[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Relazione di Tamino su Authority europea per la sicurezza alimentare



>From: "WWF ITALIA - Roberto Brambilla" <r.brambilla@wwf.it>
>Riporto di seguito la relazioni di Gianni Tamino al convegno di Parma del 25
>novembre 2000 sulla Authority europea sulla sicurezza alimentare. Al vertice
>di Nizza si discuterà anche della scelta della città europea che ospiterà
>l'Authority. La cosa non é secondaria perché dietro ogni città ci sono
>filosofie diverse rispetto, ad esempio, al comparto degli OGM o a quello
>delle produzioni tipiche.
>E' importante anche seguire gli sviluppi del regolamento europeo secondo il
>quale dovrà funzionare l'Authority: Tamino auspica che sia approvato in
>tempi rapidi.
>A presto
>Roberto Brambilla
>
>
>L’impegno italiano per istituire l’Autorità per la sicurezza alimentare
>di Gianni Tamino
>
>Gli sviluppi della vicenda “mucca pazza”, dopo “pollo alla diossina”, dopo i
>pesticidi nel piatto e dopo tutti gli altri innumerevoli problemi che
>mettono in pericolo la sicurezza alimentare, a partire dal grande (ma solo
>recentemente) dibattito sui cibi transgenici, pongono con forza l’esigenza
>di una seria e credibile Autorità in grado di affrontare questi temi,
>fornendo nel contempo garanzie al consumatore e certezze agli operatori
>economici.
>La proposta di un’autorità alimentare europea è contenuta nel  “Libro
> bianco” proposto da Prodi nel gennaio di quest’anno. I compiti previsti
>sono non solo la sorveglianza sull’applicazione delle norme in materia di
>sicurezza alimentare, ma anche azioni preventive per garantire salubrità e
>qualità dei cibi; l’autorità, però,  non farà né ispezioni né potrà
>infliggere sanzioni e soprattutto non gestirà le situazioni di rischio.
>Recentemente la Commissione ha meglio definito il ruolo della Autorità con
>una proposta di regolamento, adottata l’8 novembre, e ora sottoposta al
>vaglio di Consiglio e Europarlamento. In questa proposta si ribadiscono
>importanti principi, quali un adeguato livello di protezione della salute,
>il principio di precauzione, la difesa dei diritti dei consumatori, il
>principio di trasparenza, la tracciabilità delle sostanze che entrano a far
>parte del prodotto alimentare finale, passaggio indispensabile per l’
>etichettatura sul processo produttivo e sulla provenienza oltre che per
>individuare le responsabilità dei produttori.
>L’Autorità, che si configurerà come una Agenzia, dovrebbe diventare
>operativa tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003, potrà disporre di un
>budget annuo di 40 milioni di euro (quasi 80 miliardi di lire) e impiegherà
>all'inizio 255 persone, che diventeranno 330 in un triennio. I ricercatori
>alle dipendenze della "autorithy" dovranno  non soltanto possedere requisiti
>scientifici di prim'ordine, ma anche dimostrare di essere totalmente
>indipendenti dalle industrie, e a tale scopo ogni anno dovranno firmare una
>dichiarazione che in cui si esclude ogni conflitto di interessi. L'autorità
>alimentare controllerà la qualità degli alimenti umani e animali, dovrà
>identificare ogni fattore di rischio per il cibo e dunque per la
>salute anche attraverso una "rete di allarme rapido", avrà competenza in
>tema di nutrizione, ma non potrà prendere decisioni, neanche in caso di
>emergenze: pareri e raccomandazioni dovranno essere trasmesse alla
>Commissione europea, a cui spetterà l'ultima parola. In compenso potrà
>comunicare direttamente con il pubblico, e le sue ricerche e i suoi
>documenti saranno disponibili anche via Internet. La struttura dell'autorità
>prevede otto settori di esperti che indagheranno su alimenti animali,
>protezione delle piante, Ogm, prodotti dietetici e allergie, rischio
>biologico, contaminazioni nella catena alimentare, salute degli animali.
>L'EFA, cioè la “European Food Authority”, sarà totalmente indipendente, e
>sarà gestita da un Consiglio direttivo di cui faranno parte anche i
>rappresentanti degli stati membri, delle istituzioni europee, dei
>consumatori e delle industrie. Il lavoro degli scienziati sarà coordinato
>dal Comitato  scientifico, mentre del comitato consultivo faranno parte i
>responsabili delle rispettive agenzie nazionali.
>Da quanto esposto si deduce che questa Autorità svolgerà anche le funzioni
>previste dalla indagine conoscitiva della Commissione Agricoltura della
>Camera sulle biotecnologie (costituzione di un’Authority scientifica in
>grado di esercitare le necessarie funzioni di controllo sul settore
>biotecnologico).
>Il libro bianco e il Regolamento proposto affidano, dunque, ad un’unica
>struttura il compito di individuare e segnalare alla Commissione eventuali
>alimenti e sostanze nocive alla salute del consumatore. Una funzione che
>dovrebbe far diventare l’Autorità un centro di riferimento per i cittadini,
>attraverso l’espletamento di tre compiti: fornire pareri  scientifici e
>informazioni alla Commissione su tutte le questioni che hanno un impatto
>sulla sicurezza e la salute dei consumatori; raccogliere e analizzare le
>informazioni disponibili sia a livello comunitario, sia a livello
>internazionale in materia di sicurezza alimentare; comunicare ai cittadini
>sia i risultati delle analisi effettuate sugli alimenti, sia i pareri
>espressi dagli scienziati.
>L’Italia ha candidato la città di Parma a sede dell’Autorità europea per  la
>sicurezza alimentare con una proposta avanzata dal Consiglio dei Ministri il
>19 maggio scorso ed ufficializzata dal Ministro delle politiche comunitarie,
>Mattioli, il 25 maggio in occasione del            Consiglio dei Ministri UE
>del Mercato Interno.
>Ma l’iter per l’ubicazione della nuova Autorità non è stato ancora
>completato. Il Consiglio europeo di Feira del 19 e 20 giugno aveva previsto
>che una decisione in merito per la fine dell’anno ; sembra probabile che la
>decisione verrà presa a Nizza in dicembre.
>Al momento fra le candidate abbiamo non solo Parma, ma Barcellona per la
>Spagna e Helsinki per la Finlandia. E’ evidente che si profila uno scontro
>tra due aree dell’Europa: quella del nord contro quella del sud; ma le due
>ipotesi sottintendono anche due diverse filosofie sulla sicurezza
>alimentare. Da una parte chi pensa solo ad una sicurezza frutto di assenza
>di microrganismi, cioè sterilità e asetticità, dall’altra chi conosce una
>ampia diversità di cibi, di qualità, la cui sicurezza è data dall’equilibrio
>tra diverse componenti, spesso vive ed in evoluzione (come nel caso dei
>formaggi).
>Per questo Parma, con i suoi prodotti tipici, ma anche con le competenze
>scientifiche della sua università, è una sede ideale per rappresentare oltre
>alla sicurezza anche la cultura del cibo di qualità, la cui diversità va
>salvaguardata da facili tendenze alla standardizzazione.