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Fw: [ambiente_liguria] Raffinerie, salute e verità




----- Original Message -----
From: "valerio GENNARO" <valerio.gennaro@istge.it>
To: <ambiente_liguria@yahoogroups.com>
Cc: <medicinademocratica@libero.it>; <ISDE@ats.it>
Sent: Friday, May 02, 2003 9:09 AM
Subject: [ambiente_liguria] Raffinerie, salute e verità


Carissimi,

sperando di fare cosa utile, inoltro questo pezzo (forse un pò tecnico) tra
malattie (cancro in particolare), raffinerie e ricerca (condotta dalle
stesse raffinerie), che sarà in pubblicazione sul prossimo numero di
Epidemiologia e Prevenzione.
Ovviamente sono disponibile a confronti e chiarimenti
Salute
Valerio Gennaro

Ps
Se le compagnie petrolchimiche volessero "curare" la loro immagine perchè
per prima cosa non evitano di far ammalare i lavoratori, i cittadini,
l'ambiente e l'informazione?

Come stanno ora gli abitanti di MURTA e di altre aree colpite
dal''inquinamento delle raffiinerie?

Come stanno i lavoratori delle varie raffinerie genovesi?



Mortalità per cancro nelle raffinerie di petrolio: assenza  di rischio o
misclassificazione ?
Cancer mortality in petroleum refineries: absence of the risk
or  misclassification ?

Valerio Gennaro, Stefano Parodi, Marcello Ceppi, Fabio Montanaro
Servizio di Epidemiologia Ambientale e Biostatistica Applicata
Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Largo Rosanna Benzi,
10, 16132 Genova -  Tel 010.5600957  - Fax 010.5600501 - e-mail:
valerio.gennaro@istge.it

In epidemiologia è ormai assodata la necessità di evitare la
misclassificazione dell'esposizione e di scegliere la popolazione di
riferimento più idonea [1]. Tuttavia, nella letteratura scientifica
continuano ad apparire studi che disattendono i requisiti di buona
epidemiologia - in particolare: la necessità di condurre indagini su un
ampio numero di persone, mediante indicatori sensibili, con adeguate misure
di esposizione e con il metodo di analisi più corretto .  In assenza di
tali requisiti, gli Autori dovrebbero essere assai cauti nell'interpretare
i propri risultati negativi come provata assenza di associazione causale.
In altra sede [2], abbiamo sollevato dubbi su uno studio di coorte
occupazionale condotto da Satin e coll. in due raffinerie di petrolio in
California,  in cui si sosteneva l'assenza di aumentato rischio di tumore
[3]. In realtà non erano disponibili misure dirette dell'esposizione, né
pregressa né recente, né surrogati semplici come la qualifica e/o mansione
specifica, che in altri studi sulle raffinerie si sono dimostrati
necessarie per evidenziare il rischio di cancro [4,5]. Nello loro
studio,  Satin e coll. Hanno introdotto almeno due elementi distorcenti:
l'uso della popolazione generale come unico riferimento e  la  mancata
distinzione tra lavoratori potenzialmente esposti a differenti agenti
(asbesto, idrocarburi, ecc.) e quelli non esposti; questi ultimi, secondo
alcune stime [6], costituirebbero circa il 21% della coorte, mentre il solo
gruppo dei manutentori, potenzialmente esposti ad amianto, il 36%. Inoltre,
l'esistenza di un forte bias di selezione (ad es., effetto lavoratore sano)
era suggerito dalla presenza di rischi ridotti, tra cui SMR=84.1 per tutte
le cause e SMR=87.6 per il complesso dei tumori maligni.
Gli autori inoltre hanno omesso di richiamare l'attenzione sul fatto che il
rischio di leucemia era significativamente ridotto (SMR=13.4, p<0.01) nei
lavoratori con meno di 5 anni di attività e cresceva progressivamente con
l'aumentare degli anni lavorativi, sino ad un valore di 125.6 per i
soggetti con durata di impiego superiore ai 30 anni (c2 per il trend=5.75,
calcolato su 47 decessi distribuiti in 4 strati, p=0.02). Ciò risulta
coerente con gli eccessi di leucemie osservati in altri studi sui
lavoratori delle raffinerie [7].
Inoltre il mancato uso di un modello statistico basato sulla regressione
multivariata ha probabilmente prodotto una sottostima del reale rischio di
leucemia per i soggetti assunti dopo il 1949, non tenendo conto né della
durata di esposizione, né della latenza, verosimilmente inferiori nei
soggetti assunti più recentemente. Gli autori si limitano ad enfatizzare
l'assenza di eccessi di leucemie e di altri tumori, senza considerare la
scarsa attendibilità dei certificati di morte  almeno per specifiche
sottocause di decesso - e senza interpretare gli eccessi di mortalità
osservati, in particolare, per linfoma non Hodgkin, il cui SMR cresce
linearmente con la durata dell'impiego, raggiungendo il valore di 167.3
dopo i 30 anni. Nella loro replica [8], gli Autori non collegano il trend
crescente di rischio per le neoplasie del sistema emolinfopoietico con
l'aumentare degli anni lavorativi e sostengono che i loro risultati
sarebbero in accordo con la maggior parte di altri studi su coorti
comparabili: molti di questi però soffrono degli stessi bias sopraindicati,
cosa peraltro ammessa dagli stessi autori. Inoltre, essi ignorano gli studi
che nel 1989 hanno portato la IARC a classificare le esposizioni
occupazionali nei processi di raffinazione del petrolio come probabilmente
cancerogene per l'uomo [7]. Essi lasciano poi privi di commento i vistosi
aumenti dell'SMR osservati in entrambe le raffinerie USA nei lavoratori con
durata di impiego superiore ai 30 anni rispetto a quelli con durata
inferiore ai 5 anni, in particolare per i tumori al fegato ed alla vescica
e per le neoplasie del sistema emolinfopoietico, oltre all'eccesso di
mortalità per tutte le cause e per alcune cause non tumorali. Allo stesso
modo, non sono stati discussi gli evidenti eccessi di rischio nei soggetti
con lunga latenza, per l'insieme di tutte le cause, tutti i tumori e per
specifiche neoplasie. Infine entrambe le analisi aggregavano i lavoratori
esposti con quelli non esposti.
L'episodio dimostra quanto sia importante, da parte della comunità
scientifica indipendente da pressioni economiche, la lettura critica e la
segnalazione sistematica degli episodi di non corretta conduzione, analisi
e interpretazione delle indagini di epidemiologia occupazionale. Tale
impegno risulta particolarmente urgente nei settori in espansione nel
mondo, quali l'industria petrolchimica, in cui l'ingerenza di grandi
interessi economici può condizionare pesantemente l'indipendenza dei
ricercatori al fine di generare controversie artificiose per negare la
relazione causale tra esposizione e malattia [9].
1.      Hernberg S. "Negative" results in cohort studies  How to recognize
fallacies. Scand J Work Environ Health, 1981; 7 Suppl 4: 121-126.
2.      Parodi  S, Montanaro F, Ceppi M, and Gennaro V. Comments on article
by Satin et al. Occup Environ Med 2003;60:304-305 (Già pubblicata su Occup
Environ Med Online, 13 Nov 02).
3.      Satin KP, Bailey WJ, Newton KL, Ross AY, Wong O. Updated
epidemiological study of workers at two California petroleum refineries,
1950-95. Occup Environ Med 2002;59:248-56.
4.      Gennaro V, Finkelstein MM, Ceppi M, Fontana V, Montanaro F,
Perrotta A, Puntoni R, Silvano S. Mesothelioma and lung tumors attributable
to asbestos among petroleum workers. Am J Ind Med 2000,37:275-82.
5.      Kazan-Allen L. Mesothelioma among oil refinery workers. In:
http://www.btinternet.com/~ibas/lka_meso_oil_ref_workers.htm
6.      Nelson NA, Barker DM, Van Peenen PFD, Blanchard AG. 1983.
Determining exposure categories for a refinery retrospective cohort
mortality study. Am Ind Hyg Assoc J 46:653-657.
7.      International Agency for Research on Cancer (IARC). 1989.
Occupational exposures in petroleum refining; crude oil and major petroleum
fuels. Volume 45. Lyon, France: IARC Monographs.
8.      Satin KP, Bailey WJ, Newton KL, Ross AY, Wong O. Epidemiological
study of workers at two California petroleum refineries 1950-95; a reply.
Occup Environ Med Online, 18 Dec 2002.
9.      Ludwig ER, Madeksho L, Egilman D.RE: Mesothelioma and lung tumors
attributable to asbestos among petroleum workers. Am. J. Ind. Med. 2000,
37:275-282. Am J Ind Med 2001;39(5):524-7



At 10.01 30/04/03 +0200, you wrote:
>dal secolo xix
>
>IL GIORNALE IN CLASSE Un progetto degli studenti del Majorana per
>potenziare l'immagine della Iplom
>
>La raffineria vista dai ragazzi
>
>Una campagna di marketing basata su slogan e fumetti
>
>Una fantasiosa campagna di marketing e comunicazione
>basata su slogan e fumetti, con protagonista una giovane e simpatica
>goccia di petrolio, per potenziare l'immagine della raffineria Iplom
>di Busalla sul territorio. Ecco il lavoro griffato dall'istituto
>genovese Majorana, che presto le classi III e IV A commerciale
>presenteranno davanti al presidente e all'amministratore delegato
>dell'azienda, rispettivamente Luigi Profumo e Giorgio Profumo. Decine
>di tavole frutto della recente visita didattica all'impianto
>petrolchimico al di là del passo dei Giovi, e delle relative
>spiegazioni di Eraldo Parodi e Riccardo Parigi: il primo responsabile
>sicurezza e l'altro consulente per le relazioni esterne. Che di
>comune accordo hanno deciso di proporre al top management la
>premiazione e poi l'adozione delle strategie studiate e messe nero
>su bianco dai 30 creativi in erba della scuola di Molassana, in via
>Allende. La scelta è maturata al termine di un incontro nella sede
>della struttura formativa, dove i ragazzi hanno illustrato ai due
>esperti il progetto nell'ambito dell'iniziativa "Il giornale in
>classe" del "Secolo XIX". La campagna pubblicitaria è firmata Diego,
>Leopoldo, Martina, Jessica, Laura C., Fabio, Alice, Barbara, Lucia,
>Andrea S., Valentina S., Davide, Chiara, Valentina A., Maurizio. E
>ancora Daniela, Annamaria, Alberto, Valentina C., Valentina D.,
>Eleonora, Francesca, Sara F., Sebastiano, Laura M., Lorenzo, Sara P.,
>Andrea P., Valentina R., Debora. Controfirmata dai docenti Leandra
>Piana e Matilde Di Marcantonio di economia aziendale, e Antonella
>Alloisio di italiano e storia. Nonché supervisionata dal preside
>Benedetto Montanari e dal professor Nicola Ludovico.
>«Più sicuro il tuo futuro», «più raffinamento, meno inquinamento»,
>«la raffineria che s'impegna a rispettare l'ambiente», «cerca un
>giusto equilibrio con l'ambiente», «da anni alla ricerca di un
>inquinamento ridotto». Sono alcuni degli slogan che hanno convinto
>Eraldo Parodi a prendere in considerazione il lavoro del "Majorana".
>Soprattutto caratterizzato da bellissime tavole a fumetti originali.
>Che saranno ancora migliorate per la presentazione alla proprietà
>della raffineria vicino al torrente Scrivia. In base alle risposte
>alle domande formulate dai promettenti copy writer e art director.
>Per Iplom il fattore concorrenza?, i rapporti con l'estero?, e le
>conseguenze della guerra?, hanno chiesto i giovani. «La concorrenza -
>è stato detto - è un fattore strategico. Nel 1988 ci si è domandati:
>come facciamo a restare sul mercato? La risposta è stata: con
>prodotti particolari. E cioè a basso contenuto di zolfo e a prezzi
>concorrenziali. Questi oli, con diversi valori di densità e di
>contenuto di zolfo, e con diverse destinazioni d'uso per il ridotto
>contenuto di zolfo e di ceneri, hanno il beneficio di far calare
>significativamente le emissioni d'anidride solforosa e di polveri
>rispetto ai normali oli combustibili». «Con l'estero esistono
>rapporti per l'acquisto del greggio: Africa centrale e Medioriente.
>Il petrolio italiano del mar Adriatico, essendo pesante, è ottimo per
>i bitumi.
>Infine, per quanto riguarda la guerra in Iraq, prima c'è stata una
>grande speculazione sul prezzo del greggio. Adesso è sceso e a breve
>dovrebbe normalizzarsi del tutto». Riccardo Parigi, esperto di
>comunicazione ambientale, è rimasto colpito dal lavoro degli studenti
>dell'istituto Ettore Majorana all'ombra della Lanterna: «La campagna
>è stata ben presentata. Articolata. Completa da un punto di vista
>creativo. Ormai siamo veri colleghi».
>Maurizio Monero
>
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Dr. Valerio GENNARO
Medici Per l'Ambiente (ISDE Italia, Genova)
c/o Epidemiologia Ambientale - Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro
(IST)
Pad. Maragliano - L.go R.Benzi, 10 - 16132 Genova
Tel: 010.5600957 - Fax: 010.5600501
Email:  valerio.gennaro@istge.it
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