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Re: Re:Chi teme la riduzione della popolazione?
Io non vedo la questione demografica in contrapposizione alla questione del
modello di sviluppo e del livello dei consumi, anzi ne e' un elemento
integrante. Cioe' bisogna andare verso una riduzione dei consumi con un uso
piu' efficente e meno sprecone delle risorse naturali, ma bisogna anke
pensare al decremento demografico per facilitare l'uso razionale delle
risorse. La colpa della crescita demografica nei PVS non e' di "ki fa un
sacco di figli", ma delle istituzioni ke negano istruzione alle donne (e nn
solo) impedendogli di emanciparsi e controllare coscientemente la propria
fertilita'; e' colpa della mancanza di strumenti per la pianificazione
familiare (contraccettivi e sterilizzazioni volontarie per es.) ke sono
scarsi anke perke' mancano i finanziamenti internazionali dato ke la
questione e' considerata di poco conto (Bush ha tagliato tutti i contributi
all'agenzia ONU ke si occupa di questioni demografiche e riproduttive, ben
34 milioni di dollari in meno, e adesso molte donne si ritrovano prive di
assistenza medica); e' colpa dei politici, religiosi, e certi economisti
(questi sì conservatori) che invitano la popolazione a figliare o perke'
vogliono far contare di piu' il proprio paese (come l'Iran degli anni 80
dove si invitava ad avere molti figli per avere piu' soldati...), o per
dogmi religiosi (proprio qualke giorno fa il cardinale Ruini invitava gli
italiani a figliare...) o per false questioni economike (senza la crescita
della popolazione e' impossibile inseguire il mito della crescita economica
ad oltranza dicono..), o peggio...per questioni etnico-nazionaliste (vedi
Lega Nord o i paesi con forti minoranze etniche dove certi governi hanno
sterilizzato forzatamente le donne dell'etnia minoritaria per impedirgli di
aumentare la loro popolazione e contemporaneamente invitavano l'etnia di
appartenenza di figliare).
E' ovvio ke un bambino nato negli USA consuma molto di piu' di uno nato in
Chad (anke se non e' proprio un paragone perfetto dato ke gran parte del
Chad e' in gran parte desertico e quindi poco produttivo, al contrario degli
USA), ma se nascessero meno bambini in entrambi i posti, e si cercasse di
ridurre gli spreki negli USA (ma anke in Chad dove il lago Chad e'
sovrasfruttato per irrigare le monocolture da esportazione) credo ke
entrambe le popolazioni ne trarrebbero beneficio grazie proprio ad un uso
piu' efficente delle risorse. Anke perke' un decremento demografico negli
USA comporterebbe meno rikiesta di risorse..
E' vero ke i processi sociali non sono semplici e riducibili a modellistike
a tavolino, ma innegabilmente l'ammontare della popolazione influisce su di
essi dato ke e' legato all'uso e alla distribuzione delle risorse. Un luogo
dove ci sono poke risorse e molti ke se le contendono e' piu' probabile ke
abbia conflitti...
Lo dice anke l'articolo ke i paesi con grosse popolazioni (Cina, Pakistan,
India) non sono per niente avvantaggiati, mentre quelli con piccole
popolazioni (Islanda, Norvegia, Nuova Zelanda) vivono meglio e gestiscono
meglio le proprie risorse.
**************
Fabio Quattrocchi
eco_fabiocchi@tin.it
www.ecquologia.it
www.amnesty.it
www.eurogreens.org
----- Original Message -----
From: <ultrared@libero.it>
To: "ecologia" <ecologia@peacelink.it>
Sent: Saturday, March 27, 2004 2:25 AM
Subject: Re:Chi teme la riduzione della popolazione?
>
>
> Queste teorie "demografiche", che dribblano la questione centrale del
modello di sviluppo e riducono tutto alla neutralità quantitativa (come se
un abitante del Ciad signidicasse la stessa cosa, in termini di consumo e di
impatto ambientale, di un americano) mi paiono fondamentalmente
conservatrici - anche perché la "colpa" della mancata esistenza dell'"eden"
dei pochi è di chi fa un sacco di figli, quindi ancora e sempre del terzo
mondo.
> in realtà la questione demografica c'entra poco con i guai del pianeta,
così come una diminuzione della popolazione non significa affatto maggiore
integrazione e minor razzismo - i processi sociali non sono tanto semplici e
riducibili a modellistiche da tavolino -, nè tanto meno
> distribuzione del potere e della ricchezza: non sembra che il mondo
antico, dove la popolazione era nettamente inferiore, conoscesse fulgidi
esempi di democrazia. anzi.
> Se no l'india, pakistan e cina sarebbero le nazioni più potenti del mondo,
magari più della ristretta svizzera, il che non è.
> Di pensioni non ne parliamo, si vede gli effetti dell'odierno
"allettamento" a restare al lavoro rivolto ai più anziani, e nessuno pare
essere molto contento.
> Inviterei ad affrontare le questioni strutturali che i problemi del
pianeta ci pongono, anziché avventurarci in scorciatoie malthusiane.
>