti da serie anomalie sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso d'inquinamento ambientale. Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: chi di loro è responsabile dell'abnorme aumento di neonati malformati che nascono nel triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli? E si tratta di un solo fattore o dell'incrocio fra rischi diversi, per di più protratti nel tempo? Le risposte sono ancora incerte, ma i fatti sono, purtroppo, certissimi: in provincia di Siracusa, dove c'è un'alta densità di industrie chimiche, da anni si registra una percentuale impressionante di neonati affetti da ipospadia, un'anomalia congenita dell'apparato genitale maschile. "Stiamo accertando se si possono ravvisare gli estremi del reato", conferma Roberto Campisi, procuratore capo di Siracusa, che da mesi sta indagando per far luce sull'eventuale rapporto di causalità tra l'inquinamento ambientale e il crescente numero di malformazioni congenite. La settimana scorsa la commissione sanitaria, istituita dalla procura siracusana, ha consegnato i risultati epidemiologici dell'indagine avviata per accertare la causa di quelle anomalie che affliggono soprattutto i nati all'ospedale di Augusta. "Posso solo aggiungere - prosegue Campisi - che nella zona a nord della provincia, proprio dove sono localizzate le emissioni industriali, si riscontra un elevato tasso di neonati deformi". Anche se ancora non ci sono conferme scientifiche, l'inquinamento ambientale potrebbe essere la causa dell'insorgenza di quelle patologie. Dati allarmanti L'allarme era scattato a gennaio, quando Giacinto Franco, primario di pediatria all'ospedale Muscatello di Augusta, aveva fornito i dati dei nati deformi nel 2000. Lo scorso anno il 5,6 per cento dei bambini nati nel nosocomio augustano riportava difetti congeniti. Un dato impressionante, se confrontato con le percentuali tollerate dall'Oms, Organizzazione mondiale della sanità, che fissa nel 2 per cento la soglia d'allarme. "Purtroppo quella percentuale non è un valore statistico isolato. Se viene confrontato storicamente emerge un quadro preoccupante", conferma Anselmo Madeddu, direttore sanitario dell'Asl 8 di Siracusa e responsabile del registro territoriale delle patologie. Nell'ultimo decennio, sul registro delle patologie è stato riscontrato un crescente aumento delle malformazioni congenite. "I nostri dati - prosegue Madeddu - sono precisi e localizzati. Nella statistica, infatti, rientrano solo le partorienti residenti ad Augusta e quelle donne augustane che hanno scelto un altro ospedale per partorire. Nella percentuale non rientrano quindi le madri che pur avendo partorito al Muscatello non risiedono ad Augusta". Negli ultimi cinque anni la media di nascituri deformi è stata del 3,3 per cento, con picchi del 5,6 nel 2000 e il valore per l'anno in corso (dato atteso 4,5 per cento) non fa ben sperare. Le percentuali, quindi, parlano chiaro: nel triangolo Augusta-Priolo-Melilli sono ampiamente al di fuori della soglia d'allarme stabilita dall'Oms. Minacce chimiche? Spiega Madeddu: "In tutta la provincia si riscontrano tra i neonati difetti al setto interventricolare. All'ospedale di Augusta le malformazioni più ricorrenti sono le ipospadie e le epispadie, cioè il mancato o incompleto sviluppo dell'uretra maschile, che richiede un intervento chirurgico per ricostruire il canale urinario. Anche se il nesso di causalità è da dimostrare, è lecito il sospetto di una qualche correlazione con l'inquinamento industriale". L'alto tasso di ipospadie sembra sia stato confermato anche dai periti medici della procura. L'insorgenza di questo difetto congenito potrebbe essere di natura multifattoriale. È possibile, quindi, che una predisposizione genetica del nascituro possa essere aggravata dalle condizioni di inquinamento ambientale. Salvatore Meli, primario di chirurgia pediatrica presso l'ospedale di Catania fino al 1998 e tuttora responsabile del Registro siciliano delle malformazioni, punta il dito contro gli agenti teratogeni, ovvero contro quelle sostanze farmacologiche e industriali con le quali le gestanti di Augusta sono entrate in contatto durante la gravidanza. "Nel triangolo petrolchimico si respira di tutto: dai gas inquinanti alle polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio", spiega. "Le varie commissioni conoscitive, compresa quella voluta nel febbraio del 2000 dall'allora ministro dell'Ambiente Willer Bordon, hanno tutte confermato l'alto tasso di patologie malformative. Adesso bisogna avviare un'indagine sperimentale per accertare scientificamente e legalmente, il rapporto causale ambiente-malformazioni congenite". Non è difficile immaginare che l'alta concentrazione di industrie petrolchimiche nell'area di riferimento abbia determinato negli anni un'alterazione genetica nella popolazione. D'altronde, nel rapporto presentato dall'ex ministro della Sanità, Rosi Bindi, nel luglio del 1999, si legge: "Le malformazioni congenite rappresentano uno dei più precoci indicatori biologici per la tossicità di inquinanti ambientali e di nuovi farmaci. Rispetto ai tumori, infatti, che hanno una latenza di anni, il controllo delle malformazioni congenite fornisce indicazioni nell'arco di 6-8 mesi dall'evento causale".
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