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Legambiente: conferenza L'Aja



13 Novembre 2000 

CONFERENZA L'AJA EFFETTO SERRA: L'EFFETTO E'IN RITARDO 

    "Per eliminare entro i prossimi 10 anni una quantità di emissioni pari
a 100 milioni di tonnellate circa di gas serra l'Italia dovrà puntare sulle
rinnovabili. Siamo invece ora indietro non solo rispetto agli impegni presi
a Kyoto (abbattere entro il 2012 le emissioni nazionali di gas serra del
6,5 per cento rispetto ai livelli del 1990) ma anche rispetto alla
possibilità di mettere in campo concrete strategie di contenimento dei gas
serra. In base a nostri calcoli, invece, nel breve periodo - entro il 2006
- sarebbe possibile tagliare la bolletta petrolifera, e conseguentemente le
emissioni, del 10%. Mentre una adeguata politica che punti su innovazione,
rinnovabili, efficienza energetica, mobilità, risparmio domestico potrebbe
portare in un ventennio addirittura al dimezzamento della nostra
greggio-dipendenza". Così Legambiente interviene nel dibattito che si è
aperto oggi a l'Aja e che vedrà, fino al 25 novembre, 160 stati riuniti per
la Conferenza delle Parti (COP-6) della Convenzione quadro sui Cambiamenti
Climatici. "Abbiamo individuato - sottolinea Ermete Realacci, presidente
nazionale di Legambiente - sei settori su cui agire: dalle fonti
rinnovabili alle centrali elettriche, dai trasporti all'edilizia,
dall'industria alla razionalizzazione e all'efficienza di elettrodomestici
e illuminazione. Su questi sei settori prevediamo 46 tipologie differenti
di interventi strutturali che interessano ad esempio eolico, solare
fotovoltaico, biomasse, mini-idro, collettori solari termici, solare
passivo in edilizia, centrali a ciclo combinato, telelavoro, rinnovo degli
impianti di riscaldamento e climatizzazione, incremento dell'efficienza
energetica per industria e usi civili. l'obiettivo? Ridurre la dipendenza
dal barile di un quarto nei prossimi 10 anni e del 50% nel 2020. Tagliare
la bolletta energetica del 10% nel 2006 (portando i costi dagli attuali
90mila miliardi a circa 80mila) ponendosi l'obiettivo di ulteriori risparmi
per il 2010 (-22.500 miliardi) e per il 2020 (-45mila miliardi)". Il
complesso di questi interventi, indirizzando le politiche energetiche verso
le rinnovabili e l'uso razionale, porterebbe appunto in un ventennio ad un
dimezzamento della nostra greggio-dipendenza. Qualche dato può dare un'idea
delle cifre in gioco: solo garantendo un'adeguata penetrazione sul mercato
dell'eolico, lo scenario di riferimento è quello di una copertura con
questa risorsa del 5% della produzione di energia elettrica, si otterrebbe
una contrazione della domanda di prodotti petroliferi al 2020 pari all'1,5%
(1.350 miliardi/anno); complessivamente le rinnovabili potrebbero portare
ad una contrazione della domanda di greggio e combustibili fossili del 2,4%
nel 2006, del 7,1% nel 2010, del 16,8% nel 2020: in lire si tratta di un
risparmio annuo a partire dal 2020 di 15.120 miliardi. Trasformando il
conto economico in conto ambientale, solo riferendosi agli scenari Cipe, si
avrebbe una riduzione di CO2 al 2006 compresa tra i 45 e i 55 milioni di
tonnellate. "Serve un nuovo modello energetico - conclude Realacci - che
stabilizzi i consumi e sia in grado di ridurre la dipendenza dai
combustibili fossili. Ragioni ambientali e climatiche, oltre che motivi di
carattere economico, dicono che questa scelta è irrimandabile ".