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Legambiente: altoforno Cornigliano



06 Ottobre 2000 

CORNIGLIANO: IL MINISTERO DELL'AMBIENTE CHIUDA L'ALTOFORNO SENZA INDUGI 

    "L'accordo sul futuro dell'Ilva non è stato raggiunto quindi intervenga
il Ministero con un'ordinanza per chiudere l'altoforno senza ulteriori
indugi". Così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente ha
commentato gli esiti dell'incontro tenutosi ieri al ministero
dell'Industria sulle acciaierie di Genova. "Le posizioni estremiste di Riva
- ha continuato Ferrante - hanno scongiurato un accordo comunque negativo
per il futuro di Genova: da quale logica veniva l'accettazione della
proposta di un nuovo forno elettrico? Non potevamo ritenerci soddisfatti
della richiesta di valutazione d'impatto ambientale, a fronte di una
soluzione contraria alla legge: la 426/98 parla chiaro, limitando le
bonifiche ambientali alla chiusura delle lavorazioni a caldo ed al
consolidamento di quelle a freddo". Un impianto del genere - sottolinea
Legambiente - implicherebbe infatti l'arrivo, in questa già tormentata
zona, di treni, tir, navi, speciali trattori e carriponte preposti alla
gestione del deposito; processi di trattamento di materiali come rottami di
ferro e acciaio (cubi di automobili, elettrodomestici, residuati bellici,
refusi di lavorazioni industriali, scarti della stessa acciaieria),
polveri, leghe di minerali (di solito rame e zinco), e un conseguente
incremento del traffico stradale su gomma e su rotaia. Inoltre,
aumenterebbe il rischio di inquinamento radioattivo (a causa
dell'indeterminatezza della fonte di fornitura del rottame), l'inquinamento
di falde e bacini per dilavazione del pulviscolo e l'inquinamento
atmosferico da pulviscolo. Senza contare l'inquinamento elettromagnetico,
la presenza continua di fumi e l'inquinamento acustico, già a livelli
d'insostenibilità grazie al traffico veicolare di via Cornigliano e a
quello ferroviario della linea Genova-Ventimiglia. "L'unica soluzione - ha
aggiunto Ferrante - consiste oggi nell'azzerare la situazione e tornare
agli accordi del 29 agosto: il ministro Bordon deve intervenire con
decisione e imporre la chiusura dell'impianto senza ulteriori deroghe o
concessioni. Si tratta di un atto dovuto. Da molti anni gli abitanti di
Cornigliano aspettano la chiusura di un impianto che tanto ha pesato sulla
qualità della vita e sulla loro salute" "Il mancato raggiungimento degli
accordi - ha concluso il direttore generale di Legambiente - implica anche
la modifica dei limiti consentiti per le concessioni inquinanti, quindi non
c'è alternativa alla chiusura. La Provincia e la Regione, insieme al
Ministero dell'Ambiente operino subito per il blocco definitivo
dell'impianto".