Re: [Nonviolenti] su tav



Il dissenso pacifico con Paolo, a quanto posso vedere, è proprio sul punto se la Tav è o non è una questione tecnica soltanto. L'essenza della critica Notav è che si vuole quella grande opera per interessi economici che si impongono alla decisione politica, al di sopra del calcolo locale e globale costi-benefici. Qualche esponente politico (ora non ricordo esattamente chi, mi pare dell'attuale opposizione) ha detto: "E' una decisione politica, e basta". Infatti.
Ciao, Enrico
*
Il 04/07/2011 19:43, Movimento Nonviolento ha scritto:
Alla luce dei fatti di ieri, questo interveto di Paolo Candelari assume ancora più significato. Ringrazio Paolo per averlo scritto, e auspico che tra di noi amici della nonviolenza si discuta del merito e della strategia, come abbiamo fatto a suo tempo, con grande libertà ed onestà intellettuale, anche per Genova.

mao valpiana

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War is over  (John Lennon)

Il 01/07/2011 17.11, Paolo Candelari ha scritto:
carissimi,

sono sicuramente uno dei pochi, che leggono questa lista, che non è
d'accordo sul  notav.

Vorrei provare ad esporre sinteticamente le mie ragioni, se vi può
interessare un punto di vista diverso, altrimenti cestinate questa mail.

Allego un intervento che feci a suo tempo (ottobre 2005, prima dei presidi e degli scontri) . Lì ci sono sintetizzate le ragioni, per me ancora valide, per cui non condivido le posizioni del movimento notav; (tenete conto che è
stato scritto nel 2005.

Alcune cose da allora sono cambiate.

Innanzitutto il progetto attuale è completamente diverso da quello di
allora: non è vero infatti che non si sia tentata la via del dialogo : c'è stato un organismo, il cosiddetto "osservatorio" presieduto da Virano che doveva ridiscutere l'intero progetto: la ridiscussione è durata ben 5 anni, e continua tutt'ora: certo che se la posizione è quella di "notav" e basta, è difficile fare un dialogo che comunque si basa sul riconoscimento delle
legittime aspirazioni ed idee di tutte le parti e sulla disponibilità ad
arrivare a soluzioni condivise, tant'è vero che alcuni dei rappresentanti del movimento di allora, solo per aver accettato di partecipare(partecipare
non condividere le conclusioni)  a tale osservatorio vennero tacciati di
"tradimento" (linguaggio di per sè poco consono ad una discussione civile, figuriamoci nonviolenta). Dall’altra parte c’è chiara la volontà comunque
di imporre la tav, ma sfruttare tutti gli spazi di dialogo che si sono
aperti nel tempo avrebbe sicuramente prodotti migliori risultati che non
l’irrigidimento.

L'attuale movimento direi che è ancora + arroccato su posizioni che ritengo
pregiudiziali, e quindi refrattarie a qualsiasi tipo di discussione.

Non mi piace la tecnica di esagerare, dare notizie false, come quella che ha
ripreso a girare dell'amianto che provocherebbe 20000 morti (primo il
progetto non passa + per le montagne che conterrebbero l'amianto, amianto del resto non rilevato nei sondaggi fatti a suo tempo, e comunque in quella montagna c'è una cava a cielo aperto visibile a chiunque venga in autostrada
; se c'è l'amianto perchè non se ne pretende la chiusura?) A suo tempo
documentandomi e studiando i vari documenti dei notav rilevai una serie di
inesattezze su cui non ebbi alcuna risposta:il primo requisito di una
campagna nonviolenta non dovrebbe essere il rispetto assoluto della verità?



Mi sembra che siamo vittime di un movimento che con fanatico furore
ideologico addossa alla tav ogni male possibile, facendone un feticcio,
l'essenza stessa del capitalismo e dello sviluppismo. Non si può considerare un treno pericoloso come una centrale nucleare, questo atteggiamento non fa che dar man forte a chi ci accusa di essere i "signori del no": una bella occasione di rivincita per chi ha perso rovinosamente i referendum: giacchè la stragrande maggioranza dei cittadini di questo paese è ben cosciente che l'acqua è un bene pubblico, che val la pena rinunciare al nucleare a costo
di qualche sacrificio, ma sarà ben difficile convincerla che una linea
ferroviaria a trazione elettrica rappresenti il male assoluto!

E poi questo movimento ci sta portando allo scontro frontale, proprio perchè evita ogni forma di mediazione: con la presenza di quella legione straniera (tutt'altro che marginale) di centri sociali provenienti da tutta italia,
che già tanti danni ha fatto a tutto il movimento con la sua ansia di
scontro fisico con lo stato.

Forse ho idee diverse sul significato di nonviolenza: ci sono sicuramente parti del movimento sinceramente nonviolente e non disposte ad uscire dai
binari di una lotta civile e democratica, ma il lancio dei pietroni, il
blocco di strade e ferrovie per vendetta, l'assedio e le minacce a chi non la pensa come noi, il costringere dei lavoratori a girare sotto scorta, e
comunque la continua esasperazione degli animi, non mi sembrano proprio
caratteristiche di una lotta nonviolenta gandhiana.



In ogni caso vorrei manifestare la mia simpatia e solidarietà con Turi e col suo gesto (anche se noto che era solo nella sua corsa a mani (e piedi) nude
contro il bulldozer): indipendentemente dalle ragioni per cui lo fa, se
tutti adottassero simili sistemi di lotta, sarebbe molto + facile giungere a
posizioni condivise e, soprattutto, nessuno si farebbe male!



ciao a tutti



Paolo Candelari





Allegato (scritto il 16 ottobre 2005)



Alcune considerazioni sul treno ad alta velocità /alta capacità (tav/tac)



Innanzitutto vorrei premettere che considero la questione tav una questione tecnica: secondo me il dibattito dovrebbe essere riportato a dimensioni + reali, valutandone costi e benefici, danni e utilità, come andrebbe fatto
per qualsiasi opera tecnica o di politica: se ne fa invece una questione
ideologica, caricandola di significati che non ha; una guerra di religione
dove da una parte c'è tutto il bene e dall'altra tutto il male; questa
impostazione, presente purtroppo anche nel nostro movimento, è quella che mi
rende così refrattario a sposare incondizionatamente lo schieramento
"notav".



Secondo me tutta la questione deve essere inquadrata in una visione + ampia di politica dei trasporti: una delle critiche maggiori che si fanno è che si
tratta di una grande opera sostanzialmente inutile, perché gli attuali
flussi di traffico non la giustificano.

Innanzitutto, a fronte di un'opera di questo genere, che richiederà
sicuramente una decina d'anni per la sua realizzazione, bisogna valutare
quale sarà la situazione nell'arco dei prossimi 10-20 anni, non solo adesso,
ma soprattutto bisogna domandarsi: l'attuale situazione dei trasporti è
soddisfacente? Ovvero va mantenuta così come è, oppure ci si propongono
cambiamenti.

Partiamo dalla considerazione che dagli anni '50 in poi il traffico
ferroviario, sia passeggeri che merci non ha fatto che diminuire, con una caduta negli ultimi anni; la nostra politica di ambientalisti è sempre stata quella spostiamo il traffico da strada a ferro: la riteniamo ancora valida?
Se si il potenziamento dell'attuale infrastruttura ferroviaria diventa
indispensabile. L'attuale va bene per il livello di traffico odierno: anzi
le linee delle principali direttrici (proprio quelle lungo cui si stanno
costruendo le linee ad alta capacità) sono già vicino alla saturazione (non so da dove arrivino le informazioni divulgate dai notav secondo cui le linee sarebbero utilizzate al di sotto del 50% delle loro potenzialità, questo non
è vero neanche per la linea di Modane.

Poiché ritengo il traffico su gomma, quello a maggior impatto ambientale,
il + dannoso x emissioni di CO2, il meno efficiente da un punto di vista
energetico, sostengo con forza che la priorità di un ambientalista in tema di trasporti deve essere quella di spostare il traffico da gomma su ferro, e
quindi qualsiasi politica dei trasporti deve prevedere il potenziamento
della rete ferroviaria, in modo che possa essere in grado di assorbire una
buona parte dell'attuale traffico su strada.

Anche dal versante passeggeri andrebbe ribaltata l'attuale tendenza ad
abbandonare il treno come mezzo di trasporto; qui c'è un altro
concorrente:l'aereo, uno dei mezzi + disastrosi dal punto di vista
ambientale.

Ora si pone la domanda:ma è l'alta velocità in grado di realizzare questi
obiettivi?

Innanzitutto in Italia si parla di linee ad alta capacità, quindi destinate
ad un uso misto: prevalentemente passeggeri ad alta velocità di giorno,
merci a velocità normali di notte: che poi si realizzi veramente questo sarà da verificare e su questo occorrerà vigilare; ma i movimenti ambientalisti, invece di sbattersi per opporsi ad oltranza alla tav dovrebbero volgersi ad
altri tipi di rivendicazioni (dico per inciso che una politica per
l'ambiente non può limitarsi ai no, invece gli ambientalisti sono conosciuti solo come quelli che si oppongono sempre a tutto, perdendo di credibilità), ad esempio chiedere il numero chiuso ai passaggi dei tir sui valichi alpini,
come già fanno in Austria e Svizzera, o nel Montebianco.

Le statistiche francesi parlano di un riguadagno di quote di passeggeri dove
si è realizzata l'alta velocità. Io posso fornire la stitisica fatta in
Spagna: la composizione del traffico passeggeri tra Madrid e Siviglia da
quando si è inaugurata la linea ad alta velocità è profondamente mutata a favore del treno (dal 18% al 45% fonte LIBRO BIANCO "La politica europea de
trasporti fino al  2010 : il momento delle scelte"  scaricabile dal sito
http://europa.eu/legislation_summaries/environment/tackling_climate_change/l24007_it.htm
)

Pongo inoltre all'attenzione il fatto che negli stati dove le ferrovie sono
considerate una struttura fondamentale del sistema trasporti è in via di
realizzazione o allo studio l'introduzione di una rete ad alta velocità:
così è per la Francia, dove questa è ampiamente sviluppati con risultati
estremamente positivi anche dal punto di vista commerciale, per la Germania, la Spagna, ma anche è allo studio in Russia e in Cina. Non se ne parla certo
negli Usa, ma lì sappiamo che le ferrovie sono considerate residuali,
soprattutto dall'attuale amministrazione, né nel Regno Unito dove sono sulla
via americana della dissoluzione di questo sistema di trasporto.

Sarà un caso questo.

Dunque ritengo che una politica che sia pregiudizialmente contraria all'
alta velocità/alta capacità sia miope e sbagliata, proprio da un punto di
vista ambientale, e risponda solo a inconsistenti slogan ideologici che
potranno anche essere romanticamente affascinanti ma non spostano di una
apice la disastrosa situazione economico-ambientale-sociale dell'attuale
sistema di trasporti che pure tutti noi critichiamo.

Detto questo resta da vedere comunque se la linea Torino Lione è positiva o
meno.

Su questo incidono i costi di realizzazione, ben diversi dalle altre linee, in quanto si tratta di fare un'opera mastodontica come il progettato tunnel di 52 km, le questioni di salute ambientale (amianto e uranio), l'impatto in
una valle già "stressata".

Per affrontare questi argomenti occorre comunque partire da 1 esame della situazione attuale: oggi la valle di susa è attraversata da circa 3500 Tir
al giorno, che, in previsione di un aumento del traffico merci in futuro
sono destinati ad aumentare: una onesta e corretta valutazione di impatto di un'opera come la tav/tac deve confrontarsi con quello dovuto ad un traffico
su gomma sempre crescente: io fossi un valsusino contratterei
tranquillamente la nuova linea ferroviaria con il numero chiuso dei tir in
transito in valle.

Ho letto i dati dello studio della Polinomia promosso proprio dalle
associazioni che si oppongono al tav; a me quei dati hanno rafforzato l'idea
della sua utilità piuttosto che il contrario.

Non c'è dubbio che un cantiere della durata di 10-15 anni porti gravi
problemi ad una valle già 'stressata', ma occorre avere una prospettiva
lunga, altrimenti poi si conteranno gli errori: oggi il traffico su gomma è già un attentato alla salute, e mi sembra che i comitati notav tutti presi dall'ardore di una guerra totale alla nuova linea ferroviaria, dimentichino
questo aspetto del problema.

Viceversa non c'è dubbio che l'esercizio di una linea ferroviaria a trazione
elettrica sia decisamente meno invasiva e per nulla dannosa.

Un ultima considerazione:in Svizzera è già in stato di avanzata
realizzazione il tunnel di base del Gottardo (vedi www.alptransit.ch), 57
km, la cui messa in esercizio è prevista per il 2016: la Svizzera ha un
piano per spostare tutto il traffico merci di passaggio su rotaia: per far
questo ha in programma diverse opere ferroviarie di cui questa è la più
importante: per pagarla  è ricorsa ad una tassa sul traffico pesante su
strada(per aggiornamenti www.alptransit.ch/it): trattandosi comunque di un paese molto rispettoso delle autonomie locali ha sottoposto a referendum nei
cantoni interessati e il progetto è stato approvato con l'80% dei voti
favorevoli: sono i ticinesi impazziti o gli abitanti della valsusa miopi?




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