[Ecologia] Il decreto «Salva infrazioni» diventa un provvedimento salva-Ilva: la produzione continuerebbe anche in caso di confisca definitiva. Via libera del Senato, adesso si passa all'esame della Camera



TARANTO

Un emendamento di Fitto blinda l’ex Ilva: «La produzione non verrà mai interrotta». Passa emendamento governo per agevolare chiusura infrazione


Una norma sottoscritta dal Ministro nel decreto «Salva infrazioni»: lo stabilimento potrà rimanere attivo anche in caso di confisca definitiva

FRANCESCO CASULA

18 LUGLIO 2023 - Gazzetta del mezzogiorno


TARANTO - Produzione anche in caso di confisca definitiva, vendita degli impianti nonostante il sequestro, estensione dell’immunità penale e limiti all’azione del sindaco Rinaldo Melucci.
Sono alcune delle novità che il governo Meloni sta provando a introdurre nella gestione della vicenda ex Ilva di Taranto. Ieri mattina è stato infatti il ministro Raffaele Fitto a presentare un emendamento in Senato, durante la discussione del decreto «salva infrazioni», che introduce una serie di novità destinate a scatenare numerose polemiche. Non solo perché il provvedimento è una sorta di «emendamento Salva Ilva», ma perché interviene per proteggere la fabbrica modificando persino il codice di procedura penale.

In particolare nel testo proposto dal Governo si legge che «qualora la prosecuzione dell’attività sia stata autorizzata dopo l’adozione del provvedimento di sequestro» il commissario straordinario «è autorizzato a proseguire l’attività anche quando il provvedimento con cui è disposta la confisca è divenuto definitivo». Un cambiamento che sembra mettere le mani avanti rispetto al futuro: gli impianti dell’ex Ilva sono stati infatti confiscati dalla Corte d’assise a maggio 2021, ma si tratta di una sentenza di primo grado su cui non è ancora partito nemmeno il processo d’appello.

La seconda novità prevede invece che gli impianti della fabbrica possano essere venduti nonostante siano sottoposti a sequestro: un passaggio che appare come un’anticipazione del prossimo step nella vertenza per permettere ai commissari straordinari di vendere la fabbrica ad Acciaierie d’Italia, la joint venture composta dalla multinazionale dell’acciaio Arcelor Mittal e dallo Stato attraverso Invitalia.

Ma in quella che sembra una nuova sfida alla magistratura, il Governo intende trasferire la facoltà di valutare la verifica dell’ambientalizzazione della fabbrica ionica dai giudici a un comitato di cinque esperti «scelti - si legge nel documento - tra soggetti di comprovata esperienza e competenza in materia di tutela dell’ambiente e della salute e di ingegneria impiantistica nominato» ciascuno con un compenso massimo di 50mila euro all’anno a carico dei gestori della fabbrica. E c’è di più. L’emendamento firmato dal ministro Fitto prevede infatti anche l’estensione dell’immunità penale - reintrodotta dall’esecutivo Meloni - per i gestori della fabbrica e tutti gli attori impegnati nell’opera di decarbonizzazione dello stabilimento.
Soprattutto, l’emendamento introduce anche un limite alla facoltà concessa al sindaco di emettere ordinanze che dispongano il fermo degli impianti a tutela della salute dei cittadini. con le modifiche proposte dall’emendamento, infatti, il primo cittadino potrebbe intervenire solo se lo stabilimento non rispetta l’Autorizzazione integrata ambientale. Un punto che, pur sembrando scontato, in realtà sembra disegnato su misura per neutralizzare l’ultima emergenza in corso a Taranto sulle emissioni nell’aria di benzene che ora finita dinanzi al Tar di Lecce: il sindaco Rinaldo Melucci, infatti, ha disposto il fermo degli impianti per l’aumento costante dell’inquinante cancerogeno sostenendo che anche se nei limiti di legge quella sostanza, come affermato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, resta comunque dannoso per la salute di operai e cittadini, mentre Acciaierie d’Italia si difende sostenendo di essere nel pieno rispetto della legge.

«Se in buona fede si vuole decarbonizzare lo stabilimento siderurgico ionico - ha chiesto in una nota Melucci - per andare incontro alle sentenze della Corte Europea e alle politiche europee per la transizione giusta, perché si prevede ancora di limitare i poteri di intervento del sindaco, che è previsto operi nell’interesse di una comunità?», aggiungendo che non esiste il bilanciamento tra salute e lavoro e che «per l’ex Ilva c’è spazio solo per un accordo di programma serio, oppure per la chiusura definitiva».

Per il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, è «in corso un golpe contro la salute e il codice penale da parte del Governo» mentre il deputato tarantino di Fdi, Dario Iaia, afferma che con questo intervento «il Governo con la proposta di emendamento depositato in commissione relativo all’Ilva stabilisce con chiarezza la sua volontà di promuovere la trasformazione della vecchia acciaieria nel più grande impianto siderurgico sostenibile d’Europa». ««La destra di Meloni e Fitto non vuole la decarbonizzazione a Taranto», dice però Francesco Boccia capogruppo dei senatori Pd.

APPROVATO EMENDAMENTO PER AGEVOLARE CHIUSURA PROCEDURA INFRAZIONE

Un emendamento del governo che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto è stato approvato oggi dalla commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, in sede di conversione del decreto legge salva infrazioni. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che l’emendamento è «in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, che riguarda stabilimenti industriali, o parti di essi, dichiarati di interesse strategico nazionale».

«L'intervento normativo - si legge nella nota - è il frutto di un proficuo tavolo di lavoro coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri cui hanno preso parte, per i profili di rispettiva competenza, il Ministero delle imprese e del made in Italy, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministero della Giustizia e gli uffici del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr». 
Come spiega Palazzo Chigi, «l'emendamento agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto (n. 2013/2177), relativa alla mancata adozione, da parte delle competenti Autorità italiane, delle misure necessarie a ridurre l’impatto ambientale dello stabilimento, in violazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (c.d. direttiva Ied)». 

Con questo emendamento, si aggiunge, «viene, inoltre, favorito il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria, con particolare riguardo al superamento di alcuni valori limite, come indicati nella direttiva 2008/50/CE, presso le aree dove sono ubicati stabilimenti di interesse strategico nazionale, tra cui il territorio del comune di Taranto (n. 2014/2147)».

PALAZZO CHIGI: LA DECARBONIZZAZIONE PUO' PROSEGUIRE

L’emendamento del governo che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto, «consente di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto - a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da qualche opposizione - in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. 
«Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri - viene spiegato - saranno definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo». 

Secondo quanto si legge nella nota, «la nuova disciplina prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione: in questa maniera, l’emendamento assicura che la gestione dell’attività avvenga nel rispetto della normativa ambientale». 

«In tal senso, l’emendamento approvato oggi in Senato coniuga l'esigenza di garantire la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori», e Palazzo Chigi aggiunge che «infine, in coerenza con il recente orientamento del Consiglio di Stato, si provvede a coordinare la disciplina relativa all’autorizzazione integrata ambientale e quella contenuta nel Testo Unico degli Enti Locali relativamente alle ordinanze contingibili ed urgenti, evitando sovrapposizioni di competenze e di valutazione».


Salva-infrazioni, via libera del Senato al decreto che estende lo scudo penale sull’ex Ilva

19 LUGLIO 2023 - Fatto Quotidiano

Via libera dall’Aula del Senato al cosiddetto dl Salva-infrazioni: i voti favorevoli sono stati 79, i contrari 26, gli astenuti 27. Ora per il via libera definitivo servirà il passaggio alla Camera. Il provvedimento punta a chiudere appunto le procedure di infrazione e pre-infrazione dell’Unione europea pendenti nei confronti dello Stato italiano. Ma con un emendamento firmato dal ministro per il Pnrr Raffaele Fittoprevede anche l’ultimo salvataggio per l’ex Ilva: scudo penale esteso, museruola al sindaco di Taranto e impianti accesi anche se confiscati.



L'astensione del PD

Dichiarazione di voto del capogruppo al Senato, Filippo Sensi

Signor Presidente, concludo: cominciate a fidarvi del Parlamento e dei suoi strumenti, come la legge europea. Prendete impegni, invece di porre mano alla decretazione d'urgenza, perché la perdita di tempo che questo comporta è un danno che non possiamo permetterci, perché l'orizzonte di un Paese come il nostro è più ampio di così, più largo di così, più alto di così, perché siamo un grande Paese e in Europa contiamo.

A nome del Partito Democratico, signor Presidente, per tutto questo, annuncio la nostra astensione sul provvedimento. Per le norme sull'Ilva dovremmo votare decisamente contro, così come per tante norme sbagliate sulla scuola, ma siamo una forza responsabile, abbiamo di fronte la scure delle infrazioni e faremo, come sempre, la nostra parte. (Applausi).

Il provvedimento passa adesso alla Camera dei Deputati.