Comunicato Notriv del 04/05/07



Ieri  giovedi 03 maggio 2007

Radio1 Rai nella trasmissione "La radio ne  parla"  di Ilaria Sotis ha
discusso la questione delle trivellazioni gas petrolifere nel Val di Noto.

Abbiamo ascoltato l'Assessore ai Beni Culturali ed Ambientali Lino Leanza
dire quello che Noi continuiamo a dire da anni,ovvero:

 - che la Sicilia ha imboccato un Modello di Sviluppo incompatibile
con le Ricerche e Perforazioni per la ricerca di Idrocarburi;
 -che i siciliani sono stanchi del continuo saccheggio ai danni del
proprio territorio,
 -che Priolo, Milazzo e Gela sono una piaga ancora aperta nel
corpo
della Sicilia  e che gridano vendetta e che sono errori da non ripetere;
 -E  soprattutto la Regione sta, finalmente, preparando un testo di
legge che metta la parola  FINE a questa vicenda: legge, che a dire dell'
Assessore, dovrebbe essere approvata entro giugno 2007.

Questa legge dovrebbe tutelare, in particolare, i siti UNESCO.
Speriamo che i nostri legislatori non si divertano a fare giochetti sull'
ambiguità della denominazione "siti Unesco" e che invece tengano conto che
tutto il territorio del Val di Noto è da preservare.

Anzi a voler essere precisi il continuare a cercare  idrocarburi appare
oramai una scelta anacronistica dovunque essa sia fatta. Infatti  tutto il
mondo va verso l'utilizzo delle energie rinnovabili con l'uso di
tecnologie appropriate che oramai sono una realtà ( Biocombustibili, energia
solare,
mini-eolico, biomasse, ecc.), mentre l'Italia è in forte ritardo e viene
multata dalla UE per non incentivare abbastanza l'impiego delle energie
rinnovabili( multa pagata dai cittadini).

A questo punto dal Parlamento Regionale ci aspettiamo una legge seria,
votata a VISO APERTO, e non il solito compromesso politico. Non accetteremo
contentini.

In ultimo, all'Avv. Raimondi, rappresentante della Panther Eureka, ci
sentiamo di
rispondere che il fatto che la Sicilia sia martoriata da 50 anni di
estrazioni di idrocarburi per il fabbisogno energetico nazionale, non
significa che da oggi le popolazioni locali non abbiano il diritto di dire:
"ADESSO BASTA!!!".