Abbiamo già preannnunciato i festeggiamenti previsti a Treia per l’8 di agosto: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/07/treia-e-lacqua-cotta-del-8-agosto-2011.html
E per il 15 di agosto: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/07/treia-15-agosto-2011-lattesa-del-grande.html
Vorrei ora integrare l’informazione annunciando la consueta pioggia di stelle cadenti che si manifesta proprio nel periodo sopra menzionato, in particolare il 10 di agosto. Nella tradizione cristiana si parla di “lacrime di San Lorenzo” ma dovete sapere che in precedenza tale pulviscolo di comete veniva definito il getto di sperma del Dio Priapo, anche definito Dioniso, che dal cielo feconda la terra.
Memoria di Giorgio Vitali:.
Nel “De cupiditate divitiarum”, Plutarco così ci illustra la processione in onore del Gran Dio Priapo, il giorno 10 di agosto e giorni seguenti:
In testa è portata un’anfora di vino misto a miele, ed una ramo di vite.
Poi un uomo che trascina un caprone da immolare al Dio (poi nel tempo, sostituito da un asinello). Poi un altro processionista con un cesto di fichi. Infine, le Vergini portatrici del fallo gigantesco col quale erano irrorati i campi. (In Grecia, invece, le processioni col fallo terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo d’uva indirizzata verso i campi, quale eiaculazione del SEME PRIMORDIALE, origine della VITA.
[Falloforìe, feste in onore di Dionso, prima, poi di Priapo.]
Le divinità della fecondazione sono: Priapo, che è venerato assieme a PAN, Dioniso, Luperco, Inu, Fauno. Sono festeggiate il 10 agosto, giorno dello Sciame meteorico annuale, simbolo della pioggia del SEME FECONDATORE.
Esso si chiama Lacrime di San Lorenzo per questa ragione: La Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo: Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi, era assimilata a Fauno e Lupesco. Da Larentia a San Lorenzo il passo è brevissimo.
Per quanto riguarda altri riti priapei, Piedigrotta è quello più celebre.
“neapolitana ubi sacellum Priapi et sacra abdita.”
Il culto di Priapo risale ai tempi di Alessandro Magno, proveniente dall’Ellesponto o dalla Propontide, sempre come simbolo della forza sessuale maschile e fertilità della Natura. Nel Mito, egli risulta cacciato dall’Olimpo per avere cercato di stuprare la Dea Vesta. (Ci chiediamo ora, in piena desacralizzazione, che significato può avere il negare la potenza rigeneratrice della Natura. Quale altra forza, se non quella degenerata della MONETA o della POTENZA nucleare a FINI DI MORTE, può proporre il POTERE contronatura che governa il FATO degli umani?)
CANTO DI PRIAPO.
per me le corolle di fiori in primavera
per me le bionde spighe nel cuore dell’estate
per me i dolci grappoli dell’uva che si matura
per me la glauca oliva formatasi nel freddo.
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Commento in chiave popolare di Antonella Pedicelli:
Caro Paolo.
Ringrazio Giorgio Vitali per il suo splendido contributo dedicato alla pioggia di stelle agostona e al suo significato in chiave “pagana”: mi sono appassionata nella lettura e ho sentito, in tante immagini evocative, la pienezza e la forza di questo rito che, spero, possa essere sempre riproposto alla nostra attenzione in queste giornate di piena estate.
Ti invio la descrizione di un rito volto, anch’esso alla “fecondazione” della Terra, ma in una chiave un po’ diversa: questo rito viene celebrato nel paese di Lula, in Sardegna. C’è una componente, anche qui, tipicamente maschile che permette diverse associazioni a livello “evocativo”. Spero sia una piacevole lettura!
Sulle tradizioni locali, presenti a Lula, meritano menzione: “su ballu e sa vaglia”, una sorta di rito per vanificare il potere malefico del malocchio, e la maschera de su Batileddu: maschera protagonista del carnevale di Lula, la vittima. È vestito di pelli di pecora o montone, ha il volto sporco di fuliggine e di sangue e la testa coperta da un
fazzoletto nero femminile, porta un copricapo con corna caprine, bovine o di cervo tra le quali è sistemato uno stomaco di capra (”sa ‘entre ortata”). Sul petto porta i “marrazzos” (campanacci), sulla pancia seminascosto dai campanacci porta “su chentu puzone”, uno stomaco di bue pieno di sangue e acqua, che ogni tanto viene bucato per bagnare la terra e fertilizzare i campi. Riguardo all’origine della maschera molte teorie riportano ai riti dionisiaci, con la rappresentazione della passione e la morte del dio, e più in generale ai riti agrari arcaici di fecondazione della terra con il sangue.
La maschera del Battileddu, abbandonata nella prima metà del Novecento, forse a causa della miseria e dei lutti provocati dalla guerra, cadde nell’oblio. È stata riproposta nel 2001, in un clima teso alla valorizzazione delle antiche maschere sarde e di spiccato interesse scientifico e antropologico verso la maschera di Lula.
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Nota in chiave cristiana di Rita De Angelis:
Caro Paolo.
Il 10 Agosto vale sicuramente la pena di stare svegli sino alle prime luci dell’alba per esprimere i desideri che ognuno dei noi cela nel cuore , affidandole alle scie luminose. La scienziata Margherita Hack, ci ricorda che le stelle cadenti sono di anno in anno meno frequenti, e per avere un massiccio rifornimento di polvere da cometa, bisognerà attendere il 2126.
A proposito di stelle, un gruppo internazionale di scienziati, ci comunica che per la prima volta è nata nella nostra costellazione una stella gigante, è venuta alla luce,nella costellazione del Centauro, ed ha oltrepassato il bozzolo prenatale di polvere e gas, nel quale si è formata. Venti volte più massiccia del nostro Sole, e con un raggio cinque volte superiore,è appena venuta al mondo ed ha mosso i suoi primi passi unendosi così a tutte le altre stelle presenti nel nostro firmamento.
Si dice che la maggior concentrazione di stelle cadenti potrebbe esserci tra il 12 ed il 13 Agosto. Ma la notte di San Lorenzo, dall’avvento del cristianesimo, è dedicata al martirio di San Lorenzo, che dal III secolo è sepolto nell’omonima Basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano in eterno nei cieli, e scendono sulla terra, soltanto nel giorno in cui Lorenzo morì, creando così un’ atmosfera del tutto magica e carica di speranza. In questa notte infatti, si crede, si possano avverare i desideri di tutti coloro che ricordano il dolore di San Lorenzo, e con il naso all’insù si aspetta di vedere una stella cadente dal cielo e si pronuncia quasi un desiderio o una filastrocca che così recita: “Stella, mia bella stella, desidero che…”, e sognando come in una fiaba si attende che l’evento desiderato si avveri e verifichi durante l’anno!
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Vi aspettiamo a Treia, dove l’aria è dolce, per assistere dall’alto della collina alla discesa del “pulviscolo d’oro” di metà agosto.
Paolo D’Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
Via Sacchette 15/a – Treia (Macerata) – Tel 0733/216293