la resistibile ascesa di Silvio B.



Ogg: la resistibile ascesa di Silvio B.

 DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - OBIETTORE ALLE SPESE MILITARI E NUCLEARI

Sulla base del retroterra culturale offerto dalla parabola di Bertolt Brecht, contenuta ne "La resistibile ascesa di Arturo Ui", personalmente proverei ora a spiegare, forse con maggiori possibilità di comprensione, le ragioni, la natura e le caratteristiche del mio "anti-berlusconismo", che evidentemente va a rifiutare l'atteggiamento sempre più diffuso nei nostri movimenti di base per il quale "tutto quanto succede nei cieli della politica istituzionale non ci riguarda, chiunque sia a comandare nel Palazzo il risultato per noi è lo stesso".

L'esperienza storica ci squaderna - credo con indiscutibile evidenza - che il regime hitleriano era cosa ben diversa e terribile della pur corrotta ed iniqua "Repubblica di Weimar".

Allo stesso modo direi che è possibile concepire la plausibilità, dal nostro punto di vista di oppressi e di sfruttati (inclusi molti di quelli che si identificano nella categoria del "proprietario"), di riconoscere che un regime P2ista pienamente dispiegato sarebbe molto peggio di un regime a centralità democristiana (e "partitocratico") quale quello che abbiamo conosciuto sotto la cosiddetta Prima Repubblica.

La persistente transizione post-partitocratica per ora ci conviene rispetto al completamento del progetto berlusconiano.

E questo non da un punto di vista astratto e formale, ma proprio da un punto di vista pratico, concreto, andando a toccare con mano gli spazi di libertà e di agibilità politica che ci sono concessi, i diritti effettivi di cui godiamo, le effettive condizioni di vita con cui facciamo i conti e su cui possiamo innestare le nostre speranze di miglioramento.

Oggi, nella specifica congiuntura politica che si è creata, essere antiberlusconiano per me, attivista "olistico" di movimento, significa una cosa molto precisa: pretendo dalla politica istituzionale che mi venga restituito il diritto di voto nel contesto di elementari condizioni democratiche che mi sono state proditoriamente sottratte.

Mi sembra del tutto inutile andare a votare con questo maggioritario, con i nominati dalle segreterie imposti dall'abolizione delle preferenze, senza tribune politiche perchè vige la comunicazione unica offerta da Mediarai (o Raiset), con le leggi bavaglio che ammutoliscono questa stampa, certamente non indipendente dai centri di potere affaristico, ma pur tuttavia pluralista, con la magistratura condizionata dalle P3 che lascia passare ogni violazione di regola...

Un "governo di transizione" per battere Berlusconi, pur nato sotto l'egida dei "poteri forti" e sostenuto alle spalle da un protettorato europeo, dovrebbe andare per forza di cose in questa direzione, e perciò sarebbe, nel gioco dei rapporti di forza concreti, un interlocutore maggiormente permeabile dalle mie - di movimento - rivendicazioni democratiche. Ed in particolare dalla richiesta: "Voglio votare ma prima dovete ridarmi il proporzionale e le preferenze".

(L'intervento completo nel file allegato)



Allegato Rimosso