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COMUNICATO STAMPA 7 MARZO 2003



COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD

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COMUNICATO STAMPA del 7 MARZO 2003

ELETTROSMOG / L'Organizzazione Mondiale della Sanità e la
Commissione Europea concordi sulla necessità di applicare il
Principio di Precauzione per proteggere la popolazione
dall'esposizione ai Campi Elettromagnetici. Viene così
clamorosamente smentito il Comitato scientifico del Ministero
dell'Ambiente che chiedeva la modifica della Legge Quadro che si
basa invece su tale fondamentale Principio.
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La necessità di adottare il Principio di Precauzione per
proteggere la popolazione dalle esposizioni ai campi
elettromagnetici a bassa e ad alta frequenza è la principale
conclusione del Convegno tra Organizzazione Mondiale della Sanità
e Commissione Europea svoltosi in Lussemburgo dal 24 al 26 febbraio
scorsi.

Il Principio di Precauzione, sancito dall'Unione Europea fin
dalla sua costituzione (Trattato di Roma), viene univocamente
definito "come un concetto di gestione del rischio (risk
management) che fornisce un approccio flessibile per identificare e
gestire possibili conseguenze negative sulla salute umana anche
quando non è stato stabilito che l'attività o
l'esposizione costituiscano un pericolo per la salute".

Nel loro Rapporto conclusivo l'OMS e la Commissione Europea
stabiliscono che il Principio di Precauzione "dovrebbe essere
invocato quando vi è una buona ragione, basata sull'evidenza
empirica o su una plausibile ipotesi di causa, per credere che
potrebbero determinarsi effetti negativi sulle persone, anche se la
probabilità del danno è remota; e quando una scientifica
valutazione delle conseguenze e delle probabilità rivela
un'incertezza tale che non sia ancora possibile stabilire il
rischio con sufficiente confidenza per informare chi deve prendere
le decisioni."

Ed il Rapporto continua affermando che: "Nel contesto dei campi
elettromagnetici vi è sufficiente evidenza per invocare il
Principio di Precauzione sia per i campi elettromagnetici a
frequenze estremamente basse (ELF) che per quelli a radiofrequenze
(RF).

Questa conclusione è basata su vari fattori:

- la classificazione fatta nel 2001 dall'Agenzia Internazionale
per la Ricerca sul Cancro (IARC) dei campi magnetici a frequenza
estremamente bassa (ELF) come possibili cancerogeni basata sugli
studi sulla leucemia infantile,

- i livelli di radiazione comparabili degli attuali telefoni
cellulari con le linee guida internazionali,

- la disponibilità di alcune opzioni a basso costo per la riduzione
dell'esposizione."

Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord: "Queste fondamentali
conclusioni devono far riflettere le nostre Autorità sanitarie ed
ambientali che hanno recentemente stabilito un limite di esposizione
ai campi magnetici generati dagli elettrodotti e dalle cabine di
trasformazione dell'energia elettrica fino a 25 volte più
elevato del valore per il quale è stato dimostrato
scientificamente un raddoppio del rischio di leucemia infantile
(comunicato stampa IARC del 27 giugno 2001) e che ha innalzato da 3
a 10 volte il limite di esposizione ai campi elettromagnetici a
radiofrequenza (emittenti radiofoniche e radiotelevisive, antenne
della telefonia mobile, ponti radio) nel caso dei lastrici
solari."

"L'aspetto più inquietante della vicenda italiana -
continua il Coordinamento - è che uno dei firmatari internazionali
del rapporto OMS-Commissione Europea, il dott. Michael Repacholi,
responsabile del Progetto Internazionale sui CEM dell'OMS, è
stato uno dei 5 componenti del Comitato scientifico internazionale
istituito dal Ministro Matteoli (di cui facevano parte anche i
proff. Regge, Cognetti, Falciasecca e Doll) che a novembre scorso ha
emesso un documento finale senza tenere assolutamente conto della
necessità di adottare il Principio di Precauzione per i Campi
Elettromagnetici e criticando aspramente la Legge Quadro 36/01 per
la protezione dall'esposizione ai CEM che ad esso, invece,
fortemente si ispira."