[Ecologia] Mentre il Pianeta scricchiola discutiamo se è meglio mettersi i calzini in piedi o seduti
- Subject: [Ecologia] Mentre il Pianeta scricchiola discutiamo se è meglio mettersi i calzini in piedi o seduti
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Sun, 12 Dec 2021 14:14:31 +0100
Il cosiddetto Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Amoc), che porta il calore dai tropici verso i poli, è messo in difficoltà dallo scioglimento dei ghiacci artici e ha cominciato ad affievolirsi. Senza di esso, il Regno Unito avrebbe un clima simile a quello della Siberia.
L’Amoc ha due stati di equilibrio: acceso e spento. È stato acceso per quasi 12mila anni, dopo un devastante stato di spegnimento millenario chiamato Dryas recente (tra i 12.900 e gli 11.700 anni fa), che ha causato una spirale globale di cambiamento ambientale. Tutto quello che conosciamo e amiamo dipende dal fatto che l’Amoc rimanga acceso.
Indipendentemente dal sistema complesso che si prende in esame, c’è un modo per capire se ci si sta avvicinando a un punto critico. Ed è quando questo comincia a scricchiolare. Più si avvicina alla sua soglia critica, più le sue fluttuazioni sono incontrollate. Quest’anno abbiamo assistito a molti scricchiolii, con i sistemi terrestri che cominciano a rompersi. Cupole di calore sulla costa occidentale del Nordamerica; enormi incendi nella stessa regione, in Siberia e in tutto il Mediterraneo; inondazioni letali in Germania, Belgio, Cina, Sierra Leone. Sono tutti segnali che, in codice morse climatico, significano mayday, aiuto.
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Basta sintonizzarsi su una stazione radio, a qualsiasi ora, per ascoltare questa frenetica distrazione all’opera. Mentre in tutto il mondo infuriano gli incendi, le inondazioni spazzano via le auto dalle strade e le coltivazioni si seccano, assistiamo al dibattito sull’opportunità di mettersi i calzini in piedi o seduti o a una discussione sui taglieri di salumi per cani. Non sto facendo esempi a caso: mi sono davvero imbattuto in questi discorsi mentre passavo da un canale all’altro nei giorni del disastro climatico. Se accendessimo la radio mentre un asteroide si sta dirigendo verso la Terra, probabilmente sentiremmo frasi come: “L’argomento caldo di oggi è: qual è la cosa più divertente che ti sia mai capitata mentre mangiavi un kebab?”. È così che il mondo finisce: non con un botto ma con uno scambio di battute frivole.
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L’apparente salute delle nostre economie oggi dipende dalla confisca delle ricchezze naturali alle generazioni future.
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Il furto ai danni del futuro è il motore della crescita economica.
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Resisteremo solo se smetteremo di acconsentire. Gli attivisti democratici del diciannovesimo secolo lo sapevano. Le suffragette lo sapevano. Gandhi lo sapeva. Martin Luther King lo sapeva. Anche i manifestanti per l’ambiente che chiedono un cambiamento di sistema hanno afferrato questa verità fondamentale. All’interno di Fridays for future, di Green new deal rising, di Extinction rebellion e delle altre rivolte globali contro il collasso ambientale vediamo persone, perlopiù giovani, che rifiutano di acconsentire. È la lezione più importante della storia: la nostra sopravvivenza dipende dalla disobbedienza.
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