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Legambiente: pubblicità tabacco



05 Ottobre 2000 

NO ALLA PUBBLICITA' DEL TABACCO 

    "Ogni anno, stando ai dati più recenti prodotti dalla FAO, muoiono
4milioni di persone a causa delle malattie legate al fumo; per il 2030 si
prevede che i decessi saliranno a 10 milioni, di cui il 70% concentrati nei
paesi in via di sviluppo. Quale libertà di mercato può consentire di
promuovere ai consumatori una simile fonte di malattie e spesa sanitaria?
Quello della Corte di Giustizia dell'Unione Europea è un brutto passo
indietro nella tutela dei diritti dei cittadini europei: una sentenza che
manda "in fumo" il diritto alla salute". Con queste dichiarazioni Ermete
Realacci - presidente di Legambiente - ha aspramente contestato quest'oggi
la sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue. Legambiente punta l'indice
sugli effetti sanitari del fumo e sull'andamento di un mercato, quello
mondiale del tabacco, gestito ancora ad oggi sulla dipendenza e
sull'esposizione alla malattia di molti consumatori. "È grave che le lobby
del tabacco, usando come grimaldello il loro strapotere in Germania,
riescano ad influenzare l'intera normativa comunitaria - ha proseguito
Realacci - Ricordiamoci che i fumatori coscienti o no dei rischi cui vanno
incontro, non sono le sole vittime del tabagismo. Nel nostro paese sono
40.000 l'anno le morti improvvise per cause cardiovascolari imputabili al
fumo passivo, che provocherebbe peraltro il 30% dei tumori agendo come
concausa della patologia in un ulteriore 50% dei casi. Sono evidentemente
dati che non possono lasciare indifferenti. Contro il fumo non chiediamo
una 'guerra santa', ma è chiara la necessità di tutelare i diritti dei
consumatori, con divieti intelligenti ed una informazione corretta.
Impossibile pensare che possano essere le multinazionali del tabacco a
gestirla". Nuove accuse all'industria del trabacco vengono anche dal mondo
della ricerca: il colosso americano Philip Morris e altre multinazionali
del fumo addizionerebbero intenzionalmente "le bionde" con sostanze
chimiche che aumentano la dipendenza da nicotina e favoriscono quindi
l'espansione del mercato, schiavizzando i normali consumatori ed
abbreviando i tempi di assuefazione per i fumatori alle prime armi. Secondo
uno studio del '99 di un gruppo di ricercatori inglesi dell'Imperial Cancer
Research Fund condotto su 60 industrie, il tabacco contenuto nelle
sigarette è oggi anni luce lontano da quello che si fumava appena pochi
decenni fa: nelle sigarette d'oggi sono contenuti oltre 600 additivi
chimici nuovi rispetto al 1971. La legislazione europea consente l'uso di
composti chimici addizionali purché non tossici ma finora non erano mai
stati analizzati a fondo gli effetti di queste sostanze sul comportamento
dei consumatori. Si scopre così che il cacao e lo zucchero vengono
addizionati per rendere il tabacco appetibile anche ai bambini mentre
l'ammoniaca per aumentare la velocità di assorbimento della nicotina da
parte del corpo.