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wwf su Priolo



Priolo, la chimica italiana ancora sotto accusa

Arrestati dalla guardia di Finanza di Siracusa i vertici dell'Enichem di
Priolo, nell'ambito di un'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti speciali.
L'azienda non rispettava le leggi per lo smaltimento di rifiuti tossici, in
particolare il mercurio.


Nessuna sorpresa da parte del WWF per l'azione della Magistratura in
Sicilia. Quello di Priolo è stato uno dei primi siti inquinati che lo Stato
ha individuato fin dal 1998 tra i 15 da bonificare, ma nel concreto non ha
visto realizzarsi alcun intervento. "Un grande merito quindi alla
Magistratura di Siracusa e alla Guardia di Finanza per aver avviato quello
che potrebbe diventare il secondo grande processo alla chimica italiana dopo
quello di Porto Marghera, anche se quest'ultimo, purtroppo, non ha
identificato nessun colpevole per i 157 operai morti di tumore - ha
dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - Da questo bisogna
trarre il giusto insegnamento".

I giudici di Priolo hanno però uno strumento in più: l'unico reato
ambientale diventato delitto è proprio quello che riguarda il traffico
illecito di rifiuti, che in questo caso ha permesso alla procura di Siracusa
di mettere le manette ai responsabili dell'Enichem della Sicilia, cosa che
non è potuta avvenire nel caso di Marghera. Questo dimostra come sia
importante secondo il WWF, che lo Stato rafforzi le leggi ambientali anche
in senso punitivo e repressivo, per dotarsi di "un sistema immunitario" in
grado di difendere la salute dei cittadini.

Quello che è successo a Priolo dovrebbe far meditare il Governo che in tutti
i recenti provvedimenti, compresa la Finanziaria 2003, ha introdotto
disposizioni che di fatto trasformano i rifiuti industriali in rifiuti
urbani, sottraendoli dai vincoli della normativa comunitaria. Questo
permetterebbe di smaltire fanghi tossici, rottami di ferro anche
contaminati, acque avvelenate, scarti della lavorazione che contengono
amianto, mercurio (vedi caso di Priolo) negli stessi luoghi di produzione e
senza alcuna garanzia, in impianti che non utilizzano le migliori tecnologie
esistenti per l'abbattimento degli inquinanti. Paradossalmente potrebbero
essere persino reimmessi arbitrariamente nei cicli di produzione.

Questo tentativo viene riproposto nel cosiddetto Decreto Marzano di riordino
del settore energetico che proprio in questi giorni è in discussione alla
Camera, in cui all'art. 27 si prevede di trasformare i rifiuti radioattivi
in manufatti certificati. Il WWF Italia chiede che il Governo abbandoni al
più presto, nel settore dei rifiuti industriali, questo pericoloso
indirizzo.