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Sugli inceneritori....
Ritengo opportuno far circolare quest'articolo, pubblicato sul manifesto
di domenica 4-3-2001, che ci informa, qualora a qualcuno non fosse ancora
ben chiaro, su come vi siano grossi interessi dietro la volontà di
costruire gli inceneritori.
E i nostri compagni Verdi al governo cosa dicono in merito?
Sono forse troppo distratti dalla gestione delle prebende derivanti dai
loro incarichi istituzionali per occuparsi di questo?
Speriamo che dopo la preannunciata sconfitta elettorale ci sia ancora la
voglia di condurre queste battaglie nei Verdi e nel Paese.
Saluti.
Francesco Saccomanno
del Comitato per la Costituzione a Grimaldi (Cs)
"dell'Associazione Ambientalista del Savuto"
ENERGIE I trucchi furbetti dell'Italia GIULIO VOLPI *
Altro che internet, la nuova economia passa per le fonti rinnovabili.
O forse no. Secondo
una recente proposta di direttiva Europea per l'uso di fonti rinnovabili,
all'esame del
Parlamento europeo, l'Italia dovrebbe aumentare del 250% entro il 2010
l'energia elettrica
prodotta da fonti rinnovabili, come sole, vento e biomassa. La direttiva
fissa un obiettivo
obbligatorio per la produzione di energia elettrica per ogni paese
europeo. Ma l'Italia, che
a parole è in favore delle energie nuove e pulite, sta remando contro,
ostacolando
l'approvazione rapida di questa direttiva in due modi.
1. Obiettivi vincolanti. Ci si oppone all'idea di obiettivi obbligatori,
l'unico modo per
sviluppare le energie rinnovabili in Italia. E si preme anche per ridurre
il target proposto
dalla Commissione europea. Questa posizione la dice lunga sulla reale
volonta politica
italiana, soprattutto se confrontata con altri partners europei, che in
materia ci danno
belle lezioni: la Danimarca si è impegnata a produrre il 20% di
elettricità verde entro il
2003.
2. Definizione di fonti rinnovabili. L'Italia vuole far passare la tesi,
appoggiata solo dal
Regno unito e dall'Olanda, che l'energia prodotta dagli inceneritori
rientri tra le energie
rinnovabili e possa, quindi, ricevere le sovvenzioni che invece
dovrebbero andare a mulini
a vento e pannelli solari. Se questa proposta passasse, sarebbe un duro
colpo non solo
per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia, ma anche per il problema dei
rifiuti. Da una parte,
c'è il rischio che gli inceneritori, gioiellini da 200 miliardi per
impianto, succhierebbero tutte
le risorse per le fonti rinnovabili. Di fatto il governo prevede di
destinare il 40% delle
risorse dei fondi strutturali comunitari per fonti alternative a 40 nuovi
inceneritori.
E' chiaro che favorire l'incenerimento dei rifiuti urbani ed industriali
stravolge la filosofia del
riciclaggio e della prevenzione, su cui tante direttive europee e leggi
italiane sono basate.
Secondo l'Unione europea, la sola soluzione alla crisi dei rifiuti urbani
è la riduzione alla
fonte, cioè spingere gli industriali a usare prodotti riciclabili e i
consumatori a riciclarli.
Favorendo l'incenerimento, sotto il pretesto del recupero energetico si
invertono le
priorità: più rifiuti, più energia. Il caso di Brescia ne è l'esempio
eclatante. Nel 1994 era la
più avanzata in Lombardia per il riciclaggio, circa il 10%. Oggi, dopo
l'installazione di un
grosso inceneritore, il riciclaggio si è fermato al 20%, mentre nelle
altre città lombarde è al
40%.
Se l'Italia intende fronteggiare l'incremento dell'effetto serra
naturale, si doti di un
obiettivo di produzione di energia "verde" almeno del 20%,
entro il 2010, e chieda
l'approvazione immediata della direttiva europea sulle fonti alternative,
senza l'inganno
dell'incenerimento.
* Wwf International