augusta stato di allarme



dal salvagente di venerdi30 novembre 2001

   
    
 
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Augusta, stato di allarme 

 
 Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo
industriale in provincia di Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria.
Per stabilire se l'alto numero di neonati affetti da serie anomalie sia
dovuto in tutto o in parte al forte tasso d'inquinamento ambientale.
Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui
tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: chi di
loro è responsabile dell'abnorme aumento di neonati malformati che nascono
nel triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli? E si tratta di un solo
fattore o dell'incrocio fra rischi diversi, per di più protratti nel tempo?


    
     
 
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Augusta, stato di allarme 
 
Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo
industriale in provincia di Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria.
Per stabilire se l'alto numero di neonati affetti da serie anomalie sia
dovuto in tutto o in parte al forte tasso d'inquinamento ambientale.



 
Nella città, che insieme a Priolo e Melilli costituisce il triangolo
industriale in provincia di
Siracusa, è in corso un'indagine giudiziaria. Per stabilire se l'alto
numero di neonati affetti
da serie anomalie sia dovuto in tutto o in parte al forte tasso
d'inquinamento ambientale.

Gas inquinanti, emissioni legate alla raffinazione di idrocarburi, reflui
tossici, polveri di metalli pesanti come il nichel e il vanadio: chi di
loro è responsabile dell'abnorme aumento di neonati malformati che nascono
nel triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli? E si tratta di un solo
fattore o dell'incrocio fra rischi diversi, per di più protratti nel tempo?
Le risposte sono ancora incerte, ma i fatti sono, purtroppo, certissimi: in
provincia di Siracusa, dove c'è un'alta densità di industrie chimiche, da
anni si registra una percentuale impressionante di neonati affetti da
ipospadia, un'anomalia congenita dell'apparato genitale maschile. 
"Stiamo accertando se si possono ravvisare gli estremi del reato", conferma
Roberto Campisi, procuratore capo di Siracusa, che da mesi sta indagando
per far luce sull'eventuale rapporto di causalità tra l'inquinamento
ambientale e il crescente numero di malformazioni congenite. 
La settimana scorsa la commissione sanitaria, istituita dalla procura
siracusana, ha consegnato i risultati epidemiologici dell'indagine avviata
per accertare la causa di quelle anomalie che affliggono soprattutto i nati
all'ospedale di Augusta.
"Posso solo aggiungere - prosegue Campisi - che nella zona a nord della
provincia, proprio dove sono localizzate le emissioni industriali, si
riscontra un elevato tasso di neonati deformi".
Anche se ancora non ci sono conferme scientifiche, l'inquinamento
ambientale potrebbe essere la causa dell'insorgenza di quelle patologie.

Dati allarmanti
L'allarme era scattato a gennaio, quando Giacinto Franco, primario di
pediatria all'ospedale Muscatello di Augusta, aveva fornito i dati dei nati
deformi nel 2000. Lo scorso anno il 5,6 per cento dei bambini nati nel
nosocomio augustano riportava difetti congeniti. Un dato impressionante, se
confrontato con le percentuali tollerate dall'Oms, Organizzazione mondiale
della sanità, che fissa nel 2 per cento la soglia d'allarme. "Purtroppo
quella percentuale non è un valore statistico isolato. Se viene confrontato
storicamente emerge un quadro preoccupante", conferma Anselmo Madeddu,
direttore sanitario dell'Asl 8 di Siracusa e responsabile del registro
territoriale delle patologie. Nell'ultimo decennio, sul registro delle
patologie è stato riscontrato un crescente aumento delle malformazioni
congenite. "I nostri dati - prosegue Madeddu - sono precisi e localizzati.
Nella statistica, infatti, rientrano solo le partorienti residenti ad
Augusta e quelle donne augustane che hanno scelto un altro ospedale per
partorire. Nella percentuale non rientrano quindi le madri che pur avendo
partorito al Muscatello non risiedono ad Augusta".
Negli ultimi cinque anni la media di nascituri deformi è stata del 3,3 per
cento, con picchi del 5,6 nel 2000 e il valore per l'anno in corso (dato
atteso 4,5 per cento) non fa ben sperare. Le percentuali, quindi, parlano
chiaro: nel triangolo Augusta-Priolo-Melilli sono ampiamente al di fuori
della soglia d'allarme stabilita dall'Oms.

Minacce chimiche?
Spiega Madeddu: "In tutta la provincia si riscontrano tra i neonati difetti
al setto interventricolare. All'ospedale di Augusta le malformazioni più
ricorrenti sono le ipospadie e le epispadie, cioè il mancato o incompleto
sviluppo dell'uretra maschile, che richiede un intervento chirurgico per
ricostruire il canale urinario. Anche se il nesso di causalità è da
dimostrare, è lecito il sospetto di una qualche correlazione con
l'inquinamento industriale". L'alto tasso di ipospadie sembra sia stato
confermato anche dai periti medici della procura. L'insorgenza di questo
difetto congenito potrebbe essere di natura multifattoriale. È possibile,
quindi, che una predisposizione genetica del nascituro possa essere
aggravata dalle condizioni di inquinamento ambientale.
Salvatore Meli, primario di chirurgia pediatrica presso l'ospedale di
Catania fino al 1998 e tuttora responsabile del Registro siciliano delle
malformazioni, punta il dito contro gli agenti teratogeni, ovvero contro
quelle sostanze farmacologiche e industriali con le quali le gestanti di
Augusta sono entrate in contatto durante la gravidanza. "Nel triangolo
petrolchimico si respira di tutto: dai gas inquinanti alle polveri di
metalli pesanti come il nichel e il vanadio", spiega. "Le varie commissioni
conoscitive, compresa quella voluta nel febbraio del 2000 dall'allora
ministro dell'Ambiente Willer Bordon, hanno tutte confermato l'alto tasso
di patologie malformative. Adesso bisogna avviare un'indagine sperimentale
per accertare scientificamente e legalmente, il rapporto causale
ambiente-malformazioni congenite". 
Non è difficile immaginare che l'alta concentrazione di industrie
petrolchimiche nell'area di riferimento abbia determinato negli anni
un'alterazione genetica nella popolazione. D'altronde, nel rapporto
presentato dall'ex ministro della Sanità, Rosi Bindi, nel luglio del 1999,
si legge: "Le malformazioni congenite rappresentano uno dei più precoci
indicatori biologici per la tossicità di inquinanti ambientali e di nuovi
farmaci. Rispetto ai tumori, infatti, che hanno una latenza di anni, il
controllo delle malformazioni congenite fornisce indicazioni nell'arco di
6-8 mesi dall'evento causale".