Paolo D'Arpini visita Roma per organizzarvi il prossimo evento spirituale previsto dal 3 all'11 ottobre 2009 - Comunicazione di Servizio Pubblico -



Oggetto: Manifestazione a Roma dal 3 all'11 ottobre 2009 su "Ecologia profonda, Alimentazione naturale, Spiritualità senza frontiere" - con abbinata mostra d'arte e vari spettacoli.

Care Amiche e cari Amici,

il 16 giugno 2009,  dopo almeno 7 anni (forse anche 10) di assenza, sono tornato a Roma.

Ho provato una certa  reticenza ad andare  e solo un forte senso del dovere mi ha spinto a partire ed a resistere alle varie situazioni ed emozioni vissute... alcune in negativo altre in positivo.  Questa discesa nella capitale mi ha convinto della necessità della manifestazione che abbiamo in programma per l'inizio di ottobre ed è per questo che ho partecipato, con un sorriso determinato, all'incontro preliminare tenutosi in Piazza Campitelli con Roberta Perfetti, la gentile segretaria di Umberto Croppi assessore alla cultura del comune di Roma.

Sono ancora frastornato dopo questa visita  in cui ho potuto rivedere la mia città natale, le sue bellezze sconvolgenti, la sua gente e le attività variopinte che vi si svolgono in tutte le strade del centro storico ed anche in periferia. Ed anche la pazzia di situazioni assurde e disumane. La mia accompagnatrice Laura Lucibello mi ha voluto mostrare alcuni aspetti di Roma che nemmeno conoscevo, o forse avevo dimenticato, ho ritrovato un feeling, una familiarità,  con la città e questo mi è sembrato di buon auspicio per la buona riuscita dell’evento che stiamo preparando.

Il processo per coniugare lo spirito naturale, laico o  francescano che sia, con le necessità sociali e mondane di vita quotidiana è stato avviato oggi a Roma  attraverso la buona volontà ed il sorriso di Roberta Perfetti e Laura Lucibello che mi hanno incoraggiato e sostenuto, con la loro semplice presenza e disponibilità, ed   ho provato simpatia umana e vicinanza mentre esponevo il programma per la celebrazione dell’ecologia profonda, dell’alimentazione naturale e della spiritualità senza frontiere come cura risolutiva al malessere  della nostra società fortemente urbanizzata e socialmente scollata.

La manifestazione quindi si farà, nelle date indicate, il luogo non è stato ancora definitivamente  stabilito,  l’ipotesi è fra le Serre di Porta Metronia od il chiostro del convento di SS. Apostoli.  Io personalmente propendo per il chiostro di SS. Apostoli che è in zona storica e mantiene al suo interno un’atmosfera silenziosa e spirituale. Quando stasera siamo entrati a visitare quel luogo immediatamente ho sentito che era il posto giusto per l’incontro che abbiamo in mente… ma prima di dare conferma definitiva ci riserviamo di visitare anche le Serre di Porta Metronia nei prossimi giorni.

La manifestazione prevede una mostra d’arte sul tema della spiritualità, che verrà inaugurata il pomeriggio del 3 ottobre 2009 e subito dopo vi saranno gli interventi istituzionali di apertura del convegno, con  accompagnamento di canti celtici e pianoforte. Seguono gli interventi di introduzione all’argomento trattato e le prime relazioni.  Il 4 ottobre, che è la ricorrenza di San Francesco, cominciando dal mattino, proseguono  gli interventi dei vari relatori, a mezzodì ci sarà un intervallo pranzo nel luogo stesso dell’incontro e nel pomeriggio si conclude  il convegno con  poesie e musica ed altri aspetti ludici.  Per la chiusura della mostra,  che resta aperta sino  all’11 ottobre 2009, è previsto uno “svernissage” con un incontro per riflettere   sulle conclusioni e sul prosieguo del convegno e per finire un rinfresco vegetariano   allietato da  un allegro concertino.

Per promuove l’iniziativa l’assessorato alla Cultura del Comune di Roma  ha promesso un aiuto logistico per la stampa di manifesti ed inviti,  chiunque dei partecipanti al Comitato organizzativo e di coloro che leggono  abbia indirizzi ai quali desidera far recapitare il cartoncino con il programma  è pregato di comunicarli a Laura Lucibello, in modo da sapere quante sono le  stampe richieste.  Il 2 ottobre  2009 è prevista una Conferenza Stampa nella sede dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e chiunque abbia amici giornalisti che  potrebbero essere invitati  comunichi i nominativi sempre a Laura Lucibello.

Anche se ottobre sembra ancora lontano, vi ricordo che il tempo passa e non aspetta, perciò diamoci tutti da fare per ottenere un risultato positivo per la qualità della vita a Roma, un esempio che potrà essere utile anche per altri luoghi….

Grazie per aver letto sin qui, Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano at libero.it

Per ogni  aspetto organizzativo logistico contattare Laura Lucibello: info.apai at virgilio.it


Qui di seguito un documento introduttivo consegnato oggi  alla gentile Roberta.


"Ci sono così tanti doni, mio caro, ancora non aperti dal tuo giorno di nascita. Oh, ci sono così tanti regali fatti a mano, spediti per la tua vita da Dio..." (Hafiz)

Il culto degli antenati in molte delle civiltà antiche è stato il fattore coagulante per la conservazione del senso di comunità. In Cina, ad esempio, era assurto quasi a religione, infatti il confucianesimo non è altro che un sistema morale basato sul rispetto delle norme “gerarchiche” di padre/figlio - sovrano/suddito. In qualche modo questo sistema, che garantisce  un ruolo alle generazioni della comunità,  ha assicurato in oriente come in occidente, una crescita ordinata e rigorosamente etica della società, pur con le pecche di inevitabili eccessi, esso ha mantenuto quel processo solidaristico nato nei clan matristici anteriori, e successivamente trasmesso al patriarcato.

Questa concezione è andato avanti senza grandi sovvertimenti sino all’inizio del secolo scorso momento in cui si è avviata una “rivoluzione di sistema”, una rivoluzione apparentemente incruenta e non specificatamente voluta, ma  il risultato è un repentino mutamento d’indirizzo e la sortita  dei modelli utilitaristici ed esclusivi.
Coincide con l’inizio dell’era industriale e dell’economia di mercato e con la comparsa dei grossi insediamenti urbani, le metropoli., che già avevamo visto l’abbozzarsi  nel modello imperiale di Roma  poi ripreso negli Stati Uniti d’America.

La scintilla del nuovo paradigma sociale ed economico -secondo me- è una diretta conseguenza della grande crisi del 1929 che da una parte costrinse migliaia di famiglie all’urbanizzazione forzata ed all’abbandono del criterio piccolo-comunitario  e all’adozione  di  modelli sociali strumentali. Una nuova programmazione  sociale ed economica basata sulla capacità collettiva di produzione e sul consumo di beni superficiali (coincide con la nascita della Coca Cola, delle sigarette, delle fibre sintetiche, della diffusione di automobili ed altri macchinari). Come ripeto questo modello non fu specificatamente perseguito ma l’inevitabile conseguenza di una accettazione di gestione produttiva “finalizzata” -da parte degli individui operativi- e la demandazione agli organi amministrativi delle funzioni solidali e sociali.

Questo procedimento trovò la sua affermazione anche in Europa  a cominciare dagli anni ‘50 (malgrado le prove generali dei primi del secolo in Inghilterra) e pian piano si espanse al resto del mondo occidentalizzato,  meno che in sacche di  necessaria “arretratezza”  che oggi definiamo “terzo o quarto mondo”.  Ma questo terzo o quarto mondo sta anch’esso pian piano assumendo il modello utilitaristico ed il risultato è il totale scollamento familiare e sociale con l’interruzione dell’agricoltura ed artigianato e venuta in luce di schegge impazzite di società aliena a se stessa. Avviene nelle cosiddette megalopoli di venti o trenta  milioni di abitanti, con annesse baraccopoli e periferie senza fine. La solidarietà interna delle piccole comunità è morta mentre si son venute a stratificare  categorie sociali che hanno poco o nulla da condividere con “l’umanità”.

Nelle grandi città industrializzate e consumiste da una parte c’è la classe dei produttori  “attivi” e dall’altra quella dei cittadini “passivi”,  ovvero i bambini e gli anziani. Lasciamo per il momento in sospeso la discussione degli attori in primis, i cosiddetti produttori ed operatori, e vediamo cosa sta avvenendo nelle categorie passive, degli usufruitori inermi od assisiti.

I bambini sono forse i più penalizzati giacché  verso di  loro è rivolto il maggior interesse redditizio e di sviluppo, sono i “privilegiati” delle nuove formule di ricerca di mercato  ed allo stesso tempo abbandonati a se stessi, in seguito alla totale mancanza di solidarietà interna in ambito familiare e sociale. Con poche prospettive reali di crescita evolutiva in intelligenza ed interessi  futuri, i bambini si preparano ad essere la “bomba” della perdita finale di collegamento alla realtà organico-psicologica tra uomo natura ambiente. Già in essi assistiamo alla quasi totale incapacità di relazionarsi con una realtà sociale e materiale, sostituita da una “realtà virtuale e teorica”.  Ora finché le generazioni che son nate  dagli anni ‘50 sino al massimo degli anni ‘80 sono in grado di reggere il colpo della produzione utilitaristica questa massa di “imberbi passivi” può ancora mantenere una ragione almeno consumistica, dopodiché la capacità di sopravvivenza si arresta ineluttabilmente, assieme al volume operativo dei genitori…..

L’altra categoria, passiva per eccellenza, è quella degli anziani ed invalidi, i pensionati, che sopravvivono senza speranza già sin d’ora, preda di violenze sempre più diffuse, di furti e truffe e di strumentalizzazioni della loro condizione  vittimale (perseguita da enti ed associazioni che sorgono per “proteggerli” dagli abusi….).  Nella società solidaristica antecedente  gli anziani avevano una precisa ragione sociale nella trasmissione della cultura e delle esperienze necessarie alla vita, convivendo in ambiti familiari in cui non c’era separazione fra bambini, giovani e vecchi.  Ora gli anziani son d’impiccio e finché possono arrangiarsi da soli, bene, poi diventano oggetto di mercato per gli assistenti sociali, per gli ospizi e  per colf spesso senza scrupoli o finti operatori assistenziali che mungono alle loro misere pensioni, inoltre -recentemente-  son sempre più vittime di “enti morali” fasulli e ladri. E questo perché gli anziani non hanno più  posto né tutela nella società.

Ma, qui vorrei porre un punto interrogativo, come faranno i quarantenni di oggi a garantirsi la sopravvivenza se la struttura sociale è così degradata?  I quarantenni di oggi saranno ancor meno assistiti sia dalla società che dai loro stessi figli e -mi vien da dire- sarà proprio per questo inconsapevole sospetto che molti rifiutano di aver figli e si atteggiano ad eterni “ragazzi”.  Oggi si è  “giovani di belle speranze” sino a cinquant’anni (ed oltre) e poi improvvisamente si precipita nell’inferno dell’anzianità e dell’abbandono…..  Insomma “finché ce la fai a barcamenarti con le tue forze bene e poi ciccia al culo!” Forse siamo ancora in tempo a prendere coscienza di ciò ed attuare una repentina inversione di marcia prima del precipizio…..

La soluzione -secondo me- sta nel superamento dei  modelli consumistici e dello schema familiare di coppia moderna, in primis, per ritrovare in una socialità allargata nuove espressioni  per la solidarietà umana, contemporaneamente abbandonando l'ampliamento dei grandi agglomerati urbani  e rinunciando ai parossismi culturali (musiche preconfezionate, televisioni, sport idioti, giochetti virtuali, etc) in modo da  ricreare in noi lo stimolo primario della gioia di vita e la capacità creativa  per   produrre qualcosa  che abbia lo spirito  del necessario e del bello. Insomma si parla ancora di ecologia profonda e di spiritualità laica.
Paolo D’Arpini

Altre informazioni in URL: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/13/roma-dal-3-all11-ottobre-2009-%e2%80%9cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere%e2%80%9d/
Allegato Rimosso