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FAO: trovato accordo contro pesca illegale
FAO: Trovato accordo per cobattere la pesca
illegale.
Un rapporto dell'organizzazione rivela che il
75% delle risorse ittiche mondiali piu' utilizzate per l'alimentazione sono
sovrafruttate o sfruttate al limite.
2 Marzo 2001
Roma, Italia: Ieri notte, presso la sede della
FAO, 114 governi hanno trovato un accordo per combattere la pesca illegale.
Tale accordo rendera' piu' difficile per i pescherecci illegali nascondere
la loro vera identita' e vendere il loro pescato ai mercati.
L'accordo tra i 114 paesi e' stato trovato dopo
due settimane di trattative, e sarebbe piu' debole di quanto Greenpeace e alcuni
governi si aspettassero.
Comunque, se il trattato verra' migliorato,
sara' piu' difficile per i pescerecci pirata nascondere la propria nazionalita'
e il nome del proprietario, pescare in mare e vendere i pesci catturati
illegalmente. Il piano della FAO chiede anche ai governi di rendere
illegali gli accordi e gli scambi commerciali tra banche, compagnie
d'assicurazione, e grandi negozi alimentari con aziende ittiche
pirata.
Greenpeace chiede ai paesi di rafforzare le
misure anti-pesca illegale e farle diventare legge nazionale.
Il piano e' volontario e debole soprattutto
nelle questioni chiave, come la chiusura di porti ai pescherecci illegali. Ma
se i governi renderanno illegale il commercio di pesce catturato dalle navi
pirata e il cambiamento del nome del reale proprietario, allora questa sara' la
strada giusta per eliminare tale tipo di pesca.
Durante i negoziati, il Messico e il Brasile
hanno fortemente contrastato provvedimenti chiave, indebolendo la proposta di
chiudere il mercato al pesce illegale e chiudere i porti ai pescherecci pirata.
Molti peasi come la Norvegia, l'UE, l'Australia, la Mauritania, l'Islanda, e gli
USA hanno detto che avrebbero voluto un accordo piu' severo per
combattere il problema.
Secondo un rapporto pubblicato questa settimana
dalla FAO, il 75% delle risorse ittiche mondiali (utilizzate per
l'alimentazione) sono completamente sfruttate o sfruttate al limite di
rigenereazione.
Il rapporto rivela anche l'allarmante impatto
del sovrasfruttamento ittico sull'intero ecosistema marino. Gran parte degli
ecosistemi oceanici mondiali sono vicini al totale sfruttamento. Solo
l'Oceano indiano orientale e il Pacifico occidentale mostrano poco stress.
Secondo Greenpeace esistono circa 1,300
pescherecci di scala industriale che portano bandiere di convenienza. I
proprietari "registrati" di queste navi si trovano in 80 paesi, ma molti sono di
Taiwan, Spagna, Panama e Honduras.