L´Autorità francese della pubblicità condanna Areva:«Il nucleare non è pulito»



da greenreport.it

09/01/2009 Energia 
  
  L´Autorità francese della pubblicità condanna Areva:«Il nucleare non è 
pulito» 
   
LIVORNO. L´Autorité de régulation de la publicité (Arpp) francese da dato 
ragione a "Les Vertes": lo slogan pubblicitario utilizzato negli ultime 
settimane dal gigante nucleare Areva "L´énergie au sens propre" deve essere 
ritirato. Lo slogan di Areva si basa sui diversi significati che in francese 
prende la parola "propre" (pulito, proprio, stesso, particolare) e secondo i 
Verdi «è stato concepito per ingannare il pubblico facendogli credere che 
l´energia nucleare è pulita, dall´estrazione dell´uranio al ritrattamento delle 
scorie».

Per questo, alle fine del dicembre 2008, il partito ecologista francese si 
era rivolto al jury per la deontologia dell´Arpp perché vietasse «l´utilizzo da 
parte dell´impresa dello slogan: Areva, l´énergie au sens propre» che Areva 
aveva adottato nell´ultimo trimestre del 2008. La cosa abbastanza singolare è 
che l´agenzia pubblicitaria che ha curato la campagna di Areva è membro 
dell´Arpp, ma questo non ha impedito all´Agenzia di vigilanza di «ricordare ad 
Areva ed alla sua agenzia gli impegni presi dai professionisti della pubblicità 
con la Carta» per una pubblicità eco-responsabile firmata nell´aprile 2008 
sotto l´egida di Jean-Louis Borloo, il ministro dell´ecologia francese. 

Secondo l´Arpp, «lo slogan utilizzato da Areva è contrario alle regole 
fissate dall´Autorità nelle sue raccomandazioni "Développement durable et 
arguments écologiques"». L´intervento dell´Arpp non è coercitivo e rappresenta 
una mediazione, ma ad Areva, per evitare una brutta figura, non è rimasto altro 
che ubbidire e sospendere la sua pubblicità: "L´énergie au sens propre". «Areva 
e la sua agenzia hanno scelto di non utilizzare più questo slogan, e di questo 
l´Arpp si felicita».

Un portavoce di Areva ha confermato all´Afp che il gigante nucleare «Sospende 
il suo slogan, par calmare le preoccupazioni ma senza rinunciarvi. L´Arpp in un 
primo tempo aveva autorizzato la pubblicità». 
Ma ora l´agenzia di controllo della pubblicità ha accolto la tesi dei Verdi: 
«Questo slogan lascia pensare che il nucleare è un´energia pulita, termine 
comunemente impiegato per le energie rinnovabili e non appropriato per 
l´atomo».

Ma Les Vertes non sono ancora soddisfatti, per loro questo risultato «non è 
chiaramente soddisfacente» e chiedono che l´Arpp «prenda una decisione ferma 
condannando molto chiaramente lo slogan "L´énergie au sens propre" di Areva e 
ottenga il suo ritiro definitivo ed immediato di tutti i documenti che lo 
menzionano e che invii un avviso pubblico all´agenzia di comunicazione che ha 
consigliato ad Areva la concezione di questa campagna».

LArpp risponde ricordando le vittorie già ottenute in battagli di questo 
tipo: la Bmw ha dovuto modificare il suo slogan ufficiale "Le plaisir est une 
énergie renouvelable" (il piacere è un´energia rinnovabile) con " Un plaisir 
toujours plus responsable" (un piacere sempre più responsabile); Gaz de France 
ha dovuto sostituire lo slogan "Une énergie durable entre nous" (un´energia 
sostenibile tra noi) con "Une énergie nouvelle entre nous" (un´energia nuova 
tra noi). 

Ma la battaglia dell´informazione e del green-washing del nucleare francese 
non si ferma qui: anche "Sortir du nucléaire" si è rivolto al Jury dell´Arpp 
per segnalare la pubblicità, mascherata da articolo redazionale pro-nucleare, 
che Areva ha fatto sulle riviste per ragazzi Science et Vie Junior, Image doc, 
Les Clés de l´actualité, e Les Clés de l´actualité Junior (che si sono 
immediatamente scusati ammettendo l´errore).

«Il contenuto di queste pubblicità mascherate, redatte da Areva, è 
unilateralmente pro-nucleare. Leggendole, si può effettivamente credere che i 
reattori nucleari siano senza pericolo, che il problema delle scorie 
radioattive sia risolto, che il nucleare è un´energia "pulita", e non si sa 
nulla delle gravi contaminazioni della filiera nucleare, delle miniere di 
uranio, fino ai cantieri di smantellamento. Fino a qui, niente di sorprendente: 
è la disinformazione abituale diffusa da Areva nelle sue pubblicità. Ma, con la 
sua campagna condotta nelle riviste per giovani, Areva fa avallare i suoi 
discorsi da questi settimanali, che in più è un utilizzo di metodi 
ingiustificabili, ingannando i giovani. E´ necessario che queste pratiche 
vengano condannate e che delle rettifiche sostanziali ed esplicite vengano 
inserite nelle riviste coinvolte».