[Ecologia] A che punto è l’accordo di Parigi



A che punto è l’accordo di Parigi  (a cura di Alfonso Navarra)

Quanto segue richiama l'attualità della nostra petizione che esige dal governo un processo di ratifica "sostanziale" dell'accordo di Parigi sul clima, con serio dibattito parlamentare e ampia consultazione dell'associazionismo civile.

Per firmare andare su: www.petizioni24.com/ratificareparigi

Per documentarsi sull’accordo globale contro il riscaldamento climatico esiste un interessante sito a cui riferirsi: www.accordodiparigi.it
Il sito è una iniziativa in italiano dell’Economics Web Insitute (www.economicswebinstitute.org) a cura dell’economista Valentino Piana. Il centro di ricerche si autodefinisce “alle frontiere dell’economia perché si coordinano e formulano analisi, modelli di simulazione, politiche innovative per il XXI secolo”. In particolare, Piana ha guidato un gruppo di 30 economisti alla redazione del libro “Politiche economiche innovative per la mitigazione del cambiamento climatico“ (si vada alla URL: http://www.economicswebinstitute.org/innopolicymitigation.htm ), contenente più di 20 strumenti di policy a livello internazionale, nazionale, regionale e locale.

In questo sito curato dal WEI possiamo trovare molta documentazione interessante ed essenziale, ad esempio:

La versione definitiva  dell'accordo depositata presso le Nazioni Unite nelle sei lingue ufficiali (si vada alla URL: https://treaties.un.org/doc/Treaties/2016/02/20160215%2006-03%20PM/Ch_XXVII-7-d.pdf )

L'Accordo di Parigi è l'esito finale di negoziati iniziati specificamente a questo obiettivo nel 2011 a Durban. È stato varato da un “Documento di Decisione” di COP 21,  il summit tenutosi  nella capitale francese nel dicembre 2015. Approvato il 12 dicembre 2015 all’unanimità (195 Stati +la UE),  il documento è a sua volta molto ricco di indicazioni e prescrizioni, ed è stato preceduto da quasi duecento impegni nazionali “autodeterminati” da parte di ciascuno Stato.
L'accordo di Parigi si inserisce inoltre come tassello chiave dell'Obiettivo 13 (Azione sul clima - Lottare con urgenza contro il cambiamento climatico ed i suoi impatti) degli Obiettivi universali di sviluppo sostenibile, approvati il 25 settembre 2015 (si vada alla URL: http://www.asvis.it/page_404/).
L’accordo implica un processo di firma, ratificazione ed entrata in vigore, per il quale serve la ratifica di almeno 55 Paesi producenti complessivamente il 55% delle emissioni globali di CO2, che il nostro Osservatorio seguirà con particolare attenzione alle implicazioni per l’Italia.

I punti principali dell'accordo di Parigi sono i seguenti:
- Riscaldamento globale - L'articolo 2 dell'accordo fissa l'obiettivo di restare "ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali", con l'impegno a "portare avanti sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 gradi".
- Obiettivo a lungo termine sulle emissioni - L'articolo 3 prevede che i Paesi "puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile", e proseguano "rapide riduzioni dopo quel momento" per arrivare a "un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo".
- Impegni nazionali e revisione - In base all'articolo 4, tutti i Paesi "dovranno preparare, comunicare e mantenere" degli impegni definiti a livello nazionale, con revisioni regolari che "rappresentino un progresso" rispetto agli impegni precedenti e "riflettano ambizioni più elevate possibile". I paragrafi 23 e 24 della decisione sollecitano i Paesi che hanno presentato impegni al 2025 "a comunicare entro il 2020 un nuovo impegno, e a farlo poi regolarmente ogni 5 anni", e chiedono a quelli che già hanno un impegno al 2030 di "comunicarlo o aggiornarlo entro il 2020". La prima verifica dell'applicazione degli impegni è fissata al 2023, i cicli successivi saranno quinquennali.
- Perdite e danni - L'articolo 8 dell'accordo è dedicato ai fondi destinati ai Paesi vulnerabili per affrontare i cambiamenti irreversibili a cui non è possibile adattarsi, basato sul meccanismo sottoscritto durante la COP 19, a Varsavia, che "potrebbe essere ampliato o rafforzato". Il testo "riconosce l'importanza" di interventi per "incrementare la comprensione, l'azione e il supporto", ma non può essere usato, precisa il paragrafo 115 della decisione, come "base per alcuna responsabilità giuridica o compensazione".
- Finanziamenti - L'articolo 9 chiede ai Paesi sviluppati di "fornire risorse finanziarie per assistere" quelli in via di sviluppo, "in continuazione dei loro obblighi attuali". Più in dettaglio, il paragrafo 115 della decisione "sollecita fortemente" questi Paesi a stabilire "una road map concreta per raggiungere l'obiettivo di fornire insieme 100 miliardi di dollari l'anno da qui al 2020", con l'impegno ad aumentare "in modo significativo i fondi per l'adattamento".
- Trasparenza - L'articolo 13 stabilisce che, per "creare una fiducia reciproca" e "promuovere l'implementazione" è stabilito "un sistema di trasparenza ampliato, con elementi di flessibilità che tengano conto delle diverse capacità".

Le notizie più importanti, a livello globale,  a riguardo dell’attuazione dell’accordo, sono quattro:
1- USA e Cina, alla vigilia del G20 di Hangzhou, il 3 settembre 2016,  aderiscono formalmente: Barack Obama e Xi Ping consegnano a Ban Ki-Moon i documenti necessari (si veda ANSA: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2016/09/03/clima-usa-e-cina-ratificano-laccordo-di-parigi_6e03ef2b-b0d6-42a5-84ed-8f2ad881bb0c.html)
2- L'UE ha deciso di ratificare in blocco, senza aspettare tutti i singoli stati. La decisione è stata presa il 30 settembre durante una riunione straordinaria del Consiglio Ambiente, formato dai ministri, a Bruxelles. Il Parlamento europeo ha confermato il 4 ottobre con il suo voto.  (Si vada, per la dichiarazione,  alla URL: http://europa.eu/rapid/press-release_STATEMENT-16-3265_en.htm). 
3- La scadenza del 4 novembre 2016 per l’entrata in vigore che ci si era posti a Parigi dovrebbe quindi, a questo punto, essere rispettata. Appena dopo la ratifica UE Ban Ki-Moon aveva informato del numero di già 62 ratifiche sufficienti alla validità giuridica internazionale  (si vada su: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/04/clima-il-parlamento-ue-ratifica-laccordo-di-parigi-onu-passo-storico-gli-esperti-terra-mai-cosi-calda-da-115mila-anni/3074955/).
4- L’indizione della COP 22 è confermata in Marocco.  Il summit si terrà a Marrakech dal 7 al 18 novembre pv e sarà il proseguimento logico ed operativo della conferenza parigina. Per info il sito ufficiale: http://www.cop22.ma/en

A livello europeo, la Commissione ha elaborato una sua strategia di adattamento ai cambiamenti climatici con una comunicazione del 16 aprile 2013 (si vada alla URL:  http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52013DC0216).

A livello italiano, il 10 ottobre 2016 il Consiglio dei Ministri ha presentato il suo DDL “per la ratifica e l’esecuzione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (si vada alla URL: http://www.accordodiparigi.it/leggeratificazioneaccordoparigi-10ottobre.pdf).