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sulla bocciatura del forno elettrico a Cornigliano(GE)



La bocciatura del forno elettrico da parte della Commissione epr la 
Valutazione di Impatto Ambientale e' un atto scontato che solo una 
mediazione politica poteva evitare.
questo per motivi occupazionali e ambientali.
Infatti, il forno elettrico proposto dall'industriale siderurgico 
Emilio Riva poteva al massimo dare occupazione a 200 lavoratori (a 
fronte del migliaio occupato nelle attivita' a freddo) e aveva un 
impatto acustico insostenibile per il quartiere di Cornigliano.
Adesso e' possibile preparare un vero e proprio piano di risanamento 
ambientale e sociale dell'intera area.
Un piano che non sostituisca alla monocoltura dell'acciaio con 
un'altra, quella portuale ad esempio.
Tanto meno accettabile sarebbe consegnare le aree in mano ad una 
proposta speculativa (edilizia, posteggio di container ..).
Per far questo e' necessario riannodare e riconnettere la lotta per il 
psoto di lavoro e il reddito con quella per un ambiente piu' vivibile.
Il tutto condito dalla lotta per la salute di lavoratori e cittadini.
Per questi motivi e' necessario un forte impegno pubblico, al fine di 
arrivare ad una soluzione che, dopo la bonifica delle aree, assegni una 
parte alle attivita' portuali di manipolazione (distritpark), una parte 
alle tecnologie avanzate, un'altra all'industria manufatturiera pulita, 
insieme all'ampliamento delle lavorazioni siderurgiche a freddo.
Ma non bisogna dimenticare anche gli spazi indispesabili al 
riequilibrio del quartiere (una nuova strada che permetta di 
riqualificare via Cornigliano, riservandola ai mezzi pubblici e al 
traffico locale; aree per parcheggi, un parco urbano e servizi.
Sembra impossibile ma tutto questo potrebbe essere contenuto in un'area 
immensa che, fino ad oggi, ha avuto un bassissimo tasso occupazionale.
La netta bocciatura del forno elettrico puo' forse spiegare 
l'approvazione da parte del Parlamento dell'ormai famoso emendamento 
che consegna le aree siderurgiche di Cornigliano a una SPA a 
maggioranza dele istituzioni governate dal centro destra (Regione e 
Governo).
L'emendamento, di dubbio valore costituzionale, marginalizza le 
istituzioni locali (Provincia e Comune) e parrebbe motivato dalla 
necessita' di 'mettere preevntivamente le mani' sulle arre per 
determinarne l'utilizzo (e la rendita) futura.
Solo se riusciremo a mettere insieme lotta occupazionale e ambientale 
potremo riuscire a resistere a questa operazione.
Tutto questo oggi sembra impossibile, sembra un sogno dovuto a un pasto 
troppo abbondante, ma se saremo in tanti a fare questo sogno 
chissa'.....


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Antonio Bruno
vice Presidente del Consiglio Comunale di Genova
Altro Polo -  Sinistra Verde
339 3442011
bruno@aleph.it
antonio.bruno@katamail.com