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Legambiente: Rifiuti pericolosi in Sardegna



20 Ottobre 2000 

TRAFFICO DI RIFIUTI PERICOLOSI IN SARDEGNA 

    "Gli elementi raccolti dagli inquirenti, non sembrano lasciare margini
di dubbio: quello che è stato accertato a Porto Torres è un vero e proprio
traffico illecito di rifiuti pericolosi". Questa la dichiarazione di Enrico
Fontana, Responsabile nazionale Osservatorio Ambiente e Legalità di
Legambiente. "Il sequestro, operato dai carabinieri del Nucleo Operativo
Ecologico - ha continuato Fontana - conferma la preoccupazione più volte
esternata da Legambiente circa il coinvolgimento della Sardegna quale sito
finale di destinazione di rifiuti prodotti in altre aree del Paese. Questa
operazioni rivela quanto sia conveniente in Italia, trafficare rifiuti
facendogli percorrere centinaia di chilometri attraverso il Paese su tir,
container e navi. La dimostra quanto sia urgente approvare la normativa,
già licenziata più di un mese fa dal Senato, sul delitto di organizzazione
di traffico illecito di rifiuti, che prevede finalmente pene adeguate - da
1 a sei anni di reclusione - per chi gestisce queste attività illecite".
Già nel Rapporto Ecomafia 2000, Legambiente aveva sollevato perplessità in
merito alla gestione dei rifiuti in Sardegna, visto il crescente numero di
illeciti accertato dalle forze dell'ordine nel ciclo dei rifiuti, e la
difficoltà di comprendere quale sia la reale capacità di smaltimento della
Regione. "Questo tema - ha continuato Fontana - costituisce un vero e
proprio un giallo, dai risvolti anche abbastanza inquietanti".
Ufficialmente (secondo la Relazione sullo Stato dell'Ambiente del 1997) i
rifiuti pericolosi della Sardegna (stimati in circa 250mila tonnellate
l'anno) venivano smaltiti perlomeno fino al 1994, fuori regione, mentre per
la Commissione Parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, i quantitativi
transitati dai porti regionali sono stati quasi inesistenti. Leggendo il
primo Rapporto sui rifiuti speciali redatto dall'Osservatorio nazionale sui
rifiuti e dall'Anpa, si scopre, invece, che la Sardegna è in grado di
trattare e smaltire non solo l'intera produzione regionale (pari a 296.695
tonnellate) ma persino ulteriori 71.000 tonnellate di rifiuti pericolosi,
di provenienza extraregionale. E' legittimo, a questo punto, chiedere
un'attenta verifica circa le effettive capacità di trattamento e
smaltimento di rifiuti pericolosi di questa regione. Dalle attività di
controllo svolte dalle forze dell'ordine, si registra, come già accennato,
un deciso incremento delle infrazioni in materia di rifiuti, di fatto più
che raddoppiate, passando dalle 67 del 1998 alle 152 registrate nel 1999.
Nello stesso periodo, anche il numero dei sequestri giudiziari è cresciuto
passando dai 17 ai 22 (per un valore, relativo ai sequestri effettuati dal
solo Noe, di 7.800 milioni di lire).