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rifiuti nucleari
Ancora CANRC, ancora il famigerato sito di stoccaggio di scorie e materiali
radioattivi e nucleari, ancora Termoli e Castelmauro e il Molise, ancora
una interrogazione di Italo Di Sabato, rivolta al Presidente della Giunta
regionale del Molise ed all´Assessore regionale all´Ambiente. E così siamo
a tre, tre interrogazioni sul medesimo argomento. Forse troppe, ma di certo
necessarie. Alla prima vi fu una risposta che non sembrò affatto
convincente. Diceva l´Assessore che a Termoli non esiteva alcun sito di
stoccaggio di tali robe pericolose, che però c´era un deposito, che
custodiva e custodisce rifiuti nucleari, a Castelmauro, che doveva essere
smantellato e che, in barba a giudici e istituzioni, ancora è lì, nel
centro abitato di questo bel paese, ad "appestare" la gente ed i luoghi. La
non soddisfazione per la risposta indirizzò a formulare una seconda
interrogazione, il 7 aprile 2003, ma di questa non abbiamo risposta. Adesso
vien fuori un bel servizio su un giornale a diffusione nazionale. Il titolo
è già evidenziato in copertina: LE NOSTRE SCORIE NUCLEARI. Il giornale in
questione, ohibò, non è Liberazione, né qualche altro di quei "fogliacci"
così pronti a "perseguitare" la brava gente. Si tratta invece di LE
SCIENZE, che è l´edizione italiana di SCIENTIFIC AMERICAN, che è arrivato
al numero 416 (essendo un mensile significa qualcosa come ben 34 anni di
attività e di presenza in edicola), che è soprattutto un periodico di
grosso rigore tecnico e scientifico, che è autorevole e ottimo strumento di
lavoro per scienziati, professionisti, ricercatori, tecnici che operano nei
vari settori scientifici e che così possono avvantaggiarsi di un
aggiornamento costante attraverso una lettura competente. Bene, nel numero
di Aprile `03 LE SCIENZE che ti fa? In pratica cita questo sito di Termoli,
il CANRC e lo indica tra quei siti che già accolgono e che continueranno ad
accogliere residui, scorie e materiali nucleari. Scopriamo anche che non
solo le robacce nucleari sono quelle stipate nei classici bidoni, ma sono
anche il materiale usato per la costruzione delle centrali elettronucleari
di potenza, centrali che non durano in eterno,ma che hanno un loro ciclo di
vita e che dopo necessitano o di una sorta di maquillage generale o
addirittura lo smantellamento. Insomma materiali che andranno ad arricchire
il già ricco patrimonio ambientale nazionale e, naturalmente e per quanto
ci riguarda, regionale. L´articolo parla anche di tecniche di
decontaminazione e ci racconta che il rilascio della contaminazione ha
tempi molto lunghi, roba che può esser di secoli. Ci racconta anche che
bisogna intervenire con azioni costanti per decontaminare, tecniche
specifiche come il lavaggio, l´attacco chimico, quello meccanico, termico.
Insomma ripulire, senza dimenticare che la ripulitura bisogna farla anche
ai lavoratori ed a quelle persone che si trovano o si sono trovate in
contatto con le scorie ed i materiali nucleari. Da quel poco che sembra
sappiano all´Assessorato regionale all´Ambiente e da quel tanto che sembra
non sappiano si ricava una informazione ambigua e precaria, una non volontà
a risolvere un problema così grave, come questo, che impedisce alla gente
di essere nella sicurezza del vivere in un ambiente sicuro solo perché
qualcuno, nell´ignoranza del sapere, lo afferma così semplicemente.
L´interrogazione pretende una indagine a tappeto, pretende un intervento
attivo delle istituzioni regionali, pretende chiarezza. Questo per la
salute di tanti molisani, perché in una parte del Molise non si continui a
morire di quei "brutti mali" dei quali è quasi proibito parlarne e ancora
di più ricercarne, con serenità, le circostanze e le cause.
Campobasso, 30 Aprile 2003
Ufficio Stampa Gruppo PRC Regione Molise