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Il
nucleare è cosa buona e giusta. L'undicesimo comandamento suonerebbe così,
secondo l'opuscolo dal messianico titolo Energia per il futuro : quarantasette
pagine di omelia incondizionata a favore dell'energia dell'atomo, confezionate
dalla MAB.q – agenzia che cura la comunicazione dell'Enel – e distribuite urbi
et orbi in allegato con i periodici ufficiali di diverse diocesi italiane, da
Oristano a Trento, da Agrigento a Padova. La benedizione atomica, si legge
nell'opuscolo, arriverebbe proprio dal Pontefice il quale «ha auspicato l'uso
pacifico della tecnologia nucleare». Nessun dubbio: qualche riga più in là
emerge ancora più netto l'orientamento della Chiesa, «la cui posizione ufficiale
in materia è stata espressa dal cardinale Renato Raffaele Martino, presidente
emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace: "La Santa Sede è favorevole e
sostiene l'uso pacifico dell'energia nucleare, mentre ne avversa l'utilizzo
militare"». Seguono quaranta e più pagine di spot cuciti addosso all'idea che
l'atomo sia una scelta salvifica: pulita, sicura, poco costosa, capace di
rinfilare l'Italia dentro i tetti fissati dal protocollo di Kyoto. Peccato che
se e quando si metteranno in moto i reattori nucleari, l'Italia sarà già in
ritardo per il rispetto degli accordi sul clima. Ma tant'è: quale sponsor
migliore, per l'atomico made in Italy, di un viatico religioso? Scopri lo
sponsor I giornali delle diocesi prendono le distanze dai contenuti: non sono
stati loro a redarre l'opuscolo, si sono limitati a ospitarlo come una
pubblicità, anche se in nessuna pagina sta scritto che si tratta di
un'inserzione a pagamento e men che meno da chi è finanziata. Per capire chi in
realtà abbia firmato questa operazione di sdoganamento catto-nucleare, facendola
passare per un'obiettiva e asettica informazione, bisogna scivolare fino
all'ultima pagina. Qui, nel retrocopertina, si scopre che a curare la
pubblicazione è stata tale MAB.q, ermetica sigla dietro cui si nasconde
l'agenzia di comunicazione di Egidio Maggioni, responsabile del Centro Tv
Vaticana, che nel suo portafoglio clienti vanta un intero filone religioso –
Radio Vaticana, Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport, Teleradio Padre Pio,
Azione Cattolica, Comune di Lourdes – ma anche nomi di peso come Fondazione
Cariplo, Regione Lazio ed Enel. Enel, appunto, che della torta nucleare si
accaparrerà una fetta consistente: suoi quattro degli otto reattori che
sorgeranno in Italia. L'Ente nazionale energia elettrica nell'opuscolo figura
più o meno come una comparsa nei titoli di coda, sfuggente, pressoché
invisibile: risulta aver messo a disposizione solo il suo archivio fotografico
ed offerto la collaborazione di un suo esperto, ma è intuibile chi abbia
ispirato il progetto, attraverso il suo braccio operativo Sviluppo Nucleare
Italia. Ed è intuibile che MAB.q sia l'anello di congiunzione tra l'Enel e la
Chiesa. Del resto, quando Radio Vaticana aprì le porte alla pubblicità, è stato
proprio il gigante dell'energia elettrica l'inserzionista di punta. Quanto abbia
fruttato l'allegato ai periodici diocesani non è dato sapere: alcuni di loro, di
fronte alle proteste dei lettori, si sono affrettati a prendere il largo dai
contenuti e a giustificare la scelta con le difficoltà economiche causate
dall'abolizione delle tariffe postali agevolate per la stampa. Nessuna smentita
o distinguo sono arrivati invece dal Vaticano, a cui non potrebbe essere
sfuggita una strumentalizzazione, se di questo si trattasse, delle parole del
Papa, a cui viene attribuita una netta posizione pro-nucleare. Singolare, e
chissà quanto casuale, è poi notare che nella geografia scomposta della
distribuzione del libretto compaiano alcuni fra i territori più accreditati per
l'installazione delle centrali come Oristano, che si candida a ospitare un
impianto nella piana di Cirras, e Agrigento, dove designato sarebbe il centro di
Palma di Montechiaro. Qui, semmai dovessero sorgere, i reattori saranno avviati
con tanto di aspersione dell'acqua santa.