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R: Legambiente: elettromagnetismo a Napoli



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-----Messaggio Originale-----
Da: "Stefano Generali" <comunicazione@festambiente.it>
A: <pck-ecologia@peacelink.it>
Data invio: lunedì 6 novembre 2000 9.52
Oggetto: Legambiente: elettromagnetismo a Napoli


> 03 Novembre 2000
>
> SOS INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A NAPOLI
>
>     Nessun valore fuori norma per gli impianti radiobase per telefonia
> cellulare, valori allarmanti per gli impianti di radiotelecomunicazioni
> localizzate nell'area dei Camaldoli, con casi di superamento dei valori
ben
> 40 volte i limite previsti dal decreto. Situazione particolarmente grave
> per impianti bassa frequenza (elettrodotti e cabine di trasformazione) con
> otto casi su 14 che presentano valori per le quali le ultime ricerche
> epidemiologiche rilevano un aumento di rischio di leucemie infantili.
> Questa la fotografia dell' inquinamento elettromagnetico a Napoli grazie
al
> monitoraggio effettuato da Legambiente ed Arpac con il contributo
> dell'Omnitel i cui dati sono stati presentati stamattina a Napoli in una
> conferenza stampa da Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente,
> Ferdinando Di Mezza, presidente Legambiente Campania, Antonio Tosi,
> direttore Arpac e Roberto La Rocca, direttore area sud Omnitel. Il
> monitoraggio è stato effettuato sugli impianti ad alta frequenza (stazioni
> radiobase per telefonia cellulare e impianti di radiotelecomunicazione),
> perché regolamentati dal Decreto Ministeriale n.381/98 sui limiti di
> esposizione ai campi elettromagnetici generati da questi. E' stato
> effettuato anche il monitoraggio di alcuni impianti a bassa frequenza,
> elettrodotti e cabine di trasformazione, in vicinanza di abitazioni e
> scuole. Per queste installazioni la normativa vigente è riconosciuta
> obsoleta e non adeguata per la protezione sanitaria dei cittadini. Il
> monitoraggio effettuato dai tecnici dell'Arpa Campania ha rilevato 76
> misurazioni di esposizione ai campi elettromagnetici di impianti ad alta
> frequenza (51 stazioni radio base e 25 impianti di radiotelecomunicazione)
> e 14 di impianti a bassa frequenza (elettrodotti e cabine di
> trasformazione) per un totale di 90 misurazioni; delle 51 che hanno
> riguardato siti interessati ai campi elettromagnetici generati da stazioni
> radiobase per telefonia cellulare in nessun caso sono stati registrati
> superamenti dei limiti di legge Le 25 misurazioni che hanno riguardato gli
> impianti di radiotelecomunicazioni sono tutte localizzate nell'area dei
> Camaldoli. Qui la situazione registrata è allarmante : delle 25
misurazioni
> effettuate solo 4 sono a norma di legge mentre ben 21 superano i limiti
> previsti dal decreto 381/98, di cui 2 hanno superato di ben 40 volte il
> limite ed in 3 casi oltre 10 volte i limiti del decreto 381/98 Per quanto
> riguarda le 14 misurazioni effettuate su impianti di bassa frequenza
> (elettrodotti e cabine di trasformazione) 4 hanno evidenziato dei valori
al
> di sopra del limiti di esposizione(un caso nella Scuola Elementare Viale
> Resistenza-Secondigliano e tre nella Scuola Media Santa Maria di
> Constatinopoli) e 4 oltre gli obiettivi di qualità previsti dalla legge
> quadro in approvazione in Parlamento (da evidenziare due casi al nuovo
> campo nomadi di Secondigliano). Situazione particolarmente grave se si
> pensa che i superamenti si sono registrati tutti all'interno di scuole,
> aree dove lo stesso Istituto Superiore della Sanità consiglia di attuare
> norme di particolare cautela. Questi otto misure registrate sono oltre i
> valori per le quali le ultime ricerche epidemiologiche rilevano un aumento
> di rischio di leucemie infantili (0,2 e 0,4 microtesla)."I dati - dichiara
> Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - confermano che le
> principali sorgenti di campi elettromagnetici che determinano un rischio
> sanitario per popolazione sono le antenne di radiotelecomunicazione e gli
> elettrodotti. Le autorità, innanzitutto il Sindaco, in quanto massima
> autorità sanitaria, devono urgentemente intervenire nel caso delle antenne
> nell'area dei Camaldoli, perché vengano rispettati i valori del decreto
> 381/98. Nel caso degli elettrodotti e delle cabine elettriche di
> trasformazione chiediamo che si intervenga al più presto almeno nelle
> scuole per portare i livelli di esposizione non superiore a 0,2
> microtesla." Nell'occasione Legambiente ha presentato il censimento delle
> stazioni radiobase per telefonia cellulare presenti sul territorio
comunale
> di Napoli dove si è in presenza di una diffusa situazione di irregolarità
> amministrative e in molti casi non vi è alcuna autorizzazione. Sul
> territorio comunale risultano insediati 243 stazioni radiobase per
> telefonia cellulare. Di questi 83 (34%) sono stati realizzati sulla base
di
> autorizzazioni del Comune e 160 illegittimamente (11,5% con procedura
> illegittima di D.I.A. e 54,3% senza alcuna autorizzazione) di quest'ultime
> ben 31 installati in aree di vincolo ambientale 10 su edifici soggetti a
> vincoli storici architettonici. Il primato spetta alla Circoscrizione
> Posillipo-San Ferdinando con 28 impianti non autorizzati, segue S. Carlo
> -Stella con 21 e Circoscrizione S. Giuseppe-Avvocata con 20. Ebbene in
> questo scenario Legambiente lancia l'allarme Camaldoli, un area
> completamente invasa da ripetitori, radar ed antenne, mai autorizzate e
> installate nelle vicinanze del centro abitato e delle scuole. In via dell'
> Eremo e nell'Eremo stesso dove deve essere rispettato vincolo di
> inedificabilità, paesaggistico e storico nessun impianto risulta
> autorizzato. Qui impianti mai autorizzati sono forniti di energia
elettrica
> (in contrasto con la normativa L 47/85) e ironia della sorte alcuni di
> questi sono di proprietà dell'Enel. Sul terrazzo dell' Eremo nelle
> vicinanze dell'antenna della SEB Radio Americana si raggiungono valori
> altissimi (330 V/m), laddove i limiti sono 6 E(v/m), quindi valori che
> superano 55 volte i limiti di legge. "E' necessario- commenta Ferdinando
Di
> Mezza, presidente Legambiente Campania- che avvenga in tempi brevi la
> verifica del rispetto delle norme sia sanitarie che urbanistiche degli
> impianti già esistenti e prendere provvedimenti rapidi per le situazioni
> illegali ivi compresi la rimozione degli impianti non sanabili". "Le
> misurazioni dei campi elettromagnetici generati dalle stazioni radiobase
> della telefonia cellulare effettuate da Legambiente ed Arpac, su Napoli ci
> confortano e confermano quanto in più occasioni è stato già detto ed
> asseverato da autorevoli fonti scientifiche. Le potenze di emissione- ha
> dichiarato Roberto Larocca, direttore Generale Area Sud Omnitel- sono tali
> da rientrare ampiamente entro i limiti di sicurezza imposti dal D.M.
> 381(20V/mt) e perseguono anche i cosiddetti "Obiettivi di qualità" cui lo
> stesso DM fa riferimento(6 V/mt). In merito agli aspetti urbanistici-
> prosegue Larocca- alle procedure adottate per il passato va precisato che
> Omnitel ha sempre osservato le normative vigenti all'epoca delle singole
> installazioni. Omnitel comunque è disponibile a ricercare con gli Enti a
> ciò preposti una soluzione che sia in grado di garantire la massima
> trasparenza, certezza e tempistica all'intero procedimento autorizzatorio
o
> concessorio. Ritengo comunque di fondamentale importanza il cui oggi
> Legambiente e Arpac sono giunte: è stata fornita alla cittadinanza la più
> ampia assicurazione sul problema che desta maggiore attenzione da parte di
> tutti, la salute."
>
>