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Comunicato Stampa: Crisi Parmalat, cominciamo ad ascoltare leproposte di chi lavora la terra!



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OAA21808


a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Le proposte per come uscire dal crisi Parmalat devono venire
da chi lavora la terra e non dalle multinazionali.

La gravissima crisi della Parmalat e del suo sistema industriale, di cui
ovviamente è ancora presto per tracciarne i contorni e intuirne gli sbocchi,
non impedisce a noi tutti, di cercare di capire se ci sono delle opportunità
per il nostro movimento del COSPA- AltrAgricoltura  di fare delle  cose
utili e buone alla nostra agricoltura e ai cittadini consumatori, nello
spirito della nostra visione del cibo e del lavoro. Ormai è chiaro che la
centrale del latte di Roma costituisce il pezzo più prezioso dell'intera
galassia dei siti produttivi italiani della Parmalat. La centrale di Roma  é
importante  non solo per la quantità di latte  utilizzata (circa 5.000 ql al
giorno, il 10% dell'intera quantità di latte lavorato dalla Parmalat Italia)
ma sopratutto per il sistema logistico e distributivo che la centrale
dispone. La chiave di volta nella lettura delle potenzialità  della centrale
e del suo vero valore, infatti, non è legato certo alle attività di
trasformazione ma dalle enormi potenzialità delle politiche di coomarketing
e alle sinergie logistiche che ha come patrimonio la centrale di Roma.
Una torma di  strane figure aziendali si stanno accanendo per trovare il
modo di centrare l'obbiettivo di  acquisirla per operare in continuità con
l'attuale politica di Eurolat, una politica di gestione della centrale che
ben lungi da svolgere il suo ruolo etico di impresa di trasformare un bene
alimentare  primario, espressione di una filiera produttiva di grandissima
importanza ambientale e sociale, è finalizzata esclusivamente al
finanziario.
Aziende senza etica la cui mission del profitto impone di  usare la centrale
per vendere gelati (vedi progetto ARENA) derivati del latte, prodotti ad
alto valore aggiunto da banco (prodotti da forno e caramelle) da distribuire
nei punti vendita attualmente serviti dalla centrale.
Peggio ancora è da rilevare che le aziende candidate all'acquisizione
vogliono usare questa grande realtà per andare in borsa  per chiedere soldi
ai risparmiatori per continuare la redditizia attività, ben riuscita
Cragnoti e a Tanzi,  delle speculazioni finanziarie. Il caso più eclatante
di questo fenomeno e quello dell'Arena Holding,   di proprietà del dott. di
Di Dario, di Boiano,  che solo 5 anni fa ha rilevato il marchio ARENA dal
fallimento e che in un  brevissimo tempo, grazie all'emissione di BOND  in
prossima scadenza nel 2005, ha acquisito decine di aziende alimentari, senza
una logica, ma comunque capaci di fare massa finanziaria per raggiungere
l'obbiettivo di sbarcare in borsa. In questa ottica  ARENA Holding ha
acquistato un'anno fa la Roncadin SPA, una azienda decotta, ma quotata in
borsa  e facendo leva su Roncadin l'ARENA  sta operando in borsa. Risulta
chiaro che un'operazione di acquisizione della centrale da parte dell'ARENA
segnerebbe un colpo prestigioso per il Gruppo e quindi poter operare con
maggior determinazione sul mercato azionario e obbligazionario. Facciamo
questo esempio dettagliato per capire che è nella logica  di queste imprese
di continuare a pensare che il cibo è una merce qualsiasi e insita nelle
mission delle nostrane aziende agroidustriali italiane.
Spetta al MOVIMENTO DEGLI ALLEVATORI “IN PRIMIS” fare un'analisi dalla
drammatica crisi della Parmalat,  delle sue cause e delle sue radici e
aprire come abbiamo fatto la settimana scorsa una discussione capace di far
scaturire  delle proposte.
Oggi il nostro movimento, il Cospa Nazionale per un’AltrAgricoltura, ha gli
strumenti per fare questi percorsi, sia di analisi che di proposte, perché
questo ha molto a che fare col nostro essere allevatori ed imprenditori  e
non meno con il nostro stare dentro il movimento dei movimenti, per
rivendicare concretamente che il cibo non è merce, che la sicurezza
alimentare non e terreno di gioco della speculazione finanziaria.
La vicenda della centrale di Roma è una occasione grandissima per proporre
la nostra visione del ciclo corto della filiera del cibo FREE OGM, di
metodiche di allevamento rispettose del benessere animale e non meno della
sua valenza per la tutela del lavoro e della sua funzione ambientale.
Crediamo di poter essere promotori di un processo in cui soggetti pubblici e
privati (cooperative, consorzi e lavoratori) possono proporre al Commissario
Bondi  un progetto d’impresa "ALTRO" per la centrale del latte di Roma che
ha nelle attenzioni dei metodi di allevamento e in particolare nel FREE OGM,
nella esemplificazione del ciclo corto, un grande esempio europeo di
sovranità alimentare.

Cospa Nazionale - AltrAgricoltura


COSPA NAZIONALE
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