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marcia contro il ponte 8 dicembre appello




Subject: marcia contro il ponte 8 dicembre appello

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APPELLO PER LA MARCIA DELLO STRETTO



La Marcia dello Stretto di Messina, promossa mercoledì  8 dicembre  (raduno
ore 10,00 a  piazza Cairoli, Messina) da associazioni, coordinamenti,
comitati di cittadini, partiti, socialforum, sindacati di base, si ispira
ad un modello di società basato su principi ecosostenibili  e solidali e
intende difendere la ricchezza paesistica, ambientale e naturalistica del
mare e delle terre tra Calabria e Sicilia,  di un luogo unico nella storia
e nella cultura del Mediterraneo



In questa zona ad levato rischio sismico e dai precari equilibri
urbanistici e territoriali, i Governi succedutisi in questi trenta anni
hanno proposto la realizzazione di un ponte che collegasse le due sponde
dello Stretto. Un ponte che, secondo l’ultimo progetto voluto dal Governo
Berlusconi, deve essere ad unica campata della lunghezza di 3.300 metri,
con doppio impalcato stradale e ferroviario, per un costo prudenziale
stimato, oggi, in circa 5 miliardi di euro.



La scelta governativa è stata imposta ai cittadini italiani e alle città di
Messina e Villa San Giovanni, sfruttando i meccanismi antidemocratici di
semplificazione e accelerazione delle procedure della cosiddetta Legge
Obiettivo (L. n. 443/2001), che prevede in tutta Italia la realizzazione
(senza alcuna seria analisi degli impatti ambientali e del calcolo
costi/benefici per la comunità) di oltre 250 interventi per una spesa
complessiva preventivata di 125 miliardi di euro ed elevatissimi costi
ambientali e sociali.



Il governo lancia una sfida avventata e distruttiva che noi raccogliamo con
la Marcia per lo Stretto promossa per mercoledì 8 dicembre. Perché
riteniamo che questa sia una sfida sbagliata:



- per il progresso tecnologico. Non esiste ponte al mondo, stradale e
ferroviario, ad unica campata che superi i 1.100 metri. Allo stato attuale
delle conoscenze un ponte ad unica campata di 3.300 metri di lunghezza,
come quello voluto dal Governo, potrebbe essere costruito solo tra 100 anni.



- per i conti pubblici. Stime ufficiali prevedono che il traffico stradale
previsto nel 2032 sia di soli 18.500 autoveicoli al giorno, quando (se
davvero si volesse ripagare il ponte con i pedaggi) bisognerebbe garantirne
perlomeno 100.000, con le conseguenze prevedibili per le aree urbane di
Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria; il traffico ferroviario è
modesto ma le FS dovranno pagare una gabella annua, quando il ponte andrà
in esercizio, di 138 milioni di euro per contribuire a ripagarlo e per
garantirne gli elevatissimi costi di gestione.



- per l’economia del Sud. I 5 miliardi iniziali e i 138 milioni l’anno, per
oltre 40 anni, potrebbero essere meglio impiegati per il potenziamento e
l’ammodernamento delle reti stradali e ferroviarie siciliane e calabresi,
per la ristrutturazione degli scali portuali e aeroportuali e per
incentivare il trasporto via mare e aereo di merci e passeggeri;



- per il lavoro nel Mezzogiorno. L’occupazione temporanea nei 7 anni di
cantiere, stimata dal Governo,  è gonfiata  del 100%  e sarà richiesta
manodopera ad alta specializzazione   che escluderà  le maestranze locali
mentre si nasconde che, a regime, verranno tagliati centinaia di posti di
lavoro tra gli addetti del traghettamento.



- per l’ambiente- Con opere, cantieri, discariche e cave si devasta un
habitat unico nel Mediterraneo per la ricchezza della biodiversità e 11 tra
siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale, tutelate
dall’Europa; la qualità della vita di decine di migliaia di cittadini che
vivono sulle due sponde, sarà compromessa definitivamente.



- per  il territorio. Dicono  che il ponte reggerà sismi anche elevati, ma
solo il 25 % delle case di Messina e Reggio Calabria sono in sicurezza
antisismica. In caso di terremoto, le due città si trasformerebbero in due
cimiteri.



Noi rispondiamo all’avventurismo del Governo chiedendo con la Marcia dello
Stretto del 8 dicembre di: 1) bloccare la gara del General Contractor,
indetta senza che siano state garantite le semplici regole della
concorrenza e le norme sulla Valutazione di impatto ambientale; 2)
impiegare i 5 miliardi di investimento per il ponte per adeguare e
potenziare invece le infrastrutture esistenti in Calabria e Sicilia; 3)
cancellare l’aiuto di Stato di 138 milioni di euro, garantito attraverso
RFI, alla Stretto di Messina SpA; trasformare la Stretto di  Messina SpA,
4) trasformare la Stretto di Messina S.p.A. costituita per realizzare il
ponte, in una società per la promozione delle infrastrutture realmente
utili al Sud.



NO AL PONTE



Arci  Sicilia

Arci  Circolo Thomas Sankara

Associazione Mediterranea per la Natura

Agire Solidale

Cariddiscilla

Comitato Cittadini contro il ponte

Comitato la Nostra Città

CUB Messina

Federazione dei Verdi

Italia Nostra Onlus

Legambiente Onlus

Lega Italiana Protezione Uccelli            

Messina Social Forum

Polisportiva Movimento non Violento

Rifondazione Comunista

Sezione Gramsci - DS

Sinistra ecologista

Tra Scilla e Cariddi

Vince Messina

WWF Italia Onlus





per eventuali adesioni, scrivere a:
<mailto:marciadellostretto at email.it>marciadellostretto at email.it

hanno già aderito:



Associazione Geologia senza Frontiere - Roma

Associazione Nesos - Isole Eolie

Circolo Argonauti quosque Tandem - Messina

Forum Ambientalista - Palermo

Mezzocielo - Palermo