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Ponte sullo stretto e CO2



Ponte Messina. WWF: i nostri cinque no al progetto

Piu' costi che benefici quelli che, secondo il WWF, accompagneranno la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. La pressante richiesta dell'opera espressa in questi giorni dalle regioni Calabria e Sicilia mette in allarme il WWF che ribadisce la sua contrarieta' al progetto elencando i 5 no essenziali: politica dei trasporti errata, elevato impatto sul paesaggio, grande rischio sismico, eccessivo prelievo di materiali ed acqua, fiero colpo al cabotaggio. "E' un'opera faraonica che non portera' nessun beneficio innanzitutto in termini di politica dei trasporti- sottolinea in una nota il portavoce dell'associazione ambientalista Gianfranco Bologna- e' un ulteriore incoraggiamento al trasporto su gomma che va 'contromano' rispetto alla tendenza degli altri paesi europei dove si incentiva il trasporto ferroviario". E il WWF fa anche dei conti del rapporto costi/benefici. Se una parte dei 20.000 miliardi previsti per la realizzazione del ponte, osserva il WWF, venissero impiegati per migliorare le ferrovie siciliane, ferme a 50 anni fa e in gran parte ancora a binario unico, si otterrebbero migliori risultati. L'associazione ambientalista ha calcolato il percorso di un ipotetico viaggiatore che deve raggiungere Palermo da Milano (circa 18 ore di viaggio) o da Roma (circa 13). Con il ponte, insiste il WWF, risparmierebbe appena un'ora quando potrebbe ridurre di ben due ore il suo viaggio se venisse realizzato il raddoppio ferroviario Messina-Palermo o se fosse completata l'autostrada sulla stessa direttrice.
Clima. Europa: emissioni in crescita, ma ....

Qualche piccolo successo si e' registrato, nella riduzione dei gas serra in Europa, nonostante l'allarme lanciato ultimamente dalla commissione sull'impossibilita' di mantenere gli impegni di riduzione presi a Kyoto. Fra il 1990 e il 1998, infatti, ci sarebbe stata una riduzione, se pur lieve, nell'emissione di gas serra nei cieli europei. E' la conclusione di un recentissimo studio condotto dalla EEA, l'agenzia europea per l'ambiente, dal quale emerge che sono stati due i paesi che hanno determinato questa diminuzione, grazie a intense politiche di salvaguardia dell'ambiente. Gli stati in questione sono la Germania e l'Inghilterra, in cui la riduzione e' stata del 2 per cento circa. Mentre tutti gli altri paesi membri dell'Europa hanno, comunque, registrato un aumento delle emissioni di anidride carbonica. Nel 1990, si e' verificato l'inizio di questo trend decrescente, che e' andato via via a salire nuovamente, per poi attestarsi sugli attuali livelli, che coincidono con quelli di 10 anni fa. Il settore dell'energia e' quello che ha maggiormente contribuito all'inquinamento, con una percentuale del 32 per cento su scala europea. Segue, quello dei trasporti (24 per cento) e quello dell'industria (18 per cento). Sul fronte delle riduzioni generali, negli 8 anni di riferimento, le emissioni da metano sono calate del 16 per cento, quelle di ossido di azoto del 10 per cento.
 
 
Fabio Quattrocchi fabioq8@libero.it
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