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legambiente e la legge-obbiettivo



dal manifesto

    
    
 
    
 

20 Dicembre 2001 
  
 
   
Il conflitto Lunardi 
GUGLIELMO RAGOZZINO 




La legge-obiettivo riguarda i grandi lavori pubblici. Nei giorni scorsi è
stata definitivamente approvata e potrebbe arrivare, già in settimana, in
Gazzetta ufficiale. Legambiente, associazione ambientalista, è molto
preoccupata, perché il Cipe, l'apposito comitato di ministri, può ormai
approvare gallerie e raccordi autostradali già prima di capodanno. E in
effetti la legge-obiettivo prevede che l'elenco delle Opere-buone da
iniziare in un certo anno, compaia in un elenco entro il 31 dicembre
dell'anno prima. Il ministro Pietro Lunardi va veloce come un treno e
l'unica linea di difesa politica che resta al popolo ambientalista è
affidata a qualche screzio ministeriale: a contrasti con il ministro
all'ambiente Altero Matteoli; a sussulti del vice di Lunardi, Ugo Martinat.
Essi potrebbero schierare la loro An contro l'autostrada del Tirreno.
Il progetto del ministro grandi-opere prevede una tratta Livorno
Civitavecchia che passa lontano dalla costa. E' un progetto bocciato da
ambientalisti, Anas, Regione toscana. E' però un progetto che si può
attuare senza gara. La Sat, titolare del progetto per conto della società
Autostrade, potrebbe aprire i cantieri subito, con notevole soddisfazione
di Lunardi che vuole guadagnare tempo. Lanciare una gara europea significa
"perdere" un paio di anni. La legge consente anche di appaltare i lavori a
un unico general contractor che a sua volta li distribuisce a imprese di
fiducia. E' il metodo che ha moltiplicato i costi dell'alta velocità e per
questo era stato abbandonato. Inoltre, avverte Edoardo Zanchini,
responsabile trasporti di Legambiente, è in contrasto con le direttive
europee. E prevede che non mancheranno ricorsi delle imprese escluse, prima
al Tar e poi più su, fino alla Corte europea. "Dal canto nostro, aggiunge
Zanchini, ci siamo rivolti alla Commissione Prodi, e in particolare ai
commissari di trasporti e concorrenza. Il caso italiano è troppo serio per
lasciare che Lunardi imperversi tagliando fuori il ministero dell'ambiente,
le procedure, acquisite ormai anche in Italia, per la Valutazione di
impatto ambientale (Via) nonché il complesso delle direttive europee".
Nel giro di pochi giorni si conoscerà l'elenco delle opere approvate dal
Cipe con la sua paradossale Via, nel quadro della legge-obiettivo.
Legambiente ha già fatto però un impressionante elenco, certo incompleto,
dei lavori che il Cipe, sulla scorta della legge-obiettivo, potrebbe
approvare e che comprendono attività importanti di progetto e di consulenza
della società Rocksoil appartenente al ministro (per la precisione è
attualmente di persone in stretti rapporti di parentela con il ministro).
Si tratta del sistema Tirreno-Brennero che oltre alla Livorno-Civitavecchia
comprende anche l'autostrada Parma-Mantova-Verona, che collega la Parma-La
Spezia con l'autostrada del Brennero; il passante di Mestre che prevede un
tratto autostradale di 32 chilometri e un tunnel (progettato dalla
Rocksoil); l'Autostrada Aosta-Monte Bianco; l'autostrada Brescia Lumezzane;
l'autostrada Salerno Reggio Calabria; Il terzo Traforo del Gran Sasso.
A volte alla Rocksoil è affidato il progetto definitivo, a volte alcune
gallerie e il monitoraggio dei lavori, a volte il monitoraggio dei
progetti. Roberto Della Seta, portavoce di Legambiente, è molto
preoccupato: "la legge obiettivo, che data la supposta priorità strategica
di certe opere strutturali, ne consente la realizzazione scavalcando norme
ed enti locali interessati, le continue dichiarazioni del ministro sulla
necessità di evitare gare di appalto per velocizzare i tempi di esecuzione
e i suoi evidenti interessi economici, in molte delle opere che intende
realizzare mettono a rischio alcune conquiste fondamentali". E aggiunge che
il rischio è quello che "stravolte le regole di trasparenza e concorrenza"
si perdano i progressi fatti "sulla strada dell'Europa e per cancellare
Tangentopoli".
Si può ammettere che il ministro sia un tecnico di vaglia e che la sua
società (rectius: la società di famiglia) sia quanto di meglio esista al
mondo. Anzi, si può convenire che proprio per questa fantastica efficienza
Silvio Berlusconi lo abbia chiamato al ministero delle infrastrutture.
Lunardi poteva non accettare, come altri ha fatto, e continuare a
gareggiare; e a scavare. Oppure scegliere di fare il ministro e ritirarsi
dalle gare italiane. Non invece esporsi alle critiche, se non ai sospetti,
e dare un cattivo esempio: di favoritismi, di gare non fatte, di scelte
amicali, di sovrapposizione tra i ruoli di arbitro-giudice-ministro e di
impresario, committente, esperto; e tutto ciò con un seguito inevitabile di
ricorsi, perdita di fiducia, spreco di tempo; proprio di quel tempo dal
quale si era partiti.