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(Fwd) RIUNIONE DEL 28.01 su produzioni di morte + Vol Roma




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From:           	"red*ghost" <red-ghost@libero.it>
Subject:        	RIUNIONE DEL 28.01 su produzioni di morte + Vol Roma
Date sent:      	Sat, 3 Feb 2001 00:04:40 +0100

RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 28.01.2001

Domenica 28 gennaio 2001 si è tenuto a Bologna, Via Avesella n.5/a, il primo
incontro a seguito dell'appello lanciato dal Coordinamento Salvaguardia
Biodiversità per discutere sulle produzioni di morte già esistenti e quindi
sull'eventualità di intraprendere un percorso comune con altre realtà
sensibili a questo argomento, e sulla nuova fabbrica che dovrebbe nascere a
Ravenna per la produzione del glisolfato - principio attivo per l'erbicida
usato e commercializzato dalla Monsanto sulle colture transgeniche.

Erano presenti diverse realtà (associazioni e comitati) provenienti da
diverse zone d'Italia (sud, centro e nord) che già si interessano,
promuovono iniziative e fanno controinformazione sia sulle biotecnologie che
su altre produzioni dannose alla salute (es. antenne per telefonia), oltre
che un gruppo di persone, che pur non essendo organizzate, sono interessate
ad incominciare a promuovere iniziative di informazione sulle biotecnologie.

Molti dei presenti hanno paragonato la scelta di queste nuove produzioni a
quelle del nucleare, portando pertanto l'attenzione alla critica del sistema
di produzione attuale: la ricerca e le nuove produzioni servono a mantenere
le malattie e non a debellarle, anzi, andare incontro a rischi di salute non
conosciuti, e conseguentemente mantenere la produzioni dei medicinali e
delle cure (gli stessi gruppi capitalistici che hanno in mano gli
allevamenti hanno in mano la produzione dei mangimi e chi fornisce sementi
per l'agricoltura fornisce anche pesticidi ed erbicidi da utilizzare sugli
stessi).

Considerando che in Italia sono già presenti molti gruppi che si attivano e
si interessano su quello che l'attuale sistema capitalistico produce, ed in
specifico si interessano a quelle che sono le produzioni dannose alla salute
ed all'ambiente, è emersa la volontà di formare una rete di comunicazione
sia per scambiarsi informazioni utili che materiali (video, dossier, stampe
ecc..) sia fra chi già si muove sia con chi è intenzionato a muoversi.

Le diversità che possono esserci fra coloro che sono interessati a questi
temi, devono essere assunte come una ricchezza in quanto di fronte a questo
tipo di problemi, è importante la partecipazione di tutti. Parlando più
specificatamente della fabbrica da erigere a Ravenna, è emersa la
consapevolezza di alcuni dei presenti, anche non abitanti in questa città,
che la città stessa è già duramente colpita dalla presenza di un polo
chimico che fa le analoghe produzioni nocive ed inquinanti presenti in altre
zone d'Italia (vedi Porto Marghera e Brindisi) nelle quali però, a contrario
di Ravenna, c'è già stata una certa mobilitazione e se ne è parlato anche a
livello nazionale portando l'attenzione alla gente anche attraverso la
stampa. Infatti ci si è chiesti come mai a Ravenna questa problema non è
ancora stato affrontato e non è ancora scoppiata la dovuta contraddizione,
visto il triste primato che la città stessa detiene per i malati ed i morti
di tumori. E' comunque stato detto chiaramente che , relativamente alla
costruzione della detta fabbrica, non è tanto il fatto che non la si vuole a
Ravenna in quanto città ad alto rischio ambientale, quanto il fatto che non
la si vuole in nessuna altra città proprio per il collegamento diretto che
questa ha con la coltivazione delle colture transgeniche.

Ci si è anche chiesti come mai sia stata scelta proprio la regione
Emilia-Romagna per questo nuovo sito (come qualcuno ha ricordato, fu la
stessa regione scelta a suo tempo per un sito nucleare) e la risposta
comune, oltre ad altre ragioni dettate dalla fattispecie del territorio
stesso, è stata che in questa regione c'è ormai da molto tempo una certa
tranquillità popolare generalizzata. Si potrebbe ironicamente sostenere che
le nebbie della pianura padana sono state invasive anche sulle menti dei
suoi abitanti.

Si è anche costatata la necessità di informarsi più specificatamente sulla
regolamentazione circa le biotecnologie in Italia, in quanto si sa che per i
campi sperimentali sono scadute le autorizzazioni, che la moratoria è finita
al termine del 2000, si sa che di fatto ci mangiamo comunque cibi contenenti
soia OGM o altri ingredienti tali, che ci sono coltivazioni (pomodori,
melanzane, alberi, ecc.) geneticamente modificati, ma non conosciamo con
esattezza con quali autorizzazioni possono essere fatti. Interessante la
proposta, se ce ne fossero le possibilità, di riuscire ad avere alcuni di
questi prodotti, esempio una melanzana della quale si conosca chiaramente da
chi è stata coltivata, per poterla fare analizzare. Si è naturalmente
parlato anche dell'aspetto dell'agricoltura biologica, che nonostante sia
presente in Italia oramai da molti anni, è ancora inaccessibile per i più,
dato gli alti costi dei suoi prodotti. Le multinazionali hanno speso
miliardi per la ricerca sulle colture transgeniche, delle quali loro si
guardano bene dal preoccuparsi delle ripercussioni che avranno nel tempo sia
sulla salute delle persone (il caso mucca pazza dovrebbe essere un buon
esempio) sia sull'ambiente (DDT nei poli, ecc.), ma molto poco è stato speso
per far sì che un tipo di agricoltura, della quale si conosce già essere
meno inquinante e non dannosa alla salute sulle persone, possa divenire un
bene di largo consumo ed alla portata di tutti. (In tema di biotecnologie mi
sembra comunque riduttivo parlare solo dell'agricoltura, anche se questo è
l'aspetto che ci tocca in primis e maggiormente) in quanto questa
rappresenta la nuova scienza legata alle future produzioni (anzi presenti)
di questo nuovo secolo (il fatto che alcune multinazionali abbiano
abbandonato la chimica per buttarsi in questo campo dovrebbe far capire
qualcosa). Ed il fine ultimo, ormai chiaro e lampante, il poter avere la
proprietà di tutto l'esistente attraverso i brevetti.

Altro aspetto importante del quale si è detto di tener conto, prestandoci
attenzione, è il fatto che ogni qualvolta viene impiantata una nuova
fabbrica, le amministrazioni locali si attaccano al discorso sulla
occupazione-nuovi posti di lavoro.

In realtà sono tipi di fabbriche che richiedono uno scarso numero di
personale perché altamente tecnologiche ed automatizzate. Sarebbe quindi
interessante sapere quanti dipendenti sarebbero richiesti anche per questa
nuova fabbrica, ma ciò solo per poter contrastare la solita scusa che prima
o poi verrà espressa anche in questo caso dall'amministrazione locale.
Comunque, indipendentemente dal numero degli occupati, si è detto che
nessuna produzione di morte possa essere fatta con questa giustificazione: è
sempre dare lavoro a chi, poi, potrà pagarne le conseguenze con la propria
salute e con quella delle altre persone. Interessante è stata anche la
proposta di una rete di sussistenza e mutualistica verso chi pratica un
certo tipo di agricoltura e ciò per collegare l'impegno politico con la
sussistenza. C'è in Italia già qualche esempio di piccole realtà che cercano
di praticare altre forme di scambio che non siano necessariamente il denaro.
Le proposte emerse dal dibattito sono:

manifestazione a Ravenna per il 10 marzo 2001

altra riunione fissata per il 18 febbraio 2001 a Bologna, stessa sede di Via
Avesella n.5/a

costituzione di una rete telematica (un sito, una mail list)

promuovere iniziative locali di controinformazione, ciascuno per quanto di
sua possibilità.

(A questo proposito Red Ghost ha a disposizione video molto interessati
sugli OGM, sull'inquinamento elettromagnetico, sull'inquinamento prodotto
grazie alle guerre praticate dalla NATO nell'ultimo decennio, chi è
interessato ad averli li può contattare via e-mail).

Monica del
Coordinamento Salvaguardia Biodiversità

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APPELLO PER LA COSTITUZIONE DI UN

"COMITATO DI CONTROINFORMAZIONE E LOTTA AGLI

O.G.M. E ALLE PRODUZIONI DI MORTE DEL CAPITALE"

L'epifenomeno, o punta dell'iceberg, della cosiddetta "mucca pazza" dimostra
la stretta correlazione tra i guasti irreversibili prodotti dall'umanità e
all'ambiente, e la persistenza a livello globale del sistema sfruttatorio
del capitalismo. Un sistema stritolatore, quello del capitale, che non si
arresta davanti a niente, se non viene contrastato dall'assunzione di
responsabilità a libello collettivo ed organizzato da parte dei diretti
soggetti colpiti dal suo strapotere.

L'intima interconnessione tra il sistema
produttivo-circolatorio-distributivo-consumatorio delle merci e la vita di
miliardi di persone è (o dovrebbe essere) un dato ormai acquisito da
moltissimi, se non da tutti. Il guaio è che le persone sembrano ritenere da
un lato, che questo è il minore dei mali possibili, e dall'altro che non vi
sia alternativa realistica all'attuale organizzazione della vita.

UN ALTRO MONDO E UN'ALTRA VITA TERRENA SU QUESTO (E NON NELL'AL DI LA' O SU
ALTRE GALASSIE) SONO INVECE POSSILI. OCCORRE PERO' DESIDERARLE E,
COMPATIBILMENTE CON L'IMPEGNO E LE ENERGIE DEI PIU', BISOGNA CONQUISTARSELI.

"Pensare globalmente ed agire (anche) localmente", non deve ne' può essere
solo uno slogan. Occorre l'impegno progettuale, quotidiano per realizzare
ciò che si vuole e si desidera.

Per "prendere di petto" la questione si può raccogliere il presente invito a
partecipare alla RIUNIONE DI DISCUSSIONE PER LA COSTITUZIONE DI UN COMITATO
DI CONTROINFORMAZIONE E LOTTA AGLI O.G.M. E ALLE PRODUZIONI DI MORTE NEI
NOSTRI TERRITORI. La materia e i casi non mancano, a partire per esempio,
dall'esistente "polo industrial-pestifero" di Ravenna al quale si vuole
aggiungere (per il momento!) un insediamento produttivo (per 20.000
tonnellate/anno iniziali) di un famigerato "diserbante-pesticida" -
denominato glifosato - funzionale alle coltivazioni trsgeniche di una delle
multinazionali più note: la MONSANTO. L'operazione, già autorizzata dalla
"sinistra" regione Emilia-Romagna, prevede l'imminente nascita di ulteriore
polo chimico europeo in capo alla stessa multinazionale, che si fa
rappresentare in quel territorio dalla I.C.R.-Intermedi Chimici Ravenna
S.p.a.

Il territorio ravennate, per fortuna, è già stato mobilitato da vari
attivisti che lottano contro tale "cancro"; si è già dato corso
all'intervento di informazione reale su tale aggiuntiva "produzione di
morte" e si sta lavorando alla crescita della mobilitazione e della lotta
dei cittadini del luogo che sfocerà in una prima manifestazione il 10 marzo
prossimo.

Non è solo il glifosato la "bestia nera" del caso ma, come in qualsiasi
impianto chimico di produzione, oltre il prodotto finito, c'è tutto il
compendio che riguarda i sottoprodotti del ciclo di lavorazione per ottenere
il glifosato: dalla creazione di inquinanti
pericolosi-tossici-nocivi-cancerogeni quali l'idrogeno, il metanolo, il
formiato di sodio, la formaldeide; agli scarichi in aria e in acqua di altri
effluenti gassosi e liquidi; alla produzione e quindi la relativa messa a
discarica di scorie non riciclabili; dal riciclaggio alla
commercializzazione di altri sottoprodotti destinati ad ulteriori passaggi
produttivi in campo chimico od affine ad esso.

SIAMO IN PRESENZA, COME SI VEDE, DI UNA "MONTALTO DI CASTRO
CHIMICO-TRASGENICA" ANCHE PEGGIORE DELLA STESSA EX-CENTRALE NUCLEARE.

TUTTI COLORO CHE SONO INTERESSATI A SAPERNE DI PIU' E, SOPRATUTTO, A

FARE QUALCOSA E DI PIU' SONO INVITATI ALLA RIUNIONE DI DISCUSSIONE IL

7 FEBBBRAIO ALLE ORE 18:30 PRESSO LA SEDE DELLA

"CONFEDERAZIONE-COBAS" IN VIA APPIA NUOVA, 357 ROMA

(Metro A- fermata Furio Camillo).


Roma, 2 febbraio 2001


* CONFEDERAZIONE - COBAS * Via Prenestina, 163 00176 Roma

Tel.0627800816 fax 0627800817 http:\\www.cobas.it  e-mail: cobas@cobas.it


* COORDINAMENTO TERRITORIALE M.AG.M.A. *

Piazza dell'Olmo, 13 00066 Manziana (Roma)  e-mail:
coordinamento_magma@yahoo.it

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niente ci fermerà! ci riprenderemo tutto: la vita, la Terra e l'ozio.
RED GHOST
materiali per la controinformazione e la lotta
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