Finlandia:Pericolo nucleare-fermate quel reattore



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Pericolo nucleare: fermate quel reattore
L’autorità di sicurezza nucleare STUK ha giudicato il reattore Epr a 
Olkiluoto, in Finlandia, non conforme ai principi di sicurezza nucleare. 
Greenpeace, quindi, chiede la revoca dell’autorizzazione. Il nostro senato, 
intanto, discute la costruzione di impianti in Italia, anche se gli italiani si 
dichiarano contrari all’atomo. E l’interesse pubblico?



 

  
di Alessandra Profilio



L’autorità di sicurezza nucleare STUK ha giudicato il reattore Epr a 
Olkiluoto, in Finlandia, non conforme ai principi di sicurezza nucleareIl più 
grande prototipo nucleare mai realizzato, a Olkiluoto in Finlandia, è 
pericoloso. 

È quanto si legge in una lettera inviata dall’autorità di sicurezza nucleare 
STUK lo scorso dicembre al costruttore francese AREVA e di recente resa nota 
dalle tv finlandesi. 

“Con la presente esprimo la mia grande preoccupazione per l’assenza di 
progressi nella progettazione dei sistemi di automazione della centrale 
nucleare di Olkiluoto 3 […]. Non vedo nessun reale avanzamento nella 
progettazione dei sistemi di controllo e protezione. In assenza di un progetto 
adeguato, che soddisfi i principi basilari della sicurezza nucleare, e che 
derivi in modo razionale e trasparente dai concetti presentati come allegato 
alla richiesta di licenza di costruzione, non vedo alcuna possibilità di 
approvare per l’istallazione tali importanti sistemi. Ciò vorrebbe dire che la 
costruzione si arresterebbe e che non sarebbe possibile iniziare a 
commissionare i test. (…)

I sistemi della massima importanza per la sicurezza devono essere progettati 
da Areva NP SAS, ma sfortunatamente l’attitudine o mancanza di conoscenze 
professionali di qualcuno, che alle riunioni di esperti parla a nome di tale 
organizzazione [Areva NP SAS], impedisce di fare progressi nel risolvere tali 
preoccupazioni. Ne deriva che ovvi errori di progettazione non sono stati 
corretti e che non abbiamo ricevuto la documentazione progettuale con 
informazioni adeguate e requisiti progettuali verificabili (…).”

Ecco cosa scrive il direttore generale della Stuck, Jukka Laaksonen, alla 
presidente di Areva, Anne Lauvergeon, in merito al reattore EPR (reattore 
nucleare europeo ad acqua pressurizzata) che il gruppo nucleare francese sta 
realizzando (con tre anni di ritardo, oltre il 50% di extracosti già accumulati 
e 2.100 “non conformità” tra progetto e realizzazioni in cantiere 
registrate). 



Greenpeace chiede la revoca dell’autorizzazione alla costruzione del 
reattoreAlla luce dei dati rilevati dall’autorità di sicurezza nucleare, 
Greenpeace chiede la revoca dell’autorizzazione alla costruzione del reattore.

Presupposto basilare per l’autorizzazione (data nel 2005) avrebbe dovuto 
essere, infatti, l’adeguamento del progetto dei sistemi di controllo ai 
regolamenti in materia di sicurezza nucleare. 

“Abbiamo dato l’allarme già nel 2005 sul fatto che la progettazione del 
prototipo francese era inadeguata e che l’adeguatezza alle norme di sicurezza 
nucleare non era provata”, ha detto Lauri Myllyvirta responsabile della 
campagna energia di Greenpeace in Scandinavia, “AREVA ha approfittato dell’
atteggiamento naif delle autorità finlandesi e ha preso scorciatoie in ogni 
fase della costruzione”.

Secondo l’associazione, la situazione è inammissibile in quanto i sistemi di 
controllo elettronico sono tra le componenti essenziali di una centrale 
nucleare: servono a controllare tutto in un reattore – dai livelli di potenza 
alle barre di controllo e al sistema di raffreddamento – e sono pertanto 
fondamentali per la sicurezza dell’impianto. 



I cittadini italiani il nucleare non lo vogliono. È quanto emerso da un 
sondaggio dell’Eurispes La notizia, peraltro, dovrebbe preoccupare non solo i 
finlandesi ma anche altri Paesi, tra cui il nostro: “Areva non manca mai di 
propagandare a tutto il mondo che il suo reattore mai completato è sicuro ma, a 
quanto pare, le strutture di sicurezza essenziali esistono solo nei depliant 
pubblicitari. Questo caso dovrebbe dare la sveglia anche agli altri Paesi che, 
come l’Italia, pensano di adottare questa tecnologia e fare affari con Areva”, 
afferma Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.

I cittadini italiani, però, sono già svegli ed il nucleare non lo vogliono. È 
quanto emerso da un sondaggio dell’Eurispes che ha presentato un questionario 
scritto ad un campione di 1.118 persone rappresentative dell’intera popolazione 
nazionale. Nonostante la propaganda del governo, il 47,5% degli italiani resta 
contrario ad un ritorno del nucleare, contro il 38,7% dei favorevoli, ma di 
questi l’8% è per il sì a patto che gli impianti siano lontani dalla zona in 
cui vive. Il 5% del campione si dichiara, invece, indifferente. Le principali 
motivazioni del “no” sono i rischi insiti nell’energia atomica (27%) ed i tempi 
lunghi che essa comporta (18%).

Gli italiani, dunque, sono contrari all’atomo. 

Eppure, proprio nelle ore in cui in Senato si discute il Ddl 1195 sul ritorno 
del nucleare, una notizia di interesse pubblico come l’opinione degli italiani 
in merito, viene sommersa da fiumi di parole riguardanti la soap opera di 
Silvio Berlusconi e consorte che, come significativamente titola Il Manifesto, 
“hanno rotto”.