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21/06 Milano: incontro con Accion Ecologica dell'ecuador control'Agip-Eni



A tutte le associazioni e gruppi,
Vi invitiamo all'incontro di cui sotto perché sia posibile un primo esame
della situazione in modo da organizzare eventualmente in modo comune una
campagna di pressione sull'Agip-Eni



AIUTACI A SALVARE LE ULTIME SELVE AMAZZONICHE DELL'ECUADOR
APPOGGIA LA CAMPAGNA CONTRO LA COSTRUZIONE DELL'OLEODOTTO DI PETROLI
PESANTI DELL'OCP (UN CONSORZIO DI IMPRESE TRA CUI L'AGIP-ENI)

Per illustrare la situazione incontro con Cristina Ualinga di Accion
Ecologica, Giovedì 21 giugno 2001 alle ore 18 presso il Cantiere, via
Monterosa 84, Milano


Il Governo ecuadoriano ha dato una concessione all'impresa OCP per la
costruzione di un oleodotto che attraverserà il paese da Est ad Ovest,
danneggiando zone di alta fragilità e di grande importanza ecologica ed
agricola per il paese.
Questo è un oleodotto per trasportare petrolio greggio di infima qualità.
La sua lunghezza sarà di 500 Km e passera per le tre regioni che
costituiscono l'Ecuador continentale.
La maggior parte del greggio trasportato proverrà dal Parco Nazionale
Yasuni, ovvero l'ultimo blocco petrolifero che ancora non è stato concesso
all'industria petrolifera e che quindi rappresenta l'ultimo angolo vergine
del Parco Nazionale più importante dell'Ecuador continentale è che al tempo
stesso è il territorio del popolo indigeno Huaorani; inoltre il nuovo
oleodotto amplierà la frontiera petrolifera ai boschi amazzonici del sud
ecuadoriano - finora lasciato quasi intatto- nei territori indigeni
Quichua, Shuar y Achuar
OCP Ecuador è un consorzio costituito da Agip, Alberta, Kerr Mc Gee,
Occidental, YPF, Perez Companc e Techint. L'impresa costruttrice sarà
l'argentina Techint, che ha una pessima storia ambientale. Il costo supera
il miliardo di dollari; ma secondo alcune fonti, questa stima è
assolutamente esagerata, considerando che il prezzo dello stesso oleodotto
nel 1999 era di US$ 400 millones. Non c'è dubbio che a lungo andare la
differenza del prezzo costerà al paese stesso.
Il tragitto dell'oleodotto è stato approvato senza che si realizzasse
previamente uno Studio d'Impatto Ambientale, come invece è sancito dalla
Legge di Gestione Ambientale. Tantomeno vi è stato un processo di
consultazione previa delle popolazioni coinvolte, nonostante sia
obbligatorio secondo la Costituzione della Repubblica. Dopo l'approvazione
del progetto, la ditta consulente ENTRIX ha avuto a disposizione solamente
due mesi per elaborare lo Studio di Impatto Ambientale di un tragitto di
500 Km. che passerà per ecosistemi estremamente complessi.
Infatti l'oleodotto passerà per tutti i sistemi di faglieche interessano
l'Ecuador (in totale 94 faglie) e vari vulcani attivi si trovano lungo il
suo tragitto, inclusi il Reventador, l'Antisana, il Complesso Vulcanico di
Chacama, il Guagua Pichincha e il Pululahua. Particolarmente preoccupante è
il caso del Guagua Pichincha (alla cui base si situa la capitale Quito),
che è recentemente entrato in un processo di eruzione. Un'eruzione violenta
troverebbe l'oleodotto esposto alla caduta di ceneri, di flussi
piroclastici e ad importanti spostamenti di terra.
La rotta dell'oleodotto passa per suoli vulnerabili e con pericolo di
erosione e in regioni ad alta piovosità dove con frequenza si verificano
frane. Un tratto dell'oleodotto attraversa una zona con suoli a rischio di
scivolamento e al tempo stesso caratterizzati da un'alta concentrazione di
scuole medie e superiori, la qual cosa metterebbe a serio rischio il
settore più vulnerabile della popolazione ecuadoriana, ovvero i/le
bambini/e.
L'oleodotto passerà per altre zone fragili e d'importanza ecologica, di
fatto toccherà tutti i piani ecologici del paese, incluse aree dove nascono
torrenti e fiumi, zone agricole di ottima qualità, luoghi con suoli
instabili e ad alto rischio sismico, boschi primari tropicali, etc. Inoltre
l'OCP passerà per quasi 40 centri abitati.
Lungo il suo tragitto vi è anche Valle di Mindo che da alcuni ornitologi è
stata definita come la Capitale Mondiale degli Uccelli, essendo la zona con
maggiore concentrazione di uccelli per unità di area nel Sud America.
L'oleodotto romperà
corridoi faunistici importanti, danneggiando la fauna locale. La
popolazione locale vive con l'allevamento e il turismo: entrambe le
attività saranno seriamente danneggiate dalla costruzione e il futuro
funzionamento dell'oleodotto.
La vicinanza con la Colombia aggrega un rischio addizionale dell'OCP: in
questo vicino paese si sono verificati negli ultimi dieci anni più di 760
attentati diretti ad oleodotti. Con la partecipazione dell'Ecuador al Plan
Colombia e l'accentuarsi della violenza nel paese, l'oleodotto può
rappresentare un obiettivo militare strategico; di fatto nell'ultimo anno
si sono registrati già 4 attentati all'oleodotto già funzionante, il SOTE
(Sistema di Oleodotto Trans - ecuadoriano)
L'Ecuador ha già sofferto gli impatti negativi di oleodotti mal
pianificati, come nel caso del SOTE, costruito 30 anni fa dalla Texaco, che
ha subito numerosi collassi causando morti per ustioni lungo il suo
tragitto.
Acción Ecológica da vari anni sta promuovendo la moratoria all'espansione
della frontiera petrolifera nei tropici: il petrolio che trasporterà questo
nuovo oleodotto è greggio che si estrarrà dall'ultimo pezzo di bosco umido
tropicale vergine dell'Amazzonia Ecuadoriana.
Acción Ecológica lancia un appello a tutte le persone e organizzazioni che
credono che l'Amazzonia debba sopravvivere ad appoggiare la campagna contro
la costruzione di questo oleodotto e contro l'invasione delle ultime selve
vergini dell'Amazzonia Ecuadoriana.











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