gli allegati non mi si aprono !
Grazie se me li rimandate in un altro
format.
Franco
----------------------------------------- Franco
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----- Original Message -----
Sent: Sunday, May 01, 2011 3:54 PM
Subject: [ecologia] Fw: ..si , proprio
mentre lo santificano ....e buon primo maggio , Oscurato dal BEATO E DAI
PRINCIPINI
----- Original Message -----
Sent: Sunday, May 01, 2011 3:38 PM
Subject: ..si , proprio mentre lo santificano ....
Barbarie cristiane
Tripoli, l'altra notte
Tripoli, l'altra notte - foto:
fulviogrimaldi.blogspot.com
Direttamente dal vescovo di Tripoli, Giovanni Martinelli, che
ho lasciato sotto le bombe appena 7 giorni fa, ho saputo dell'apocalissi
scatenata sulla capitale libica la notte scorsa (dal 27 al 28 aprile). L'unica
voce che è riuscita a penetrare occasionalmente attraverso la blindatura
mediatica allestita dagli aggressori ancora una volta si è levata in difesa di
un popolo attaccato e massacrato, della sua sovranità, della sua
autodeterminazione, denunciando quello che viene taciuto dal mercenariato
mediatico globale: che missili e bombe Nato colpiscono indiscriminatamente e
uccidono civili. Al momento Martinelli non aveva ancora avuto notizie precise
sulla portata delle distruzioni e sul numero di morti e feriti causati in ore
e ore di terrorismo bombarolo, ma dall'angoscia delle sue parole, come anche
dall'esperienza da me vissuta in giorni e notti di continui bombardamenti
sulla città e sui suoi sobborghi e che allora - non ora - risparmiavano
perlomeno la densità demografica del centro dove alloggiavo, è logico desumere
le dimensioni della strage. Quella alla quale da ieri, come comunicato dal
guitto mannaro senza minimamente curarsi di sottoporre alla presunta
"centralità del parlamento" l'illegittima e criminale escalation rispetto alla
risoluzione ONU 1973 e agli stessi impegni assunti precedentemente,
partecipano "con razzi mirati" i mercenari del guitto mannaro, del pazzo
ruttante, dei postcomunisti e dell'agente Cia che, tronfio sul Colle, si
compiace di ridurre in melma la nostra Costituzione (altro che Bossi!) e fare
ulteriori stragi di donne, bambini, uomini, civiltà, per il prestigio della
nazione e l'elemosina dei suoi mandanti.
foto: fulviogrimaldi.blogspot.com
Siamo in mano a pazzi criminali rispetto ai quali Muammar
Gheddafi, come tutti, proprio tutti, i governanti, oggetto della montatura
destra-sinistra che lastrica le rotte dei genocidi, fa la figura dell'eroe dei
diritti umani, della libertà, della democrazia. Sul popolo che, girando in
lungo e in largo per la maggior parte della sua presenza, ho constatato
solidale al suo governo e alla sua guida e deciso a combattere contro i
famelici detriti oscurantisti vendi patria e relativi padrini della
"coalizione dei necrofagi", si è abbattuta la Pasqua di pace e resurrezione
della cristianità. Nella domenica di Pasqua la Nato ha effettuato 143
incursioni di cui 62 definite "sortite per colpire" (strike sorties):
bombe e missili, tra cui quelli Hellfire dei droni appena lanciati dal
Premio Nobel per la pace Obama visto lo splendido esito ottenuto con i 900
civili uccisi in Pakistan. A quella data, dal momento che la Nato aveva
trasferito a sé il comando dall'Operazione "Alba dell'Odissea", sono state
effettuate 3.725 sortite di cui 1.550 "per colpire". Il 25 aprile quelle cifre
erano salite a 4000 e 1.600 rispettivamente, a loro volta ampiamente superate
la notte scorsa su bersagli a Tripoli, Misurata, Sirte, Mizdah e Zintan.
"Questo è niente", ha dichiarato in Olanda la virago tagliagole Hillary
Clinton, ventilando le scadenze dei suoi porno-orgasmi, "sulla Serbia abbiamo
bombardato per 78 giorni ".
Santi cristiani
foto: fulviogrimaldi.blogspot.com
Frenesia mediatica di distrazione di massa, parallela a quella
di distruzione di massa per la grande rivincita del colonialismo alla Graziani
(un terzo dei libici gassati, sparati, impiccati), attorno alla beatificazione
del peggiore degli ontologicamente pessimi papi e al matrimonio del gaglioffo
anglomassonico William, collaudatosi degno erede al trono della sterminatrice
Vittoria con con la partecipazione in ghingheri da guardia scozzese nel
mattatoio Nato dell'Afghanistan. Soffermiamoci sulla prima, degna di collera
quanto la seconda lo è di nausea. Anche perché a turlupinare, truffare,
obnubilare e manipolare la gente sono stati quelli dei santi ad insegnarlo per
primi, meglio di tutti e per duemila anni, alle cricche del dominio, dello
sfruttamento e della morte. Vediamoli i meriti di Karol Woytila, papa nero e
oscurantista peggio di Pio IX: distruzione manu militari della teologia della
liberazione che affiancava gli esclusi nella ricerca della vita e della
dignità; cospirazione in combutta con Cia, mafia, P2 e reazione mondiale
contro la Polonia sovrana e socialista, alla cui sovversione offriva i denari
sottrattici "per il sostegno della Chiesa e delle sue opere di carità";
riabilitazione e connubio con la setta fascista-vandeana di Lefevbre; assalto
al Nicaragua rivoluzionario in combutta con i briganti "contras"; apparizione
sul balcone accanto a Pinochet, a sostegno della più stragista delle dittature
latinoamericane; fraterna solidarietà e incarichi di massimo livello
(Propaganda Fide) al delinquente cardinale Pio Laghi, sodale dei generali
argentini dei desaparecidos; intima collaborazione e status di braccio armato
del papa per la mafia cattolica dell'Opus Dei, cane da guardia del potere
finanziario e contro le eresie laiciste; lancio degli speculatori e trafficoni
di Comunione e Liberazione e della Compagnia delle Opere alla conquista di
mercati, servizi e della spoliazione dei beni pubblici in consorteria con il
peggiore malaffare nazionale e internazionale; sostenitore dei nazisti
"Legionari di Cristo, in spregio - o per merito - dei suoi sodalizi con la
criminalità politica e di un superiore generale pedofilo; occultatore
fuorilegge di tutti gli episodi di pedofilia che infestano ranghi bassi e alti
dell'edificio ecclesiastico; padrino e patrono del criminale mafioso e
piduista, probabile assassino di Papa Luciani, cardinale Marcinkus;
beatificatore di serial killer come il vescovo croato Stepinac, stragista
ustascia al servizio della Gestapo e due missionari battistrada del genocidio
in Messico; cappellano militare dei fascisti croati responsabili del genocidio
di serbi in Slavonia e nelle Krajine.
Beatificazione a furor di popolo
decerebrato e di successore imperialista, con stile di marketing religioso
finalizzato ad accreditarsi come partner politico, culturale e belligerante
delle élites occidentali impegnate nella nuove crociate per lo sfoltimento
dell'umanità e la dittatura sui sopravvissuti. Mentre il beatificatore non ha
trovato, nei suoi perenni excursus nell'ipocrisia e nella farneticante
superstizione, mezzo minuto per apostrofare i responsabili della strage degli
innocenti in Libia nel giorno di Pasqua, troverà tempi e agi e piaceri da
dedicare al presidente dell'Honduras, Porfirio Lobo, installato grazie ai
golpisti attivati da Obama e protagonista quotidiano della repressione
sanguinosa di un popolo, martire vero, ma dal lato sbagliato. Responsabile
diretto di uccisioni, torture, sparizioni forzate, stupri, cacciata di
contadini dalle loro terre a vantaggio di una banda di latifondisti e delle
multinazionali, Lobo sarà ospite d'onore, insieme ad altri esponenti del
crimine politico occidentale, alla beatificazione del passatista facinoroso.
Tout se tien.
Emergenze e non
foto: fulviogrimaldi.blogspot.com
Viva Gino Strada quando anatemizza i facitori di guerre. Viva
un po' meno quando se ne va a metter su ospedali esclusivamente nelle zone
controllate dai mercenari Nato: Bengasi, Misurata, Adjabiya. Non crede che la
popolazione decimata a Tripoli, o nei territori fedeli al governo legittimo
libico meriti il beneficio di una Emergency che "non distingue tra vittime di
una parte e dell'altra"? Chissà se la clinica di Emergency a Misurata, dalla
quale ora quei sanitari sono fuggiti - Gino Strada: "Non si può operare sotto
le bombe" - era collocata in quel complesso ospedaliero dal quale, come
dimostrano immagini diffuse dall'inascoltata agenzia libica, cecchini
professionisti integrati nelle bande ribelli sparavano sui civili? Mi ricordo
del discutibile episodio del suo precipitarsi a Kerbala, Iraq, sotto
occupazione e sterminio alleato e dei fantocci, per mettere in piedi un
ospedale e quando gli ottimi medici iracheni gli fecero presente che di
eccellenti ospedali Saddam gliene aveva dati a iosa e che, semmai, servivano
apparecchiature e farmaci, si ritirò insalutato ospite. Preferì promuovere il
più redditizio, dal punto di vista dell'immagine, ospedale in Irbil, Kurdistan
iracheno. Peccato che nella zona controllata dai capibanda filoisraeliani
curdi tutto era tranquillo, mentre nell'Iraq del genocidio di sunniti arabi si
veniva feriti e si moriva come le mosche. Mi ricordo anche di quel centro di
eccellenza cardiologica tirato su a Khartum, Sudan, paese nel quale ci si
ammala e si muore, più che per gotta o infarti, di malaria, tubercolosi,
malnutrizione, carenze igieniche e guerra civile innescata dai colonialisti di
ritorno. Ma forse non sono sufficientemente informato e ragioni buone per
quelle scelte ci sono. Intanto ben venga l'unica voce civile che, assieme a
quella del solitario Di Pietro, impreca contro la guerra, mentre la sinistra
miagola contro le troppe bombe (l'ilare Rossanda preferisce le brigate
internazionali) e latra contro il "pazzo criminale" di Gheddafi.
Balle tribali
Con euforia mal collocata, mentre mantengono un rigoroso
riserbo su civili trucidati dai padrini dei briganti Al Qaida-Cia di Bengasi,
come anche sull'osceno frantumarsi nel lupanare di Bengasi di una coalizione
di fanatici della Sharìa, fuorusciti assoldati dagli uccisori del loro popolo,
delinquenti comuni estratti dalle carceri, mercenari dei satrapi del Golfo,
teste di cuoio occidentali (che nelle prime 24 ore del golpe hanno fatto fuori
gli utili idioti che la pensavano come quelli del Cairo o di Tunisi), i media
trionfalmente comunicano che esponenti di 61 tribù libiche si sarebbero
schierati contro Gheddafi. E' come dire, fatte le debite proporzioni
demografiche, che in Italia qualche migliaio di cittadini delle varie etnie
appennino-alpino-mediterranee si sono pronunciate contro il proprio governo.
Caspita, che debacle per Gheddafi. E non erano neanche capitribù,
semplicemente "membri". Facili da raccattare. Fanno il paio con i 230 iscritti
al Baath siriano che vengono portati sugli allori della "rivoluzione
anti-Assad" del popolo in catene. Al Baath sono iscritti più di un milione di
cittadini e, se anche fosse vero questo immane dissanguamento, nel contesto di
quella che si vorrebbe far passare per una guerra civile, confondendola
strumentalmente e paradossalmente con le insurrezioni contro despoti
affamatori al servizio dei vampiri occidentali in Yemen e Bahrein, non
rappresenterebbe che la defezione di quattro gatti lusingati dalla prospettiva
di una Siria in cui i servi del regime change, perseguito dalla "comunità
internazionale" ovunque si trovino scogli alla marea del libero mercato di
obbedienza FMI e Wall Street, si accreditano a futuri proconsoli coloniali.
Siria, epilogo di mezzo secolo di assedio?
manifestazione a Damasco pro Assad - foto:
fulviogrimaldi.blogspot.com
Bombardandola, spedendovi i killer del Mossad per far fuori
dirigenti palestinesi, sanzionandola, accusandola dell'attentato Mossad al
premier Rafiq Hariri in Libano (prima di spostare l'accusa, clamorosamente
smentita da falsi testimoni pentiti, a Hezbollah), minacciandola perennemente
dalle alture rubate del Golan, la Siria è sotto schiaffo USraeliano, quanto la
Libia, da quando il partito panarabo socialista prese il potere nel 1963,
prima con i marxisti-leninisti di Atassi e poi con Assad. Con la Libia di
Gheddafi, dopo la caduta di Saddam Hussein, unico ostacolo tra Atlantico e
Golfo alla normalizzazione imperialista chiamata Grande Medio Oriente, la
Siria alleata dell'Iran, protettrice del Libano resistente, sostenitrice della
Resistenza palestinese, spina nel fianco dei satrapi agli ordini
dell'Occidente, ostile alla manomissione della propria sovranità da parte
delle multinazionali, è finita nel vortice delle rivoluzioni colorate.
Nonviolente e pacifiche, ma con tanto di bande armate che, munite di armi di
ogni tipo arrivate da chissà dove, come in Libia, sparano dai tetti su folle
manifestanti, istigate da religiosi integralisti, e sulle forze di sicurezza.
Ai media occidentali, impegnati come sempre a spianare la strada al
pianificato intervento armato della "comunità internazionale" e, nel
frattempo, alla guerra civile per "libertà e democrazia", interessano poco le
manifestazioni oceaniche in appoggio al governo succedutesi in risposta alla
sollevazione fondamentalista di Daraa, città all'insidioso confine con una
Giordania collaborazionista di Israele e degli Usa. Non li spostano dalla
linea della "rivolta contro la dittatura di Assad", che pure avrà nelle sue
fila qualche insoddisfatto di un parziale socialismo di Stato e,
nell'attualità, del peso economico di un milione di iracheni in fuga dagli
eccidi di occupanti e fantocci, le conferme degli 8 milioni di dollari ancora
recentemente pagati dagli Usa a un fuoruscito dell'opposizione, dell'assegno
di 300mila dollari del principe Saudita Turki Bin Abdul Aziz, già socio di
Osama bin Laden, ai dirigenti della destra libanese perché provocassero
agitazioni in Siria e del solito aggregato di prezzolati dei servizi
britannici attivato a Londra da quel Rifaat El Assad, fratello del presidente
defunto, che dovette scappare dal suo paese accusato di traffico di droga,
malversazioni di ogni tipo e collusione con il nemico israeliano.
foto: fulviogrimaldi.blogspot.com
E siccome i goal dell'altro giocatore in campo sono per
definizione da annullare, non turba i media l'apparizione nella tv siriana di
cecchini che confessano di aver ricevuto armi dagli imam di certe moschee e da
altre fonti misteriose e di averle usate, sia contro la popolazione che
manifestava in forma pacifica, per potenziare una ancora limitata rivolta, sia
contro militari e poliziotti uccisi a decine, in particolare durante i loro
funerali, per innescare quanto potrà essere descritto come guerra civile.
Ammissioni inconfutabilmente corroborate dalle orripilanti immagini di
militari uccisi dai cecchini e poi seviziati a coltellate, con parti del corpo
recise e gli occhi escissi. Il copione è quello dei ribelli di Bengasi, nella
loro carneficina di libici e lavoratori migranti neri e renitenti al colpo di
Stato. Militari tutti con un nome: Mohamed Ali, Ibrahim Hoss, Ahmed Abdallah,
Nida al Hoshi, Mohamed Alla....
Affermazioni definite apoditticamente
"poco credibili" sul "manifesto" perfino da Michele Giorgio che, pure, nei
suoi ultimi servizi da Bengasi aveva saputo bene illustrare la natura di
marmaglia corrotta, venduta e famelica del cosiddetto Consiglio Nazionale di
Transizione e non aveva neppure trascurato gli elementi spuri ed eterodiretti
della rivolta siriana. Cosa che avrebbe potuto indurlo a dare maggior credito
alle valutazioni del governo siriano circa il ruolo dei fratelli musulmani,
massima forza organizzata del paese e, come in Egitto, prona alle istanze
occidentali, e circa l'identità di membri di organizzazioni terroristiche
fondamentaliste dei provocatori confessi, ai quali gli sceicchi fornitori di
armi avevano assicurato che coloro che uccidono forze militari e di sicurezza
e lottano per il cambio di regime sono martiri e che avrebbero avuto denari e
armi e impunità purché si impegnassero nella jihad. Suona famigliare, vero?
Suona come Al Qaida. E da quando Al Qaida, a partire dalla guerra contro i
sovietici, poi in Bosnia e Kosovo, poi in Algeria e nel Maghreb e infine in
Libia, non vuol dire Cia?
E poi dicono che Muammar Gheddafi è un pazzo
visionario.
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