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Sent: Saturday, July 02, 2011 9:14
AM
Subject: [ecologia] Appello Miccoli
Scriviamo per manifestare la nostra
piena adesione alla dichiarazione/appello con cui lo storico
Giovanni Miccoli ha richiamato l'attenzione sul vergognoso decreto legge che
estende a 18 mesi la permanenza degli immigrati clandestini nei centri di
espulsione. Alla nostra adesione abbiamo fatto precedere il testo della
dichiarazione e le parole con cui il prof. Miccoli ne ha accompagnato
l'invio all'amico Enrico Peyretti.
Caro Enrico,
ti accludo la seguente dichiarazione perché, se
credi, tu la diffonda nella rete dei tuoi corrispondenti. La deliberazione del
governo che porta a 18 mesi (un anno e mezzo!) la permanenza nei centri di
espulsione dei cosiddetti “clandestini” appare a dir poco enorme. Non solo le
giustificazione addotte suonano risibili. Ma per ciò che si sa dei centri
(preclusi com’è noto alla stampa) si tratta di luoghi in cui la vita di chi vi
è detenuto risulta durissima per non dire impossibile. Non credo bastino le
consuete proteste dell’opposizione parlamentare, cui si sono aggiunte alcune
voci di esponenti dell’associazionismo cattolico. Una ribellione massiccia
della società civile sarebbe necessaria di fronte alla realtà di veri e propri
campi di concentramento introdotti nel nostro paese. Bisognerebbe quantomeno
inondare il Viminale di e-mail di protesta. La rete offre questa e altre
possibilità. Nel caso di una buona risposta alla dichiarazione si potrebbe
decidere quali iniziative intraprendere.
Con un cordialissimo saluto
Giovanni Miccoli (17 giugno 2011)
Dichiarazione.
Notizie di stampa informano che la permanenza
dei cosiddetti clandestini nei centri di identificazione e di espulsione, già
portata da 2 a 6 mesi, è stata ulteriormente protratta a 18 mesi (un anno e
mezzo!). Le giustificazioni addotte appaiono del tutto risibili: non si
vede infatti come procedimenti di identificazione che non si riescono a fare
con una certa rapidità diventino possibili in un lasso di tempo
incredibilmente lungo. Ma non è questo il punto principale. La misura assunta
si presenta infatti con un carattere pesantemente punitivo: la clamorosa
conferma della volontà di rendere la vita degli immigrati nel nostro paese,
soprattutto se provenienti dall’Africa, la peggiore possibile. Le
caratteristiche dei centri e le durissime condizioni di vita cui coloro
che vi sono detenuti sono costretti li configurano ormai come veri e propri
campi di concentramento. Non è un caso che i controlli esterni vi siano
normalmente impediti. Il nostro paese ha così la straordinaria prerogativa di
introdurre nuovamente in Europa una realtà che si poteva sperare cancellata
per sempre dopo le truci esperienze del secolo scorso.
Mancano le parole per esprimere l’indignazione e il
disgusto che una situazione del genere provoca. Si cerca di ritrovare il
consenso sociale che vacilla facendo dei più deboli e indifesi il capro
espiatorio di paure e insicurezze che hanno in ben altri fattori le loro
ragioni. Le più elementari nozioni di comune umanità e di solidarietà vengono
così infrante e calpestate. I più bassi ed egoistici istinti trovano in tal
modo incentivo e conferma da chi governa e orienta il costume pubblico.
Abbiamo tuttavia fiducia che una coscienza civile
ancora esista nel nostro paese. Sollecitiamo perciò i nostri concittadini a
far sentire la propria voce di protesta per situazioni e metodi che disonorano
l’Italia e smentiscono ancora una volta le sue tradizioni di civiltà, troppo
spesso vantate solo a parole.
Nostra adesione
Chiarissimo Professor
Miccoli, caro Enrico,
vi siamo grati di aver
per primi fatto sì che in questo forum echeggiasse tutta la riprovazione che
l'indegno atto governativo merita e che certamente è
condivisa dalla maggioranza degli italiani.
Lo facciamo a nome di
un'associazione - sostenuta principalmente dal Movimento Federalista Europeo e
dal Centro studi D.S. Regis, emanazione del MIR-Movimento non violento -
che oggi è impegnata a Torino nel lancio
di una petizione al parlamento europeo perché conceda diritto di
cittadinanza europea ai lavoratori extracomunitari e di un appello alla
Regione Piemonte per ché emani una legge sul diritto a un reddito minimo
garantito a beneficio di tutti i residenti non abbienti.
Ovvia e sentita è
quindi la nostra partecipazione all’iniziativa
promossa dal professor Miccoli e l’impegno a raccogliere
adesioni a sostegno di essa, impegno di cui rendono testimonianza le firme del
presidente del Centro Studi D. S. Regis, Nanni Salio, del
presidente della Sezione MFE di Torino, Alfonso Sabatino e del presidente del
Circolo culturale "Altiero Spinelli" di Milano. Tra le
altre firme già raccolte segnaliamo già quelle di vari
esponenti di spicco della cultura torinese: i docenti universitari Giovanni De
Luna, Carlo Marletti, Giuseppe Ricuperati, Francesco Tuccari,. Altri da noi
interpellati ci hanno fatto sapere di aver già dichiarato il loro assenso alla
rivista “Exodus”. Quest’ultima, a quanto ci consta, farà successivamente da
collettore di tutte le adesioni, provenienti da vari punti di
raccolta.
Il favore
con cui le richieste di adesione da noi fatte vengono
accolte, ci convincono della possibilità di dar corpo a quelle altre e
più estese iniziative a cui il professor Miccoli accenna. Si sente ancora vivo
lo spirito di democrazia profonda, e diremmo "referendaria",
che ha dato nei giorni scorsi così alta e
sorprendente prova di sé.
A proposito: i referendum. Ci
chiediamo − e riteniamo di non essere i soli − se non sia questa la via
da intraprendere subito e risolutamente per restituire al popolo italiano
quella dignità che le varie leggi anti immigrazione gli hanno fin qui
penosamente compromesso e testimoni cotme esso abbia ben compreso che il
fenomeno dell’immigrazione non è che un aspetto della grande svolta storica
che sospinge l’umanità verso un futuro felicemente meticcio.
Una prova di maturità
culturale non facile a cui forse converrà pervenire per gradi con iniziative
che sottolineino e facciano comprendere la dimensione
irrevocabilmente sovrannazionale del problema e delle sue
soluzioni (petizione al parlamento europeo, adizione alla Corte dei diritti
dell’uomo) ma evidenzino come su esse il nostro e ogni
popolo d’Europa sia comunque destinato
presto direttamente a pronunciarsi.
Tanto più che l’avversario
non perde tempo: il ministro Maroni ha infatti già trasformato la sua
intenzione in decreto legge: emesso in data 23 giugno 2011 n.89 (
Gaz. Uff. n.144 del 23/06/20011) esso dà
attuazione alla c.d. Direttiva rimpatri n.115/2008. Il testo è rintracciabile nel sito della gazzetta
ufficiale (http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2011-0623&task=dettaglio&numgu=144&redaz=011G0128&tmstp=1308903602010)
ed è stato pubblicato sul Sole di sabato 25 giugno.
Vergogna.
Dario Cambiano, Giuliano
Martignetti, Roberto Palea, del Comitato d’iniziativa per un Movimento dei
movimenti.