[Ecologia] Petrolio, da qualche anno sono crollati gli investimenti,problemi possibili nel prossimo futuro.
- Subject: [Ecologia] Petrolio, da qualche anno sono crollati gli investimenti,problemi possibili nel prossimo futuro.
- From: Marco Palombo <palombo.marco57 at gmail.com>
- Date: Tue, 3 Jan 2017 16:21:32 +0100
Petrolio
In un piccolo forum ho scritto questi dati ricavati nell' ultimo anno.
Le previsioni sono impossibili, i dati del crollo degli investimenti sono invece sicurissimi.
Marco
Da tre anni calano gli investimenti in ricerca e nuovi progetti di produzione petrolifera, in conseguenza di questo nei prossimi cinque anni potrebbero verificarsi grossi problemi nell' offerta di greggio.
Gli investimenti in ricerca ed avvio di nuovi progetti di produzione di petrolio nel 2016 sono calati del 22%, nel 2015 erano gia' diminuiti del 26% ed anche il 2014 aveva visto minori spese per nuovi progetti. Nel 2015 sono state scoperte nuove riserve per un totale di 12 miliardi di barili contro un consumo annuo nel 2016 di almeno 34 miliardi di barili.
Si stima che il calo di investimenti ammonti a mille miliardi di dollari e viene considerato una conseguenza del calo del prezzo degli ultimi due anni e mezzo.
La mia impressione e' che il calo di investimenti di mille miliardi di dollari sia enorme rispetto al piccolo periodo, trenta mesi circa, di prezzi bassi. Il crollo potrebbe essere dovuto al fatto che qualsiasi sia prezzo del barile gli investimenti non danno un ritorno adeguato di utili.
La produzione per ora e' sempre superiore alla domanda, e' previsto un taglio delle quote di paesi Opec e non Opec e da 8 anni i paesi Opec non concordavano una diminuzione delle loro quote produttive. Secondo l'AD dell'Eni De Scalzi pero' la produzione e il consumo alla fine del 2016 hanno quasi ragggiunto il pareggio anche se il livello delle scorte e' molto alto.
Questa stagnazione degli investimenti potrebbe causare problemi all' offerta di greggio nei prossimi cinque anni, i nuovi impianti che entreranno in produzione potrebbero non pareggiare il declino degli impianti gia' in produzione.
L' accordo tra paesi Opec e non Opec e' finalizzato quindi non a neutralizzare l' abbondanza di offerta attuale ma ad arginare i problemi possibili nel prossimo quinquennio. Nel 2015 i paesi non Opec hanno diminuito la loro produzione totale e paesi non Opec importanti come Messico (2,4 milioni b/g) e Azerbajian (800 mila b/g) hanno concordato di diminuire la produzione ma questo sara' dovuto solo al declino naturale della loro produzione.
Nello stesso tempo i paesi Ocse tendono a diminuire il loro consumo di petrolio, l' Italia ne consuma il 30% di quanto ne consumasse nel 2008 e gli USA hanno diminuito di 2 milioni b/g.
E' impossibile prevedere come la transizione energetica si sviluppera' nei prossimi anni, a testimoniare questa incertezza c'e' la scelta dell' Enel di non avviare nuovi progetti che possano entrare in produzione oltre i tre anni dalla progettazione.
Sicuramente aumentera' l' interesse per il petrolio del Medio Oriente che attualmente produce meno di un terzo del totale ma ha il 60% delle riserve accertate, come sa bene il nuovo segretario di stato USA che arriva a gestire la politica estera statunitense dalla Exxon, una delle maggiori imprese petrolifere del mondo.
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