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Stoppani, il dossier della vergogna "Così hanno
avvelenato Cogoleto"
L´atto d´accusa nella perizia di 236 pagine per il
tribunale
MARCO PREVE
«In estrema sintesi, le terre e le acque
circostanti l´ex insediamento industriale sono tuttora fortemente inquinate di
cromo totale, cromo esavalente e, in proporzione minore, di vanadio». E´ quasi
un verdetto, quello che scrivono le 236 pagine della relazione del professor
Paolo Prati dell´Università di Genova, cui è stata affidata dal giudice Luisa
Carta la perizia del processo Stoppani, che vede imputati per disastro
ambientale cinque persone.
La perizia del docente di fisica può essere
considerato l´atto tecnico conclusivo sulle condizioni di una delle fabbriche
più inquinanti d´Italia. Il documento è stato depositato nei giorni scorsi e
sicuramente aumenta le speranze di condanna del pm Francesco Albini Cardona,
così come delle parti civili, tra le quali i comuni di Cogoleto e Arenzano in
primis (rappresentati dagli avvocati Stefano Savi e Micaela Calzetta).
Nelle
risposte ai cinque quesiti formulati dal giudice, il professor Prati, coadiuvato
dal collega Federico Mazzei, fissa per il processo, ma anche per la storia, le
attuali condizioni di terre ed acque, analizza quantità e pericolosità degli
inquinanti, spiega che le sostanze sono frutto delle lavorazioni della fabbrica
e che la devastazione ambientale è conseguenza delle inadempienze dei
responsabili dello stabilimento cui gli enti locali avevano affidato una parte
di bonifica. «La condotta dell´Azienda risulta tardiva, omissiva e
inadeguata... Stoppani ha messo in opera solo alcuni limitati interventi di
messa in sicurezza - dice il perito - in particolare relativi alla falda
acquifera, dilazionando continuamente e senza un reale motivo tecnico, l´avvio
delle operazioni di bonifica che risultano ancora oggi quasi integralmente da
effettuare». Interventi che si protrarranno per anni e che come è ormai noto
avranno un costo di 900 milioni.
Il dossier Stoppani è frutto di sette mesi
di indagine, attraverso ispezioni e campionamenti, e l´analisi di precedenti
studi e documenti. Secondo Prati, nei «terreni della fabbrica, nella zona di
pian Masino, nella parte terminale del torrente Lerone, nell´arenile e nello
specchio di acqua marina prospiciente, è tuttora presente un diffuso ed
elevatissimo inquinamento di cromo totale ed esavalente».
Alcuni dati sono
agghiaccianti. Nel terreno dell´area industriale i valori di cromo esavalente
riscontrati sono 25mila parti per milione (ppm) quando i limiti di legge sono
di15 ppm. Nei sedimenti marini il valore è di 10mila ppm mentre non dovrebbe
superare i 1350 ppm. Per le acque sotterranee, prima del 2003 (prima
dell´entrata in funzione della barriera idraulica), le concentrazioni di cromo
esavalente erano di ben 100 000 (centomila) volte eccedenti il limite. Quanto
alla falda acquifera sottostante il torrente Lerone siamo 6mila volte superiori
ai limiti. E anche se Prati sottolinea come l´inquinamento fosse decisamente più
marcato all´epoca delle contestazioni in imputazione - cioè fino al 2002- , e
che la situazione è mutata dopo che lo Stato ha preso possesso dell´area con il
commissario ad hoc, il perito ricorda che «un inquinamento da cromo esavalente
(80 microgrammi litro) è stato misurato nel maggio 2008 nelle acque di falda in
prossimità della cava di Molinetto. L´entità del fenomeno potrà essere
determinata solo con un monitoraggio prolungato nel tempo».
Se poi ancora
qualcuno avesse dei dubbi sul pericolo per «l´incolumità pubblica delle persone,
per la vita delle specie faunistiche e per l´ambiente marino», la risposta al
quarto quesito da parte del perito è drammaticamente chiara: «Il cromo
esavalente è universalmente riconosciuto come una sostanza sicuramente
cancerogena e la sua presenza nell´ambiente, nelle quantità più volte descritte,
costituisce un notevole pericolo per la salute umana e la vita delle specie
animali e vegetali». Il processo Stoppani, con la testimonianza del luogotenente
della finanza Tommaso Somma, che ha indagato per anni sullo stabilimento,
riprende a
febbraio.
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