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UN BAGNO AL VAPORE AL PROFUMO DI GELSOMINO.

Molti Italiani dovrebbero farsi un bagno al vapore al profumo di Gelsomino, come suggerito dai Monaci del Tibet, per lavare l’anima, lo spirito e soprattutto la coscienza. Un richiamo diretto in special modo a tutti quelli che occupano le poltrone del bengodi, sostenuti da altri esseri abbondantemente rifocillati a danno della Comunità.

Se facciamo caso, il mondo della Politica Italiana è fatto di grandi battaglie ma anche di grandi leccate reciproche, a salvaguardia dei propri interessi politici fra concorrenti dello stesso livello, stessa scuola, stessa materia, separati soltanto da un colore diverso, Blu, Rosso, Verde o Neutro con varie sfumature, ma tutti uniti nel tradizionale programma che ha come obiettivo <Fottere gli Italiani>.  

Lo faceva Pierino definito il Cesare l’Augustus e tanti altri dal tempo di Romolo e Remo sino ai nostri giorni con Prodi, per finire a Berlusconi e alla Lega Nord.

Che cosa è cambiato in tutti questi anni? Nulla di Nulla.

Da un popolo di Artisti e Letterati, di Inventori e Ricercatori pieni di speranze, eternamente soffocati dal potere di interessi di parte Politica, esattamente come si può notare <oggi>, con mille furbi sul piedistallo del Potere e milioni di pecore da sfruttare per pagare i debiti e gli interessi sui gravi errori della Politica anti Democratica.

Nel gioco delle tre carte, dietro al sipario all’ombra della Plebe Nazionale, in barba a tutti quelli che si scaldano l’anima credendo di poter eleggere il Principe dei propri sogni, creato, anzi imposto dal martellamento mediatico di bugie, dove già pensano a lanciare il prossimo Chicchirichì alla guida del baraccone Nazionale.

La sorella, giornalista e scrittrice dell’eccelso Economista Mondiale Onorevole Tramonto, così come viene definito in famiglia e nei corridoi dei Partiti Politici. Super valutato per paura che arrivi improvvisamente un estraneo a tagliare i viveri al fitto cordone di mangiasoldi. Per questa ragione viene elevato al titolo di Mago Italicus, candidato alla Presidenza del Consiglio, per assicurarsi di poter continuare il più a lungo possibile per la medesima strada. Araffare.

A loro dire, Egli è il personaggio dell’anno che tutto il mondo ci invidia, come riportato e tradotto dal vociferare della stampa Africana. <Povero uomo>, non sa più dove mettere la testa per non tradire il pensiero Politico di Destra, di Sinistra e pure del Centro, per compiere il miracolo della moltiplicazione dell’Euro.

Egli continua a contare e ricontare con le dita perché non si fida più della calcolatrice, sperando che arrivi presto l’ora funesta che porti a termine questo Governo per andare a riposarsi in qualche Paradiso Fiscale con i soldi della pensione maturati in soli cinque anni, lontano dai controlli telefonici, che scovano tutte le magagne degli affaristi arrampicati sui piani alti, i quali per tradizione giocano continuamente con il destino della Nazione, senza badare a rigurgiti di coscienza, etichette professionali o crimini di massa, che giustificheranno come incidenti di persone immature.

Un paragone che accomuna questa gente a Genghis Khan, Mokabo o al Sommo Condottiero Gheddafi, <uno come tanti altri santificati dai media o riportati nei libri di storia, con anni di gloria spesi in realtà diverse soffocate dall’informazione>, i quali, il quale con le sue azioni anti umane, seguite da tanti crimini, non poteva più nascondere, e il vaso traboccato ormai da lungo tempo, gli è scoppiato fra le mani.

Qualcuno fra i beneficiari del macabro sistema senza anima né cuore, è risentito della grave condanna emessa dal Tribunale Mondiale dell’Aia conseguente al Mandato Internazionale di Cattura contro il Rais Tiranno, suo figlio ed altri cani del suo seguito, mentre in Italia il Club dei non violenti, continua a sventolare bandiere di Pace in difesa di tutte le ingiustizie e i crimini commessi da Gheddafi.

Da questo modo del pensare ed esprimersi fortemente egoistico, pare che per alcuni: il dolore e la sofferenza non si sentono quando colpisce il prossimo, gli altri, mantenendo ben oliato il porta monete dei sostenitori.

E’ una convinzione che ha già fatto il callo nei secoli, trasmessa di generazione in generazione in certi ambienti portati a valorizzare il proprio <io>, attraverso la divulgazione di ciarle esternate con serietà, dove la lingua spezza le montagne, sfascia le famiglie, convince gli stolti, induce Popoli e Nazioni alla rovina molto peggio dei cannoni, dei missili e delle torture usate da Gheddafi, contro il quale è scattato l’arresto Internazionale, ma il grande danno generato dalla lingua, dal comportamento e dalle azioni imposte dai nostri Politici e dei loro sostenitori, i quali creano maggiori danni all’intero Paese, non sono ancora arrivate al Tribunale dell’AIA, per un eventuale arresto e le dovute punizioni dei nostri despota Nazionali.

Dal fallimento referendario che ha cancellato le decisioni negative del Potere relativo al Nucleare e all’acqua da salvaguardare come un bene comune da difendere, il Governo cerca di riaversi con l’imposizione della TAV, un altro fallimento sostenuto da calcoli parziali, con scopi molto diversi dalla creazione del collegamento veloce del super treno.

Fallimenti su fallimenti ricamati come eventi strategici, i quali stanno inginocchiando ulteriormente l’Italia, di cui i cittadini persi fra la moltitudine di parole che generano confusione, stentano a riconoscere la voce del saggio.

Per mettere a posto il Paese distrutto dal gioco della politica, ci vuole l’intervento del Contadino con l’onesto senso dei pesi e misure, capace nel distinguere la frutta marcia dal resto del raccolto, calcolando i risultati con un metodo diverso dal Prodotto Interno Lordo, ma dal livello di felicità e soddisfazione delle famiglie, dei cittadini dell’intera Comunità.

Questo nostro povero mondo, che non vuole progredire socialmente a causa dello scampanellio del soldo, che fa impazzire una cerchia molto ristretta di dannati dall’aspetto umano, i quali scavano e sovrastano le montagne senza alcun senso logico, accrescendo la sofferenza umana. Persone profondamente cieche ed incapaci di leggere nelle semplici pagine del lessico primordiale sulla Sacralità della Vita, della Giustizia, dei beni comuni, del Rispetto dei Diritti Umani, per la conquista della Pace interiore e per una migliore qualità di vita per l’intera Comunità Nazionale e Mondiale.

Anthony Ceresa.


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Data: 29/06/2011 9.36
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Galileo Giornale di scienza e problemi globali

29 Giugno 2011 | ultimo aggiornamento 4 minuti fa

Temi ambiente, società

Perché i manifestanti non vogliono la Tav in Val di Susa

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di Lorenzo Mannella | Pubblicato il 29 Giugno 2011 06:52
Le ragioni che muovono i manifestanti a opporsi da più di 20 anni alla costruzione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità in Val di Susa sono di almeno due nature diverse: una ambientale e l'altra economica.

Già nel 2004, 103 medici della Val di Susa pubblicarono un appello in cui esprimevano forti preoccupazioni per l'incolumità della popolazione locale. I versanti della montagna dove sarà scavato il tunnel di 50 km che collegherà Francia e Italia contengono infatti abbondanti tracce di amianto. La manipolazione e il trasporto dei materiali di scavo potrebbe causare il rilascio delle pericolose fibre che, unite alla diffusione di polveri sottili, contaminerebbero facilmente l'intera valle. Non a caso, nelle vicinanze del cantiere è situata la più grande cava di amianto d'Europa, quella di Balangero, dismessa nel 1826 e mai bonificata (vedi Galileo). Il timore è quello che l'incidenza dei tumori causati dalle fibre - già elevata tra gli abitanti della zona - possa subire un'ulteriore impennata.

Come se non bastasse, l'escavazione dei tunnel richiederebbe enormi quantità d'acqua, che verrebbero drenate dai bacini idrici della zona: un'area caratterizzata da coltivazioni montane tutelate dall'indicazione geografica protetta (Igp). Si calcola che i lavori in Val di Susa drenerebbero dai 65 a 125 milioni di metri cubi d'acqua ogni anno, l'equivalente di quanto consumato da una città con un milione di abitanti. Il rischio di veder prosciugare torrenti, fiumi e pozzi si scontra duramente con la promessa da parte dell'alta velocità di ridurre l'impatto ambientale del trasporto merci. A quanto pare, il risparmio di CO2 emessa dal traffico stradale che verrebbe dirottato sulla nuova linea ferroviaria verrebbe annullato dalle enormi spese energetiche richieste per la realizzazione del cantiere e dalla costosa alimentazione delle nuove motrici.

Oltre alle problematiche ambientali, i cantieri Tav sollevano non pochi dubbi di carattere economico. Secondo un saggio pubblicato nel 2007 da Marco Ponti, ordinario di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, il progetto della linea Lione-Torino, un affare da 17 miliardi di euro, sovrastimerebbe le aspettative di crescita previste per il traffico merci e passeggeri nell'area subalpina. La Val di Susa, inoltre, viene già attraversata dalla linea ferroviaria internazionale del Frejus, i cui ultimi lavori di ampliamento sono terminati nel 2010. Tuttavia, questa tratta alpina è stata sfruttata negli ultimi tre anni per meno del 25% della sua capacità totale.

La necessità di costruire nuovi e costosissimi tunnel di collegamento con la Francia sembrerebbe quindi una manovra azzardata: perché, piuttosto, non sfruttare al meglio le linee di collegamento già esistenti? Inoltre, secondo gli ultimi dati dell'osservatorio del Dipartimento Federale dei Trasporti svizzero sul traffico merci attraverso i valichi alpini, il volume di scambi attraverso il Frejus sarebbe in costante calo da almeno otto anni, con un picco negativo di 2,2 megatonnellate (Mt) nel 2009. Un dato concreto che getta seri dubbi sulle stime presentate da Ltf: per il 2009, infatti, prevedeva un volume di passaggio merci pari a ben 10 Mt, quasi cinque volte più del reale stato di congestionamento.

Data la complessità del nuovo cantiere che dovrebbe essere avviato in Val di Susa, c'è anche il rischio che i lavori possano subire dei forti rallentamenti. Non sarebbe infatti una novità se la realizzazione della linea ad alta velocità richiedesse più tempo e denaro rispetto a quanto preventivato dai primi progetti. È già successo nel caso delle tratte Roma-Firenze, Firenze-Bologna e Milano-Torino, dove i costi finali hanno superato i preventivi iniziali dalle quattro alle sette volte. Anche nel caso, poi, in cui la tratta Lione-Torino venisse completata in tempi ragionevoli, occorrerebbero altri 26 miliardi di euro per estenderla fino al confine sloveno e completare il corridoio merci che taglierebbe il nord Italia da Est a Ovest. In conclusione, il rapporto costo-benefici non penderebbe affatto a favore della Tav, che al netto produrrebbe un disavanzo di 25 miliardi di euro. Un bel fardello per la stagnante economia italiana.