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farmaci:talidomide,il veleno del profitto



dal manifesto di giovedi 29 marzo 2001

 Talidomide, il veleno del profitto 
Quarant'anni fa la "Welt am Sonntag" rivelava che il farmaco, distribuito
in tutto il mondo alle gestanti, era causa di malformazioni congenite nei
neonati 
GIANNI MORIANI 

Quarant'anni fa tutto il mondo inorridiva nell'apprendere che per effetto
di uno psicofarmaco sedativo (il talidomide), somministrato a donne nei
primi mesi di gravidanza, erano nati migliaia di bambini colpiti da mancato
sviluppo degli arti (focomelia) e da altre gravissime deformità. Quel
farmaco era stato inizialmente introdotto sul mercato tedesco con il nome
di Contergan da un'industria farmaceutica tedesca, la Chemie Grünenthal di
Stolberg, che ne propagandava l'assoluta innocuità anche quando, come
vedremo, gliene erano già noti gli effetti tossici. La ditta tedesca si era
prodigata, per incrementare i propri profitti, nella diffusione del
talidomide in diversi altri paesi disseminandovi, così, la sventura dei
bambini e la disperazione delle famiglie: 6.000 nella Germania Occidentale,
400 in Gran Bretagna, circa 150 in Svezia, probabilmente altrettanti in
Italia, e altri altrove per un totale compreso, secondo caute stime, tra
gli 8.000 e i 10.000 casi. Dato che il tasso di mortalità dei bambini
vittime del talidomide si aggira intorno al 40%, il numero originale dei
casi è stato così considerevolmente ridotto. Le possibilità di
sopravvivenza, nei casi gravi, sono infatti molto ridotte, a causa
dell'estrema sensibilità alle alte temperature, dovuta alla mancanza delle
estremità che svolgono un ruolo importante nella termoregolazione del corpo.
Un così orrendo crimine sarebbe rimasto celato nella disperazione "privata"
di migliaia di famiglie, ciascuna convinta della propria singolare
sventura, se alcuni medici, avvocati e giornalisti non l'avessero portato a
evidenza, dimostrandone le cause e denunciandone le responsabilità. A loro
e alla parte migliore della stampa straniera si deve se la tragedia del
talidomide ha avuto fine. Contro di loro si schierarono l'establishment
medico abituato a compiacere l'industria farmaceutica, e il potere di
questa. Come adesso vedremo, la Chemie Grünenthal non lasciò nulla di
intentato per nascondere la verità, acquisire il silenzio di chi la
conosceva, intimidire l'onestà di che la dichiarava. Così Giulio A.
Maccacaro introduceva nel 1973 il libro di H. Sjöström e R. Nilsson Il
talidomide e il potere dell'industria farmaceutica, pubblicato da
Feltrinelli e al quale faremo ampio riferimento.

Un'indagine compiuta negli anni '60 rilevava che nella Germania Occidentale
c'erano più di duemila fabbricanti di farmaci, dei quali nemmeno il 2%
disponeva di soddisfacenti reparti farmacologici e sperimentali moderni. Il
numero di prodotti farmaceutici registrati superava i 60 mila: una cifra in
aperto contrasto con quelle degli altri paesi come Usa e Svezia dove, nello
stesso periodo, furono registrati, presso gli enti competenti,
rispettivamente 6.000 e 3.000 farmaci. L'atipica situazione tedesca era
causata dalla mancanza di un adeguato controllo dei farmaci esercitato
dalle autorità. Infatti, la registrazione di un nuovo farmaco, fino al
1961, in Germania Occidentale era una pura formalità, tanto che la legge
del novembre 1958 sui farmaci affermava: "La legge non esige che i farmaci
specializzati sottoposti alla registrazione vengano sperimentati per
accertare la loro efficacia terapeutica".
La società farmaceutica Chemie Grünenthal aveva alle spalle una storia
relativamente breve: fondata nel 1946 a Stolberg dalla Dalli Werke, Mäurer
& Wirtz (che fabbricava saponette, detersivi e cosmetici), iniziò la sua
produzione in una fonderia di rame abbandonata. Hermann Wirtz, uno dei soci
della Dalli Werke, Mäurer & Wirtz, divenne direttore della nuova società.
Durante gli anni '50 la Chemie Grünenthal produceva vari tipi di
antibiotici, dei quali pochi venivano venduti sotto il nome della ditta,
mentre grossi quantitativi erano prodotti per altre società. Ma dato che
per competere sul mercato dei farmaci, una ditta farmaceutica deve avere un
interesse nei propri prodotti, la Chemie Grünenthal non volle essere da
meno, ed ecco che dai suoi "laboratori" fece uscire il talidomide: un
farmaco completamente nuovo che le dischiuse un settore completamente
nuovo, quello dei sedativi e dei sonniferi. Del talidomide,
commercializzato col il nome di Contergan, la Chemie Grünenthal, verso la
fine del 1957, informò i medici del suo nuovo sedativo.
La Chemie Grünenthal combinò il talidomide con altri prodotti farmaceutici
come l'aspirina, la fenacetina, il chinino la bacitracina ecc, tanto che i
tedeschi assunsero farmaci al talidomide per curare disturbi come
raffreddore, tosse, influenza, nervosismo, nevralgie, emicrania e asma. Un
preparato liquido, espressamente preparato per i bambini, divenne la
baby-sitter della Germania Occidentale. Gli ospedali lo impiegarono per
sedare i bambini prima di eseguire studi encefalografici e, naturalmente,
il Contergan "regalò" a molte donne incinte buone notti di sonno.
Un'inserzione pubblicitaria in Gran Bretagna sottolineava la non nocività
del farmaco, mostrando un bambino che si accingeva a prendere un flacone
del prodotto dall'armadietto delle medicine.
Nel 1958 la campagna pubblicitaria del Contergan assunse proporzioni
massicce: 50 inserzioni sulle riviste mediche; 200.000 lettere inviate ai
medici; 50.000 "circolari terapeutiche" furono inviate a medici e
farmacisti. Ebbe inizio una massiccia campagna pubblicitaria per l'uso del
farmaco in pediatria e in geriatria. Fu inoltre ripetutamente raccomandato
l'uso del talidomide nei casi di diabete e disturbi al fegato. L'azione
promozionale della Chemie Grünenthal portò a un consumo del talidomide in
ogni categoria e gruppo di età immaginabile.
Contemporaneamente si passò al lancio del prodotto sul mercato
internazionale, e infine il talidomide fu venduto, per la produzione su
licenza, a undici paesi europei (tra cui l'Italia), a sette paesi africani,
a diciassette paesi asiatici e a undici dell'emisfero australe.
Nella pubblicità del talidomide fu sottolineata in modo particolare la
"completa atossicità" del farmaco. Affermazione sostanzialmente basata sul
fatto che era stato praticamente impossibile uccidere le cavie iniettando
loro qualsiasi quantità di farmaco con una sola dose. "La sostanza
acidimide N-ftalilglutamica (talidomide) è così atossica che può essere
somministrata persino ai neonati e ai bambini", scriveva la Chemie
Grünenthal su una lettera indirizzata a tutti farmacisti della Repubblica
Federale di Germania.
Il 1 agosto 1958 a 40.245 medici generici venne inviato uno studio del
dottor Blasiu. Nella lettera di accompagnamento la Chemie Grünenthal
descriveva il Contergan come il miglior farmaco da somministrare alle
gestanti e alle madri che allattano: farmaco che "non danneggia né la madre
né il bambino". Tutto si basava sull'assenza della tossicità acuta del
talidomide, ma già allora, e da tempo, i farmacologi avevano constatato che
una bassa tossicità acuta non era una garanzia che un farmaco continuerà ad
essere innocuo quando viene assunto ripetutamente anche in dosi deboli per
un periodo prolungato di tempo. In una circolare inviata a tutti i medici
liberi professionisti durante la primavera del 1959 si poteva leggere:
"Anche con dosi eccessive e un consumo prolungato l'efficacia del farmaco
non viene ridotta da effetti collaterali indesiderati".
Con l'esplosivo aumento delle vendite del Contergan nel 1959, aumentò anche
il numero di rapporti critici sugli effetti del farmaco: medici e
farmacisti inviarono rapporti in cui riferivano casi di grave costipazione,
vertigini, malessere, perdita della memoria, diminuzione della pressione
arteriosa e altri sintomi paradossali. Questi effetti collaterali furono
minimizzati dalla società e attribuiti all'assunzione del farmaco in dosi
eccessive e per un periodo prolungato.
Nel settembre 1958, all'ospedale regionale di Hellersen l'uso del Contergan
venne sospeso in considerazione delle gravi reazioni allergiche sotto forma
di gravi casi di porpora (emorragie cutanee locali). La notizia che questi
effetti collaterali sarebbero stati illustrati dai medici di quell'ospedale
in un articolo, mise in allarme la Chemie Grünenthal, e in un rapporto del
12 ottobre 1959 si legge: "Secondo i nostri accordi, il dottor Michael
verrà giovedì 13 ottobre per chiarire la situazione in modo da evitare
un'eventuale pubblicazione".
Nell'agosto del 1959 anche la Pharmakolor AG, l'associata svizzera della
Chemie Grünenthal, in un rapporto dichiarava che 20 medici avevano
informato di gravi affetti collaterali correlati al talidomide.
Poiché gli effetti collaterali erano reversibili, a Stolberg non furono
presi in particolare considerazione. Ma per la società farmaceutica, la
situazione divenne molto più seria quando il 3 ottobre 1959 ricevette un
rapporto scritto dal neurologo Ralf Voss di Düsseldorf. Questo medico aveva
osservato un caso di neurite multipla, probabilmente causata
dall'assunzione di Contergan. Il tipico quadro di una neurite multipla
tossica comprende gravi dolori muscolari e crampi nelle estremità,
debolezza degli arti, disturbi dei riflessi e della coordinazione degli
arti. Va notato che già nel 1956, esperimenti clinici compiuti col
talidomide avevano evidenziato la comparsa di un caso di neurite multipla.
Durante il 1960 le vendite del talidomide continuavano a salire, e nel
maggio esse costituivano il 46% dell'intero fatturato della Chemie
Grünenthal. Ma verso la fine dello stesso anno, la Chemie Grünenthal aveva
ricevuto 1.600 rapporti su vari effetti collaterali la cui causa era
collegata al talidomide, e fra i quali erano descritti oltre 100 casi gravi
di neurite multipla, che salivano a 400 nel febbraio 1961 e a 1.300 nel
maggio dello stesso anno.
Il 21 novembre 1960 un rappresentate della ditta di Stolberg faceva visita
al professor Laubenthal e al suo primario dottor Raffauf, che avevano
ripetutamente segnalato casi di neurite multipla. Quando il dottor Sieviers
della Chemie Grünenthal seppe che Raffauf intendeva pubblicare i risultati
delle sue ricerche, egli cercò di convincere il primario a non farlo.
Laubenthal e Raffauf si opposero alla richiesta. Allora la Chemie
Grünenthal intervenne sulla redazione della Deutsche Medizenische
Wochenschrift che doveva pubblicare l'articolo ricevuto nel settembre del
1960. Di fronte alla protesta degli autori per la mancata pubblicazione
dell'articolo, la rivista si scusò sostenendo che vi erano troppi necrologi
da stampare. Raffauf dirà successivamente che "ciò sembrava francamente
grottesco. Nella nostra clinica discutemmo infatti sulla possibilità che la
rivista stesse tirando in lungo perché era preoccupata di ottenere meno
inserzioni pubblicitarie se avesse pubblicato l'articolo".
Diventando la situazione sempre più pesante, la Chemie Grünenthal assunse
anche un detective privato per segnalare i nomi dei medici che avevano un
atteggiamento ostile nei confronti del Contergan, e in un suo rapporto si
legge: "Il padre del dottor B è un ex comunista e ora è iscritto alla Sed".
Nel luglio 1961 la Chemie Grünenthal dovette affrontare la questione della
sicurezza del talidomide durante la gravidanza. Il problema fu sollevato
dal primario del reparto ginecologico dell'ospedale di Heilbronn.

Durante un congresso dei pediatri della Germania Occidentale tenuto a
Düsseldorf il 18 novembre 1961 si parlò di una misteriosa esplosione di
focomelia (dal greco phoke= pinna e melos= arto), cioè di bambini che
nascevano con le braccia così corte che le mani sembravano spuntare quasi
direttamente dalle spalle, e anche le gambe presentavano deformazioni. In
questo contesto il dottor Lenz di Amburgo rivelò che aveva sperimentalmente
attribuito queste malformazioni alla somministrazione di un diffusissimo
farmaco, recentemente introdotto sul mercato. Il 20 novembre avvenne un
incontro tra Lenz, membri della società di Soldberg e autorità sanitarie di
Amburgo. In quella occasione la Chemie Grünenthal dichiarò che non
intendeva ritirare il farmaco dal mercato. La discussione sul destino del
talidomide avveniva nelle segrete stanze. A rompere il muro di silenzio ci
pensò il 26 novembre la Welt am Sonntag rivelando la catastrofe al pubblico
con un articolo dal titolo: "Malformazioni causate da pillole - allarmante
sospetto di un medico nei confronti di un farmaco distribuito in tutto il
mondo", a cui seguiva una puntualizzazione e una richiesta: "Ogni mese di
ritardo nel prendere una decisione significa che nasceranno da cinquanta a
cento bambini orribilmente mutilati [...] E' ora che le autorità
intervengano, e senza perdere un minuto di tempo!". Il 27 novembre 1961 il
Contergan venne ritirato su richiesta del ministero degli interni del
Nordrhein-Westfalen. Questi sono i fatti che evidenziano un comportamento
teratogeno (dal greco teratos = mostro) della Chemie Grünenthal. Appare
quindi sconvolgente trovare scritto sulla rivista scientifica "Le Scienze"
(numero 7, marzo 1969, p. 11), per mano di Renato Balbi (docente di
neurochimica, neurofarmacologia e neurologia applicata all'università di
Napoli), che "i 'padri' della talidomide non possono essere accusati di
negligenza criminale per non aver previsto gli effetti teratogeni che il
farmaco avrebbe determinato nell'uomo" (sic!).
E' invece vero che, allora, la Chemie Grünenthal obnubilata dal profumo del
denaro era passata sopra ogni segnalazione di rischi connessi
all'assunzione del talidomide. Oggi, nel Terzo Mondo stanno morendo milioni
di ammalati di Aids, anche perché importanti aziende farmaceutiche,
accecate dal profitto, calpestando ogni principio etico vendono a prezzi
proibitivi i loro farmaci salvavita. Un ignominioso filo lega il presente
al passato dell'industria del farmaco.