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Brasile: marea nera



Brasile: marea nera larga 20 km minaccia la costa
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La chiazza di petrolio fuoriuscita nei giorni scorsi dalla piattaforma di
estrazione della società Petrobras, ha ormai raggiunto i 20 chilometri
quadrati di ampiezza. Il petrolio si sta mescolando velocemente con l'acqua
a causa delle forti mareggiate e la marea nera si trova ancora a 120
chilometri dalla costa brasiliana. Grazie al vento il petrolio sembra, per
ora, allontanarsi verso il mare aperto scongiurando, per il momento, il
rischio di disastro ecologico. Ma in casi del genere e' difficile essere
ottimisti: la fuoriuscita del petrolio dalla piattaforma, dove sono stoccati
oltre 1,5 milioni di litri, è solo l'atto finale di una lunga serie di
incidenti provocati dalla Petrobras. Tra i maggiori disastri quello della
Baia di Guanabara (gennaio 2000-1,3 milioni di litri), l'Aracauria (luglio
2000-4 milioni di litri). Ben 95 incidenti negli ultimi 15 mesi che hanno
causato perdite di oltre 5 milioni di litri di petrolio solo nei primi 7
mesi dello scorso anno. Un fallimento per la Petrobras, incapace di
applicare un serio piano di salvaguardia in grado di prevenire fuoriuscite
di petrolio e di scongiurare l'impatto di questo sull'ambiente. Le
piattaforme o i pozzi di esplorazione petroliferi costituiscono un forte
rischio per il mare e dovrebbero costringere le Società ad investire grandi
risorse per la prevenzione degli incidenti: nel 1979 nel Golfo del Messico
esplose la piattaforma di esplorazione della IXTOC, della società PEMEX. Si
trattò forse dell'incidente più grave di questo genere: per oltre un anno
dal fondale marino continuò a fuoriuscire petrolio per un totale di 400.000
tonnellate.

"L'emergenza ora è quella di impedire che il petrolio raggiunga la costa -
in soli 8 giorni la marea nera potrebbe invadere il vicino Parco Nazionale
di Jurubatiba, un paradiso naturale costellato di mangrovie, barriere
coralline dove vivono centinaia di specie marine - ha concluso Pratesi -
anche per le popolazioni locali e soprattutto per l'intensa attività
turistica l'impatto sarebbe disastroso."