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Headlines Johannesburg 02-09-02



A: <info@peacelink.it> "Associazione PeaceLink"
Da: sjs.headlines@sjcuria.org

HEADLINES da Johannesburg -- WSSD, 8 giorno
-- Notizie dall'apostolato sociale della Compagnia di Gesù -- 2 settembre 2002
...per scambiare notizie, condividere la spiritualità e favorire il lavoro
in rete...
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* Decisi nel dichiarare, deboli nel trovare accordi e agire

L'Ubuntu Village, il Forum delle ONG a Nasrec, il Water Dome
(un'esposizione sui temi dell'acqua) e molte altre sedi di attività legate
al vertice formano una stupefacente fiera mondiale sullo sviluppo
sostenibile. Vi sono presentate informazioni e progetti, e sono presenti
molti gruppi impegnati a cambiare le cose partendo dal basso. Un tale
schieramento internazionale di creatività locale, intraprendenza e
partecipazione è davvero stimolante. Un piccolo gruppo proveniente dallo
Zimbabwe, ad esempio, ha esposto la sua invenzione: una pompa per l'acqua
costruita con un vecchio copertone e pezzi di scarto. La crescente
comprensione reciproca e la collaborazione tra il mondo delle imprese e le
ONG, tra "settore privato" e "società civile", sono segni davvero positivi
e, in un certo senso, la sola speranza concreta.

Purtroppo ci sono problemi globali che nessuna iniziativa privata può
affrontare: occorrono infatti  impegni, a livello statale, internazionale e
multilaterale. Lo stesso Summit sullo sviluppo sostenibile, il più grande
incontro intergovernativo della storia, convocato al preciso scopo di far
fronte a difficoltà e pericoli enormi, appare lontano dai problemi e
certamente in difficoltà.

Domenica sera, è stato raggiunto un accordo a livello ministeriale su
diversi punti irrisolti quali la responsabilità delle imprese, il commercio
e la globalizzazione, il debito ecologico, la disponibilità di acqua
potabile e il trattamento degli scarichi, la biodiversità, gli aiuti allo
sviluppo e il debito estero, i sussidi, i consumi e la produzione, i 27
principi di Rio. Uno di questi, in particolare, la cosiddetta
"responsabilità comune ma differenziata", afferma che ogni Paese assume
delle responsabilità rispetto allo sviluppo, che variano a seconda delle
circostanze e delle sue particolari condizioni. Su questi principali temi è
stato trovato un accordo, ma in forme deboli e vaghe. Esistono invece
obiettivi specifici per il trattamento degli scarichi e le risorse ittiche
e sono stati cancellati alcuni riferimenti al WTO (l'Organizzazione
mondiale del commercio) che sottomettevano lo sviluppo sostenibile alle
normative commerciali internazionali.

Lunedì, si sono finalmente conclusi i negoziati con un accordo sull'ultima
questione in sospeso --  l'energia -- esprimendo un forte sostegno alle
energie rinnovabili, ma senza obiettivi e scadenze, poiché Australia,
Giappone, Paesi arabi dell'OPEC e Stati Uniti si sono opposti a qualsiasi
impegno concreto. Sembra esserci un consenso a favore del protocollo di
Kyoto e i Paesi che l'hanno firmato insistono perché gli altri Stati
facciano lo stesso.

Nel pomeriggio, Eco-equity, una coalizione di ONG per lo sviluppo e
l'ecologia, ha convocato una conferenza stampa a Sandton, sulla strada
antistante al centro stampa dove perché all'interno non era stata
autorizzata. Di fronte a una sessantina di giornalisti, i rappresentanti di
Greenpeace, Oxfam, WWF, Eurodad e altre organizzazioni hanno espresso tutta
la loro delusione per gli scarsi risultati raggiunti sulla biodiversità, lo
0,7% del PIL come obiettivo per gli aiuti allo sviluppo, la progressiva
eliminazione dei sussidi all'agricoltura, la cancellazione del debito, etc.
Hanno criticato i paragrafi su cui c'è accordo ritenendoli troppo deboli e
perché spesso rappresentano un passo indietro rispetto a Rio e ad altre più
recenti conferenze dell'ONU. Dopo 15 minuti il personale della sicurezza ha
dichiarato che le ONG non erano autorizzate a radunarsi neppure in quel
luogo e hanno ordinato di sgomberare. Le ONG dichiarano essere escluse
dall'accesso ai media. L'incidente illustra la segretezza e la scarsità di
informazioni al Summit. Sulla stessa scia, il Cancelliere tedesco Schroeder
ha semplicemente cancellato la sua conferenza stampa, mentre il Presidente
francese Chirac e il Primo ministro britannico Blair si sono limitati ad
annunciare un nuovo schema di partnership anglo-francese, senza rispondere
ad alcuna domanda sul vertice, sul processo e i suoi risultati.

La bozza della Dichiarazione politica, "L'impegno di Johannesburg per lo
Sviluppo Sostenibile" è stata resa pubblica. Contiene 66 paragrafi
piuttosto generici, anche se alcuni di questi troveranno certamente delle
resistenze prima della firma finale del testo prevista per mercoledì.

Lunedì, nella grande sala della plenaria a Sandton, si è svolta la parte
più solenne del Summit con i discorsi di 73 Capi di Stato e di Governo,
ognuno intervenuto per cinque minuti. Sam Nujoma (Namibia) e Robert Mugabe
(Zimbabwe) hanno tenuto i discorsi più accesi, sollevando questioni aperte
come la redistribuzione della terra; hanno evocato il doloroso passato
coloniale e suscitando in molti sentimenti forti. Mugabe ha dichiarato che
nessun cittadino bianco nel suo Paese resterà senza terra, ma, allo stesso
tempo, nessuno potrà possedere 20 o 30 fattorie. Il Presidente del
Venezuela Hugo Chavez, parlando a nome del gruppo G77 + Cina, si è
dimostrato un brillante oratore populista, raffigurando in modo vivace i
guasti di un falso sviluppo destinato a pochi. È intervenuto per ultimo
l'Arcivescovo Martino, sottolineando "la seria preoccupazione della Santa
Sede per tre pilastri interdipendenti dello sviluppo sostenibile, quello
economico, quello sociale e quello ambientale, e il loro contributo al vero
sviluppo umano integrale e alla promozione del benessere di tutti i
popoli". [HL 20902]
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Direttore: Michael Czerny SJ
Redattore: Francesco Pistocchini <sjs.headlines@sjcuria.org>
Segretariato per la Giustizia Sociale, C.P. 6139, 00195 Roma Prati, Italia
(fax) +39 0668 79 283
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