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Emilio Riva scrive ai tarantini, vi sveliamo i retroscena (II parte)



"Ancora due anni di vita per l'altoforno e poi la produzione dell'Ilva di 
Cornigliano sarà trasferita negli stabilimenti di Taranto", scrive il 
giornalista Raoul De Forcade sulla Gazzetta del Lunedì del 15 ottobre 2001, 
edizione settimanale del lunedì del Corriere mercantile di Genova.

Questo è il retroscena che spiega la manovra di "public relations" promossa 
da Riva con la sua "lettera ai tarantini" in cui si fanno promesse di 
graduale risanamento unite a cupe allusioni di licenziamento se qualcuno 
intende forzare i tempi.

Scelta buonista, gradualista, paternalista che prospetta un'Ilva più pulita 
per preparare in realtà di nascosco un aumento della produzione con il 
trasferimento dell'altoforno di Cornigliano.

"E' questo - continua De Forcade - il progetto in via di definizione, su 
cui stanno stanno lavorando in gran segreto il gruppo Riva e il governo".

Il governo ci sta mettendo lo zampino? Sembra di sì.

"Non è un mistero - spiega il giornalista - che Riva abbia un feeling 
maggiore col governo Berlusconi che con quelli dei suoi predecessori. E 
questo a dispetto del conflitto che contrappone l'industriale a Sandro 
Biasotti, diventato presidente della Regione Liguria sotto l'egida della 
casa della libertà. A quanto pare, durante i mesi estivi non sono mancati 
incontri tra rappresentanti dell'esecutivo e dirigenti dell'Ilva. Bisogna 
tenere conto, infatti, che Riva deve risolvere anche il grave problema 
sorto con l'ordinanza di chiusura del sindaco di Taranto, Rossana Di Bello, 
che ha disponsto lo stop di alcune batterie della cokeria dell'Ilva 
pugliese perché ritenute inquinanti. Sembra qundi che si stia profilando un 
accordo nazionale che coinvolge anche l'acciaieria genovese. Pare infatti 
che la commissione per la valutazione di impatto ambientale del dicastero 
guidato da Altero Matteoli, che ha ripreso l'analisi del progetto 
industriale dell'Ilva (interrottasi dopo la clamorosa sentenza del Tar, in 
seguito annullata dal consiglio di Stato), sia intenzionata a dare un 
parere negativo sulla possibilità di costruire a Genova un'acciaieria 
elettrica. Il governo, però, sarebbe pronto a ompegnarsi a lasciare a Riva, 
per altri due anni, la possibilità di produrre a Cornigliano con 
l'altoforno e la cokeria. Durante questo lasso di tempo, i ministrei delle 
attività produttive, dell'ambiente, del welfare e delle infrastrutture, 
potrebbero lavorare per sbloccare la situazione di Taranto. Ciò sarebbe 
possibile attraverso un intervento con contributi statali che saranno 
impiegati per mettere il Gruppo Riva in condizioni di ristrutturare, a 
Taranto, fabbrica e cokerie portandole entro gli standard di sicurezza e 
salvaguardia dell'ambiente prescritti dalla legge. A questo punto si 
aprirebbe la strada per un trasferimento della produzione genovese".

Fin qui le parole di Raoul De Forcade sulla Gazzetta del Lunedì (edizione 
del lunedì del Corriere Mercantile, tel.010.53691).

Ce n'è abbastanza per capire i retroscena di questa lettera di Riva e per 
organizzare con ancora più convinzione il corteo del 15 novembre di lotta 
all'inquinamento che vedrà marciare i cittadini dei Comitati spontanei e i 
presidenti di Circoscrizione.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto