...non sei forse un po' troppo pessimista
?
Io vedo che Legambiente delle battaglie ne
fa, e anche Italia Nostra, ecc. ecc.
E l' alternativa quale sarebbe ?
Franco
----------------------------------------- Franco BORGHI Via
Frescobaldi 13 - 44042 CENTO Tel.051.6836715 -Fax
051.18895462 Cell.348.3802633 Skype: consultfb Reply to: xenos at iii.it
----- Original Message -----
Sent: Friday, March 04, 2011 7:13
PM
Subject: Re: [ecologia] Petrolio :Matera
capitale delle trivelle e della matematica perduta
non credo che gli ecologisti di sistema siano interessati a
fermare le trivellazioni...
cosi come gli OGM e le altre porrcherie...
Traditori dei Benefattori(Dante 33° Canto Inferno)
Il giorno 04/mar/11, alle ore 16:22, Borghi Franco ha scritto:
Da quanto leggo qui sotto la situazione a
Matera e dintorni sembra drammatica. Allora non sarebbe il caso di coinvolgere
le grandi associazione ecologiste italiane per fare un' azione comune contro
questo sfruttamento del suolo e impoverimento del territorio.
LEGAMBIENTE ne è a conoscenza ? E il WWF
e ITALIA NOSTRA ? E GAIA ? d altre ancora ?
Saluti, Franco
----------------------------------------- Franco BORGHI Via Frescobaldi 13 - 44042
CENTO Tel.051.6836715 -Fax 051.18895462 Cell.348.3802633 Skype:
consultfb Reply to: xenos at iii.it
----- Original Message -----
Sent: Friday, March 04, 2011 2:58
PM
Subject: [ecologia] Petrolio :Matera
capitale delle trivelle e della matematica perduta
NOSCORIE TRISAIA noscorietrisaia at libero.it
04.03.2010
MATERA
CAPITALE DELLE TRIVELLE E DELLA MATEMATICA PERDUTA
Matera l’aspirante
capitale della cultura si trasforma nella capitale delle compagnie minerarie
che vogliono a tutti i costi con la complicità della Regione e dei senatori
di governo il greggio e gas del sottosuolo lucano. L’annuncio fatto dal
governatore Vito De Filippo nelle pagine dell’allegato di Affari e Finanza
di Repubblica di trasformare la Basilicata in un hub energetico, sono state
accolte nel convegno Copam 2011 a Matera proprio da chi dovrebbe fare della
cultura uno strumento di sviluppo sociale, politico ed economico. Ci
riferiamo all’Università della Basilicata. Senza mezzi termini il vice
rettore ringrazia per le somme ricevute dal petrolio che a suo dire
mantengono in vita l’ ateneo. Ma a cosa serviranno tanti laureati se alla
fine dovranno emigrare da una terra che non offre loro occupazione né
sviluppo, ma solo sfruttamento e inquinamento?. Sfruttamento del sottosuolo
che arricchisce le compagnie minerarie (circa 2 miliardi di euro all'anno è
il loro profitto),sfruttamento della precarietà dei giovani con corsi di
formazione che non formano, inutili e costosi e clientelari, in una regione
che si spopola mentre la sua classe dirigenti continua in un delirio di
autocelebrazioni.La storia ci insegna che proprio in questa terra
maturarono
quella
cultura di democrazia e di libertà con la quale i nostri contadini
trasformarono la propria esistenza in lotta sociale di sviluppo per tutti.
Carlo Levi o Rocco Scotellaro si rigireranno nella tomba, nel veder
distrutta e svenduta la loro terra.
Che differenza col passato:
i nostri nonni, contadini e analfabeti, riuscirono non solo a dare una
cultura e un futuro ai propri figli, ma combatterono per la libertà e la
democrazia contro gli oppressori e il fascismo.
Oggi, invece, una
classe dirigente apparentemente colta e laureata si sbraca al cospetto delle
compagnie minerarie svendendo territorio, salute e cittadini. Sì, perché di
una svendita vera e propria si tratta.Le compagnie petrolifere che
trivellano in Basilicata guadagnano il 40% in più rispetto a quando trivellano in
Canada o il 65% in più della Norvegia, ricevendo in cambio anche i
ringraziamenti da parte dell'Università di Basilicata e della classe
politica compiacente, incapaci evidentemente di fare un po' di conti,
semplici addizioni e sottrazioni. Matematica a parte il presidente della
Regione ha già esternato il suo pensiero e la sua volontà di trasformare la
regione in una gruviera del petrolio e del gas, con annesse centrali e
discariche di servizio in cambio delle royalites, ossia la piccola parte del
grande guadagno che le compagnie minerarie lasciano alla Basilicata (7 %),
giusto per per far quadrare un po' di conti di bilancio regionale e di
qualche municipio. Consentendo anche assurde aree di franchigie di gas e
greggio che eludono anche la miseria del 7% alle comunità lucane che per
giochetti del genere vengono private delle royalites. Il presidente De
Filippo con queste affermazioni forse non si rende conto di ammettere il suo
fallimento politico nella gestione di una regione che ha ben alte
potenzialità dove la matematica non è più una opinione. E’ giusto allora
tenersi questo presidente e distruggere l’acqua, l’agricoltura e il turismo
o non sarebbe più logico trovare amministratori lungimiranti e più attenti
alla gestione pubblica? I senatori lucani e il presidente De Filippo,
forniscano quindi una plausibile spiegazione su questo mare di denaro
risparmiato dalle compagnie petrolifere e sul loro operato di svendita della
terra lucana per la quale non esiste alcun rogito notarile di loro
proprietà
|