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I: rassegna stampa: Le promesse di Alemanno sugli ogm



Ieri a Roma si sono tenuti i cosidetti "Stati generali della coalizione
Liberi da OGM" che hanno visto la presenza del ministo Alemanno. Anche noi
eravamo presenti e l'impressione riportata dal suo intervento è che
l'autonomia del "Politico" regna ancora sovrana tra i nostri parlamentari.
Nonostante tutti i presenti al convegno si siano pronunciati chiaramente
almeno su 3 nodi fondamentali per la questione OGM, e cioè 1) non lasciare
cadere la moratoria sugli OGM in europa ed Italia; ") No a qualsiasi modello
di coesistenza tra colture OGM, convenzionali e biologiche; 3) No
all'intoduzione di qualsivoglia soglia di tolleranza sulle sementi e difesa
ad oltranza del principio:tolleranza zero sugli OGM; il ministro Alemanno ha
preannunciato un provvedimento di legge che demolisce di fatto questa
strategia portata avanti dai movimenti, dalle associazioni ambientaliste e
di categoria, vissuta in profondità dalla società civile.
Ieri Alemanno si è dimostrato, come di consueto, sordo alla voce di tutti
gli interlocutori che in quella sede rappresentavano i bisogni dei
cittadini. Ancora una volta si è evidenziato il rifiuto di ascoltare,
realmente, da parte del rappresentante del governo, che non dimentichiamo in
questo momento è anche alla direzione della comunità europea. Noi pensiamo
che lo spazio d'influenza del fronte anti OGM sulle scelte dell'attuale
sistema politico sia esiguo,e che, per la sua stessa possibilità di restare
aperto, debba essere riconsegnato ai movimenti ed alla loro capacità di
generare discussione-conflitto-discussione nella consapevolezza che la rete
sociale dei produttori capaci di produrre cibo Non OGM dimostra ogni giorno
che passa che un'altra agricoltura è possibile.
A cura di AltrAgricoltura.
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Tratto da "Il Manifesto" - 5/11/03

Le promesse di Alemanno sugli ogm in agricoltura
Il ministro nero-verde annuncia un decreto che fissa forti limiti alle
colture geneticamente modificate
LUCA FAZIO
Un passo avanti con i piedi per terra, possibilmente senza organismi
geneticamente modificati. E' questo il messaggio che il ministro per le
politiche agricole, Gianni Alemanno, ha voluto lanciare alla coalizione
Liberi da ogm che ieri a Roma ha convocato gli «stati generali». Il ministro
si è rivolto a gran parte del mondo agricolo, alle associazioni
ambientaliste, a metà delle regioni italiane, all'azienda leader della
grande distribuzione e ad alcuni dei nomi più noti dell'industria
alimentare. «Il governo la settimana prossima - ha detto Alemanno -
presenterà un decreto legge sulla coesistenza di colture ogm e ogm-free».
Significa che il ministro, dovendo garantire la libertà di scelta ai
coltivatori, come stabilisce la direttiva europea, decreta però norme molto
rigide per tutelare la stragrande maggioranza che preferisce fare a meno
degli ogm. L'obiettivo, tenuto conto che ci sono già 12 regioni che li
rifiutano e che avranno la possibiltà di legiferare in materia, è quello di
liberare progressivamente il territorio dall'azione infestante delle
multinazionali del biotech. Secondo Federica Ferrario, responsabile della
campagna ogm di Greenpeace, «è importante che si sia creato questo
schieramento allargato perché dimostra che l'opposizione agli ogm non
proviene solo dal mondo ambientalista, adesso bisogna mantenere alta la
tensione perché i prossimi mesi saranno decisivi per capire se il decreto
davvero riuscirà a tutelare l'agricoltura italiana».

Il ministro qualche nemico se lo ritroverà presto in casa; e anche più
insidioso del senatore Maurizio Ronconi (Udc), il quale ieri ha detto che
«al di là delle valutazioni personali del ministro Alemanno, non sarebbe
condivisibile la presentazione di un decreto legge sulla coesistenza tra
coltivazioni». Faranno sicuramente più rumore le risposte che cercherà di
dare il super convegno intitolato Ogm, minaccia e speranza? che si terrà il
10 e 11 novembre nientemeno che al Vaticano. Sembra che il neo cardinale
Renato Martino, noto divoratore di cibo geneticamente modificato - «sono
stato 16 anni in America mangiando ogm e non ho mai avuto problemi di
salute» - abbia raggruppato il fior fiore degli scienziati favorevoli a
modificare tutto il modificabile. Non lo affermano i «soliti» ambientalisti.
Lo scrive anche Dinualdo Gutierrez, vescovo della diocesi di Marbel
(Filippine), rivolgendosi proprio al cardinale Martino: «Gli invitati al
convegno sono noti per avere un atteggiamento preconcetto o legami con
istituzioni e compagnie che promuovono gli ogm...Sua Eminenza, se ciò è vero
siamo turbati per i risultati che questo seminario potrebbe dare e per il
peso che potrebbero avere sulla vostra decisione di appoggiare l'uso degli
ogm».



N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura@italytrading.com

Nella santa sede, forse, suonerà anche l'altra campana, grazie agli
interventi dei professori Buiatti e Romano; e la parola, forse, verrà data
anche a un rappresentante della Coldiretti. «Noi diciamo no alla coesistenza
tra prodotti tradizionali e ogm - ha ribadito ieri il presidente del più
influente sindacato agricolo - e la nostra posizione deriva dal fatto che
puntiamo a garantire la qualità e l'origine dei prodotti. Bisogna stare
attenti a non mettere a rischio le coltivazioni tradizionali che si sono
affermate nel tempo e che costituiscono l'elemento portante dell'economia
agricola italiana».

Un no secco alla coesistenza tra colture ogm e ogm-free è stato espresso
anche dall'Intesa dei Consumatori, «perché la simultaneità fra agricoltura
tradizionale biologica e transgenica è assolutamente da evitare, vi è il
forte rischio che in poco tempo i campi ogm-free siano contaminati da
sementi transgeniche». Il verde Pecoraro Scanio si è rivolto direttamente ai
colleghi del ministro nero/verde Alemanno. «Dopo che 12 regioni italiane si
sono dichiarate ogm-free - ha detto - il governo deve necessariamente
prenderne atto. Il nostro paese deve scegliere la qualità in agricoltura,
anche per salvaguardare la sua economia, e non deve pertanto essere
dipendente da due multinazionali che devono vendere semi».
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