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Newsletter Utopie Concrete
- Subject: Newsletter Utopie Concrete
- From: segreteria at utopieconcrete.it
- Date: Fri, 4 May 2007 18:40:36 +0200
Perché ancora i sindacati? - Intervista a Oskar Negt Intervista realizzata da Karl-Ludwig Schibel a Oskar Negt (*) Dal 18 al 20 maggio 2007 torna Terra Futura di cui l'Agenzia Fiera delle Utopie Concrete è partner: la Fortezza da Basso, a Firenze, ospiterà la quarta edizione della mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Parlerà Sabato, 19 maggio nella sessione della mattinata del programma culturale comune Oskar Negt, rappresentante della Scuola di Francoforte che ha unito nel suo pensiero la filosofia e la sociologia e trovato anche in Italia grande attenzione con “Scienza operaia nella società tecnologica” (1973). L’intervista di Karl-Ludwig Schibel parte dal suo contributo ad un discorso critico solidale sul futuro dei sindacati pubblicato in Germania sotto il titolo provocatorio “Perché ancora i sindacati?”. Negt riprenderà il tema della dignità del lavoro e del ruolo dei sindacati nella globalizzazione nel suo contributo a Terra Futura. Nel tuo panfleto “Perché ancora i sindacati” chiedi un mandato allargato d’interesse dei sindacati che recepisca i conflitti nei quartieri, le iniziative dei comitati civici o anche le iniziative per la pace. Parli delle “esperienze di questi ambiti di conflitti quotidiani” come “materia prima di campi d’azione socio-culturali che sarebbero da coltivare dai sindacati”. Negt: Mi sembra che sta per crescere nei sindacati una consapevolezza che la definizione riduttiva degli interessi dei membri, legati esclusivamente alla realtà aziendale, non per ultima causa della crescente disoccupazione e di una politica della riduzione del tempo di lavoro, assottiglia sempre di più la base per. Per questo ci vuole un allargamento entrare in contatto e comunicare con le persone, della base organizzativa. Conosco troppo poco l’Italia ma per la Francia posso dire che lì incontriamo un radicamento dei sindacati alla base che si estende sempre di più a delle esperienze nella vita quotidiana dei colleghi. Appare essere in crescita l’attenzione dei sindacati sull’estensione dell’orizzonte di interessi e del mandato d’interesse sulla realtà fuori dalle aziende almeno in Germania e in Francia. Il rapporto del sindacato con la questione ecologica era teso fin dall’inizio. Sono forti le indicazioni che i cambiamenti climatici potrebbero diventare la sfida centrale di questo secolo. La questione ecologica rimarrà per i sindacati un campo secondario d’azione? Negt: Domanda difficile perché chiama in causa un rapporto infatti precario tra economia ed ecologia, tra la salvaguardia dei posti di lavoro e che cosa significa per la protezione dell’ambiente. Credo che solo quando cambieranno i sindacati e quando troveremo soluzioni per i problemi della società del lavoro anche le questioni ecologiche, centrali per l’umanità, saranno risolvibili. Attualmente però l’emergenza dei posti di lavoro è dominante e anche il ruolo infelice degli Stati Uniti per quanto riguarda il Protocollo di Kyoto è fondato sul fatto che la situazione sociale in questo paese si è acutizzata drammaticamente nell’ultimo decennio. Però anche i problemi ambientali incidono direttamente sul benessere. Il traffico motorizzato individuale sotto casa ha un effetto incisivo sulla qualità di vita e sulla salute, forse di più delle condizioni di lavoro. Negt: Questo ha a che vedere con l’attuale forma di capitalismo. La riduzione per esempio degli spazi di magazzino delle imprese e il loro spostamento sui camion che girano per strada con delle forniture just in time aumenta il traffico delle merci, aumenta le emissioni. Un tale fenomeno non è regolabile con dei pedaggi, ma tocca invece direttamente la questione dell’intero sistema. E’ un impulso nel mio pensiero e nei miei contributi pubblici di reintrodurre e rendere accessibile al dibattito la questione del sistema e l’impressione è che i sindacati abbiamo un’attenzione e una consapevolezza più sveglia e aperta a tale proposito che non dieci anni fa. Se ho capito bene stai constatando un allentamento dei sindacati tedeschi dal partito Social-Democratico? Negt: Mi sembra che il rapporto tra i social-democratici e i sindacati si è rotto e rimarrà tale per un lungo periodo di tempo. Hanno avuto un ruolo importante l’Agenda 2010 di Gerhard Schröder, la riforma sanitaria ma anche molte altre cose. Naturalmente tutte le figure apicali nei sindacati continuano ad essere social-democratici ma la distanza dei leader sindacali dalla da questo partito è cresciuta dal ’98 in poi. Non sei triste più di tanto di questo allentamento del legame tra sindacati e partito social-democratico? Negt: No, per niente. Sono comunque convinto che la forma partitistica della protesta non conduce veramente a dei movimenti efficaci. Ritengo possibile e anche necessario di rafforzare le forze extra-parlamentari e questo vale per i sindacati come anche per i comitati civici e altre forme di organizzazione. Le forze extra-parlamentari devono radicarsi di più e aumentare il proprio ruolo, per poi rivolgere la propria attenzione sulle forze parlamentari. Attualmente sono così impotenti e deboli, lottano con la schiena contro il muro, che lo smantellamento di certi diritti sociali incontra pochissima resistenza. Sarebbe la mia speranza che i sindacati potrebbero diventare il centro dei movimenti extra-parlamentari. La differenza tra i sindacati ed altre organizzazioni d’interesse per te sta nel concetto di “solidarietà”? Negt: I sindacati a lungo termine devono mettere in prima linea il concetto della solidarietà e della giustizia di distribuzione. Sono elementi costitutivi della storia di questa organizzazione ai quali non va rinunciato, pena la perdita della propria identità e legittimità. I sindacati non possono interpretarsi come un’organizzazione qualsiasi di interesse di categoria, si tratta di organizzazioni storiche che esistono da quando esistono le persone che non sono in grado di aiutare se stesse, che hanno bisogno di forme collettive di organizzazione. Sono infatti convinto che il problema della solidarietà è molto grande, anche se a volte è coperto o sembra sparito si ripresenterà, irromperà sempre di nuovo, si riaffermerà che i sindacati sono un’organizzazione di solidarietà e non un’organizzazione di clientela. (*) Prof. Dr. Oskar Negt Il filosofo sociale Oskar Negt ha studiato legge e filosofia a Göttingen, laureandosi con Theodor W. Adorno nel 1962. In seguito è stato assitente di Jürgen Habermas e mentore del movimento degli anni Sessanta, prima di prendere la cattedra di Sociologia all’Università di Hannover dove ha insegnato fino al 2002. E’ fondatore della “Glocksee-Schule” uno delle poche scuole alternative in Germania. Politicamente vicino ai sindacati è oggi uno degli intellettuali tedeschi più ascoltato, che analizza partendo dalla Teoria Critica della Scuola di Francoforte le prospettive di riconquistare la dignità del lavoro nell’era della globalizzazione. Foto © Steidl Verlag Per non ricevere più la newsletter invia un messaggio a coordinamento at climatealliance.it soggetto:cancellami
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