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inquinamento a Taranto, petizione al sindaco (bozza che ognuno puo' modificare)



Petizione al Sindaco di Taranto Rossana Di Bello
Municipio
74100 Taranto

No al trasferimento a Taranto 
delle produzioni siderurgiche inquinanti 
che Genova non vuole più

Noi cittadini Le chiediamo:

- di opporsi ad ogni aumento del carico di inquinamento industriale sulla
città per ragioni di tutela della pubblica salute; e pertanto di attivarsi
pertanto presso le autorità regionali affinché non venga concessa alcuna
autorizzazione all'ILVA per l'aumento del 25% della produzione di acciaio;

- di posizionare la centralina mobile del Comune nell'area industriale per
meglio monitorarne l'inquinamento in loco.

Le ragioni della nostra protesta

L'aumento da 8 a 10 milioni di tonnellate della produzione di acciaio
comporterebbe un parallelo aumento da 20 milioni a 25 milioni di tonnellate
annue di minerale e carbone, come si legge sulla relazione della
Commissione Ambiente del Comune. Tutto ciò, allo stato attuale, si
tradurrebbe in un ulteriore incremento del 25% dell'inquinamento cittadino
di provenienza ILVA: proprio ora che sta per aprirsi un processo in materia
ambientale a carico di Riva e di altri suoi emuli. Non vogliamo che vengano
trasferiti a Taranto gli impianti di Cornigliano (ILVA di Genova) che gli
amministratori liguri non vogliono più in quanto troppo inquinanti.

Per la stessa ragione riteniamo che non vada autorizzata alcuna proroga
alla vecchia e inquinante centrale termica CET/1 (dato che essa è già stata
sostituita con altro impianto che ha usufruito di pubblici finanziamenti) e
alle batterie ad alto rischio cancerogeno della cokeria. Crediamo che il
problema centrale - da cui si dipartono gli altri - sia quello di non
concedere alcuna autorizzazione per ulteriori carichi produttivi
ecologicamente "non sostenibili" e non valutati in termini di impatto
ambientale.

Questa nostra richiesta non è "anti-industriale" ma deriva dalla semplice
constatazione che - per ragionevoli cautele ambientali - anche i grandi
impianti siderurgici del Giappone non superano i 6 milioni di tonnellate
annue di acciaio, mentre Taranto si sta incamminando verso una cifra
doppia, diventando la seconda acciaieria del mondo dopo un impianto
sudcoreano. I costi ambientali e sanitari di una simile operazione sono
scaricati sulla gente: raddoppio dei tumori in 30 anni, aumento delle
malattie dell'apparato respiratorio, allergie e una devastazione senza
precedenti della parte forse più bella della costa. Per una miope
operazioni di breve respiro vengono compromesse per decenni le prospettive
di sviluppo turistico e ambientale di un'intera città.

        Nome e cognome                    Indirizzo                      Firma
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