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PeaceLink: "Chiudete quelle batterie, provocano il cancro"



Perché questo incontro

L'incontro del 31 gennaio 2001 sull'inquinamento è stato promosso da
PeaceLink con i seguenti obiettivi 
·	Creare un dossier-inquinamento su Internet
·	Costituire un fronte di opinione pubblica che appoggi la magistratura
tarantina nell'opera meritoria di indagine sui responsabili
dell'inquinamento industriale
·	Attirare in particolare l'attenzione sulla deposizione il 5 febbraio
della perizia svolta a tappeto sull'intera area industriale (da cui
dipenderà l'avvio del più importante processo a Taranto sull'inquinamento
industriale)
·	Realizzare un'ampia convergenza fra tutte le associazioni che a Taranto
si occupano di ambiente e salute
·	Sollecitare sindacati, istituzioni e forze politiche nell'indispensabile
opera di prevenzione e controllo senza la quale l'azione a posteriori della
magistratura diventa unicamente rivelatrice di inadempienze, specie di chi
dovrebbe tutelare i cittadini e i lavoratori
·	Richiedere che tutte le informazioni sull'inquinamento vengano messe su
Internet, compreso i dati delle centraline delle industrie private

Ma perché PeaceLink - che si è occupata del rischio nucleare - si sta
interessando di inquinamento industriale?
Perché occorre abbattere il muro del silenzio sui dati. 
Troppi dati non sono conosciuti e giacciono nei cassetti. 
Le informazioni sono potere. 
I silenzi pure. 
Le analogie fra il rischio nucleare e l'inquinamento industriale sono
evidenti. 
Sia per l'uno che per l'altro caso appare evidente la carenza - se non
l'assenza - di informazioni. Il silenzio mantenuto sul versante industriale
è non meno serrato del segreto mantenuto sul versante militare. 
A Taranto non si sa ufficialmente perché i morti di cancro sono raddoppiati
mentre in Italia calano, non si conosce di chi è la responsabilità di
questo omicidio colposo. 
Taranto come Ustica: la città dei segreti, della strage senza colpevoli.

Abbiamo ritenuto utile pubblicare sul nostro sito una dozzina di foto del
reparto forse più inquinante del centro siderurgico, la cokeria, con in
primo piano i fumi cancerogeni che entrano nei polmoni dei lavoratori prima
e - con la complicità dei venti - nei polmoni dei cittadini poi.

Tra la cokeria e l'uranio impoverito non sappiamo cosa sia peggio.

Che fare? Prima di tutto informare.
Sarebbe utile se il PMP (Presidio Multizonale di Prevenzione) mettesse su
Internet i dati della propria attività di prevenzione, al servizio dei
cittadini, tirando fuori dai cassetti tutte le informazioni di cui dispone
e socializzandole. Sul sito Internet della ASL invece non c'è nulla di
tutto ciò. 

Mettere in rete le conoscenze significa rompere i silenzi, spostare il
potere verso i cittadini, fare un salto di qualità culturale come città. E
mentre il mondo si avvia verso la "civiltà della conoscenza" e della
globalizzazione dell'informazione, a Taranto sembriamo a volte fermi alla
preistoria dell'industria. Sarebbe banale tacciare questa richiesta di
trasparenza come anti-industrialismo, a meno che non si sostenga un
industrialismo rozzo di primo Ottocento.
Crediamo anzi che una moderna cultura industriale si debba appropriare
delle tematiche ambientali. Un'industria che produca distruzione degli
uomini e della natura non produce futuro ma lo consuma. Un'industria che si
faccia carico dei problemi ambientali è invece possibile e in città vi sono
- nonostante tutto - alcuni esempi di ciò. Occorre estenderli. E' questo
l'obiettivo a cui tutti dobbiamo concorrere per promuovere uno sviluppo
sostenibile che lasci a Taranto uno spazio per il turismo, le sue vocazioni
ambientali e il benessere dei cittadini.
 
Non appena sarà consentito, PeaceLink inserirà su Internet la perizia
sull'inquinamento a Taranto che verrà depositata il 5 febbraio. Malattie,
morti, sofferenze e un deturpante sconvolgimento ecologico sono esperienza
quotidiana che,  tradotta in cifre, registra nella nostra città un aumento
dei decessi per cancro del 100% dal 1971 a oggi.
Riteniamo importante che i cittadini possano leggerla direttamente - con le
opportune spiegazioni ipertestuali che Internet consente - acquisendo tutta
l'informazione disponibile tramite i computer. Ci siamo specializzati in
Italia ad usare Internet come mezzo per favorire la partecipazione dei
cittadini alla vita della società e vorremmo tentare di fare questo anche a
Taranto. 

Forse alcuni pensavano: PeaceLink si occupa del rischio nucleare e
dimentica l'inquinamento industriale. La pubblicazione del piano di
emergenza nucleare e della perizia - quando sarà possibile - sono due
contributi che offriamo alla trasparenza e all'informazione per un futuro
più sicuro in cui i cittadini possano sapere e possano contare. 
Non facciamo questo lavoro di trasparenza "contro" qualcuno (i militari,
gli industriali…) ma "per" tutti: per questa città.
Noi non siamo cittadini rassegnati e pensiamo e che una città migliore è
possibile.

Alessandro Marescotti

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Al Prefetto di Taranto

Oggetto: cokeria, richiesta chiusura batterie 3/6



Sulla base di quanto pubblicato dal Corriere del Giorno in data 26/1/2001
veniamo a conoscenza che il PMP (Presidio Multizonale di Prevenzione) della
ASL TA/1 abbia proposto il fermo delle batterie 3/6 in relazione alle loro
emissioni e in considerazione del "permanere di situazioni operative
deficitarie" e "alla mancanza di un impianto di aspirazione e
depolverizzazione delle emissioni diffuse nella fase di sfornamento coke".

Le forti emissioni di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) di questi
impianti della cokeria contengono agenti cancerogeni come il benzoapirene
che entra nei polmoni dei lavoratori e - con la complicità dei venti -
anche nei polmoni dei cittadini.
 
Per mettere in risalto la gravità della situazione abbiamo deciso di
mettere sul sito di PeaceLink le foto dei gas contenenti IPA (si veda il
sito Internet  www.peacelink.it ).
Le foto rivelano a colpo d'occhio le nubi cancerogene in cui i lavoratori
sono avvolti e che salgono liberamente verso il cielo della città.

Chiediamo pertanto alla Prefettura di interventire presso tutti gli enti
competenti perché la chiusura delle batterie 3/6, già proposta dal PMP, sia
effettivamente resa operativa nell'interesse della salute dei lavoratori e
dei cittadini, anche in considerazione del fatto che nuovi impianti più
moderni sono stati realizzati.

Con osservanza

Prof. Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
099.7303686
Taranto 1/2/2001