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turbogas 48
Grazie ad un impegno paziente e tenace si è giunti alla costituzione del
Coordinamento regionale contro le centrali turbogas. Il 16 aprile il
Consiglio di stato è chiamato a discutere il ricorso contro la centrale
turbogas di Termoli. È così che prende vita la "Carovana per il Molise".
Dai luoghi simbolo dove si vorrebbero realizzare le centrali turbogas il 14
aprile si raggiunge Termoli per una manifestazione che si apre la mattina
con un corteo e si chiuderà il giorno 16 davanti al sito individuato per la
centrale di Termoli.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ..
Il 14 aprile succede di tutto. Dopo aver attraversato Termoli il corteo si
immette sulla statale; a quel punto prendono corpo quattro blocchi che
paralizzano l'autostrada, la statale, la bifernina e il Nucleo industriale.
I primi trattori erano partiti alle 7 di mattina, gli ultimi raggiungono il
sito della turbogas alle sette di sera; per 12 ore la linea adriatica
rimane bloccata. Per tutta la notte (così come per quella successiva) il
presidio continua al Nucleo industriale. Dalla mattina del 15 niente e
nessuno riesce a superare i blocchi che isolano gran parte del Nucleo e
bloccano i lavori alla turbogas. I presidi, suddivisi in tre punti precisi,
il 15 si infoltiscono con l'arrivo degli studenti i quali, dopo
un'iniziativa su Termoli, organizzano un corteo nel Nucleo. Il 16 mattina,
mentre restano fermi i presidi, all'alba quattro pullman partono per Roma e
manifestano davanti alla sede del Consiglio di stato mentre si discute il
ricorso. La sera, dopo che i pullman raggiungono il presidio, si tiene
un'assemblea che decide la momentanea sospensione dei blocchi e dei presidi.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ..
Questa volta, a differenza di quanto avvenuto al Tar, i giudici del
Consiglio di stato hanno permesso la discussione e il contraddittorio,
hanno acquisito documentazioni scientifiche e denunce penali. È difficile
pensare che sarebbe andata così se non ci fossero state le tre giornate di
lotta che rimarranno nella storia della nostra regione. Tornando da Roma il
commento più calzante è stato: "per ora non abbiamo vinto, ma certamente
non torniamo sconfitti".
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ
A tutti era chiaro che una manifestazione indetta in un giorno feriale, in
pieno periodo di feste pasquali, con un corteo che sarebbe partito intorno
alle 12, con un percorso di circa 10 chilometri, si sarebbe retta
sull'impegno principale del mondo agricolo. Ci eravamo prefissi l'obiettivo
di 120 trattori in 247 sono confluiti su Termoli.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.
Straordinario è stato l'impegno profuso dai ragazzi delle scuole. Quelle di
Termoli in particolare e quelli dei comuni limitrofi. Per tre giorni sono
stati in sciopero subendo sospensioni e ritorsioni di varia natura.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.
Incredibile! È questo il minimo che si può dire del ruolo svolto da gran
parte dell'informazione regionale. Per il quotidiano Nuovo Molise la
manifestazione del 14 non è mai avvenuta; lo stesso vale per le Libertà (?)
che di suo ci aggiunge calunnie e offese nei confronti dei manifestanti pur
di aggiudicarsi il titolo del più fedele servitore; sostanzialmente simile,
se non peggiorativo, è stato l'atteggiamento delle emittenti televisive
Telemolise e Teletrigno. Con ingenuità continuiamo a chiederci come sia
possibile che i soldi profusi a volontà da Energia Spa (la società
intenzionata a costruire la centrale di Termoli) chiudano occhi, bocca e
orecchie. Come sia possibile giungere a tale livello di sottomissione e
piaggeria. Come si possa così tranquillamente accettare di perdere la
propria dignità e rendersi disponibile a svendere le ragioni di una parte
non marginale del popolo molisano. Nessuno auspica il pensiero unico o
crede di possedere la verità assoluta, farse sarebbe sufficiente che
l'essere "contro" venisse praticato rispettando almeno la decenza e il
decoro, in tutta questa vicenda, sia dell'una che dell'altro se ne è
registrata l'assenza. Se Telemolise ha trasformato una accalorata e
pacifica protesta di cittadini verso un loro operatore in "aggressione"
verso un giornalista cheŠ non era presente, il corrispondente de le Libertà
ha inanellato una serie di provocazioni nella speranza che esasperando lo
scontro possa avere la possibilità di trasformarsi in una sorte di
"martire" (purtroppo per lui questo regalo nessuno glielo farà, altri
regali se li sta sicuramente assicurando).
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ
Pensiamo sia rinviabile porre concretamente all'attenzione dei molisani il
deficit di democrazia che sul piano informativo stiamo subendo? Pensiamo
che sia normale accettarlo? È possibile boicottare chi accetta di essere
informazione di regime? È credibile invitare ad uno sciopero degli
inserzionisti sulle testate che nascondono o deformano la verità? È
ipotizzabile realizzare nuovi e più efficaci mezzi di informazione?
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.
Arriva il primo imbecille e, come se avesse fatto la più grande delle
scoperte, ci dice - a noi che lo ripetiamo da tempo - che le turbogas
rappresentano quanto di meglio la tecnologia può offrirci nel campo della
produzione di energia. Naturalmente, l'imbecille di turno (che spesso
corrisponde a chi sulla questione ha fatto un piano di investimenti) evita
di misurarsi con tutta una serie di questioni: è vero che, come dimostrano
gli studi di ricercatori di enti pubblici, le centrali emettono enormi
quantità di polveri fini pericolose per la salute; e vero che più le
centrali sono di grandi dimensioni e più il pericolo aumenta; è vero che se
esse si inseriscono in un ambiente già a rischio ambientale si innesca un
processo devastante; è vero che la loro presenza condizionerà
definitivamente e negativamente il futuro del territorio? È vero che, nel
caso di Termoli, la turbogas si inserisce tra due fabbriche chimiche
considerare ad alto rischio; e questo come si concilia con lo sviluppo
turistico e con le produzioni agroalimentari di qualità; e i rischi
dimostratesi sin troppo reali di inondazione per di più con la diga del
Liscione mai collaudata; e il rischio terremoto (rischi che non riguardano
solo la turbogas, ma l'intera area e che possono innescare un processo a
catena). Una cosa è chiara, le turbogas di queste dimensioni, per di più
diffuse su tutto il nostro territorio fanno comodo solo agli affaristi
dell'energia e, ovviamente, agli imbecilli che li sostengono.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ
La costituzione del Coordinamento prima e le tre giornate di mobilitazione
dopo hanno registrato assenze e silenzi pesanti. Qualcuno si è
maldestramente (e penosamente) giustificato col "non ne sapevamo nulla",
"non siamo stati coinvolti", "è in atto una sorta di isolamento". Altri,
non avendo ricevuto la sollecitazione (o l'ordine) dei "capi" hanno fatto
finta di niente. Qualcuno ha simulato la presenza. Tanti hanno sperato in
un fallimento. Se nel campo della politica è scattato il solito tragico
meccanismo ("non essendo sufficientemente visibile che ci vado a fare"?),
l'assenza che più pesa, e spiace, è quella del mondo cattolico e del
volontariato. Un disinteresse e una indifferenza per un territorio e per la
sua gente che non trova nessun attenuante.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ.
Che ognuno di noi sia fiducioso nel responso del Consiglio di stato è
ovvio, ma questo non significa che ci si culli in una illusione. Questo non
significa che una sentenza negativa possa significare rassegnazione e resa.
Da tempo, pur non disdegnando nessuna strada, siamo convinti che la
mobilitazione popolare possa essere in grado di piegare l'ottusità della
politica e delle istituzioni. Potranno anche dirci che i percorsi
amministrativi sono "legali e legittimi", nessuno riuscirà a convincerci
che una scelta simile possa essere condivisa e accettata supinamente. Le
tre giornate di mobilitazione regionale ci insegnano questo, la nostra
gente è questo che vuole, da loro bisogna attingere idee, con loro va
intensificata la lotta. Sappiamo che la lotta potrebbe essere dura e lunga,
i prossimi passi ci vedranno focalizzare gli interventi sia sul sito di
Termoli che sui livelli istituzionali, convinti che uno sciopero generale
regionale sia un passaggio sempre più ineludibile.
ŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ
l'ultima assemblea del Coordinamento ha ipotizzato, tra le tante, le
seguenti iniziative:
a) volantinaggio al Nucleo industriale per meglio spiegare ai
lavoratori il senso dei blocchi;
b) indizione sul sito individuato per la centrale di incontri prima
dell'Unione dei Comuni e in seguito della Provincia di Campobasso;
c) richiesta ai sindaci dei 136 Comuni molisani di consigli comunali
aperti e presentazione di una mozione contro le centrali;
d) la richiesta ai consiglieri regionale di praticare l'ostruzionismo
istituzionale pronunciandosi, nel primo intervento utile, apertamente sulla
realizzazione o meno delle centrali;
e) verifica di quali e quante rappresentanze istituzionali sono
favorevoli ad organizzare il blocco delle attività sul sito;
f) presidio con una tensostruttura davanti al Comune di Termoli;
g) assemblea regionale per giovedì sera a Termoli;
h) preparazione dello sciopero generale regionale.