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[ACEA #569] I dati sull'acqua potabile di Greenpeace



Agenziastampa per i Consumi Etici e Alternativi
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Comunicato n. 569 del 28-11-00

I dati sull'acqua potabile  di Greenpeace

Greenpeace pubblica i dati ottenuti durante dopo il tour dell'acqua  che ha
interessato numerose citta' italiane con circa 400 campioni  raccolti, con
i quali e' stata analizzata l'acqua potabile che arriva  nelle nostre case.
Quattordici le localita' dove, nei due mesi del  tour, sono stati raccolti
campioni per valutare l'eventuale presenza  di sostanze tossiche. Ricercati
speciali di queste analisi i  trialometani (THM), quella famiglia di
composti chesi formano quando  l'acqua viene trattata con prodotti a base
di cloro per la  potabilizzazione.
La clorazione e' attualmente il trattamento piu' utilizzato in Italia  per
eliminare dall'acqua i batteri che potrebbero essere causa di  problemi
sanitari, ma che, tuttavia, non garantisce assenza di  rischi. L'aggiunta
di sostanze chimiche all'acqua (l'ipoclorito nello  specifico) provoca la
formazione di altri composti, molti dei quali  tossici poiche' possono
provocare, tra l'altro, malattie croniche e  tumori. I dati sono a
disposizione del pubblico in un'apposita sezione del  sito:   di Greenpeace
http://www.greenpeace.it/camp/toxic/acqua/index.html

Le risorse idriche non rappresentano un patrimonio inesauribile. In  Italia
piu' del 70% dei prelievi idrici e' assorbito  dall'agricoltura, il 10% e'
destinato al consumo umano mentre il  restante 20% viene impiegato
dall'industria L'esigenza di una  corretta politica di tutela delle acque
nasce dalla considerazione  che per garantire il risanamentoe l'uso
corretto e razionale delle  risorse idriche e' necessario ridurre ed
eliminare l'inquinamento  diffuso provocato da attivita' agricole e
industriali e risanare gli  acquedotti .  I cambiamenti climatici e l'uso
non sostenibile delle risorse  naturali da parte dell'uomo, pongono il
problema acqua oltre che in  termini qualitativi anche in termini
quantitativi. In Italia non  esiste un riferimento certo sulla quantita'
totale di acqua  disponibile; ma se si considera la quantita' utilizzata,
piu' del  70% dei prelievi idrici e' assorbito dall'agricoltura con sistemi
irrigui spesso poco efficaci, circa il 10% e' destinato all'uso  potabile;
il restante 20% all'industria.  Esistono metodi di disinfezione alternativi
impiegati a monte del  processo di potabilizzazione: il trattamento con
raggi ultravioletti  ed il trattamento con ozono. Entrambi i sistemi sono
comunque  efficaci rispetto al trattamento con cloro nell'abbattere la
carica  microbica totale senza alterare le caratteristiche dell'acqua.  In
molte citta' italiane ed estere si stanno gia' sperimentando  metodi di
potabilizzazione alternativi, come ad esempio l'azione  combinata di raggi
ultravioletti e acqua ossigenata, ed in alcuni  casi i trattamenti
alternativi hanno gia' sostituito il cloro.  L'acqua destinata ad uso
potabile e' un bene che deve essere  garantito insieme alla sicurezza per
la salute e per l'ambiente.  Greenpeace chiede l'applicazione di sistemi di
potabilizzazione  alternativi che non costituiscano pericolo per la salute
e per  l'ambiente e sostiene la promozione di interventi che consentano la
possibilita' di utilizzare l'acqua del rubinetto

(Fonte AceA)







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