promemoria per una nuova legge urbanistica: il consumo di suolo



 da  Eddyburg

Promemoria per una nuova legge urbanistica/1. Consumo di suolo
Data di pubblicazione: 02.06.2006

Autore: Salzano, Edoardo

Il Giornale dell?Architettura pubblica l?articolo come ?controeditoriale? del
numero di giugno 2006, aprendo una tribuna sulla nuova legge urbanistica

Con le elezioni politiche di aprile sono caduti i progetti di riforma della
legge urbanistica del 1942 che erano stati discussi, talvolta molto
aspramente, nel corso della precedente legislatura. Spetta ora al nuovo
parlamento il difficile compito di formulare una nuova proposta di legge. Il
Giornale dell?Architettura ha chiesto ad alcuni urbanisti di primo piano di
segnalare un punto (e uno solo) che il futuro legislatore non dovrà
dimenticare. Apre la discussione Edoardo Salzano.
C?è un argomento sul quale l?Italia registra un enorme ritardo rispetto ad
altri Stati europei; un argomento sul quale una legge che riguardi il governo
del territorio (o una sua componente importante, la pianificazione urbanistica
e territoriale) dovrebbe pronunciare regole chiare, tassative, non
negoziabili: il consumo di suolo. In Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna,
Olanda, come in diversi Stati e città degli Usa, i governi si sforzano di
contrastare il consumo di suolo. In Italia, dove già dagli anni cinquanta ai
settanta abbiamo devastato gran parte del territorio di pianura, di valle e di
costa, non si sa neppure che cos?è. Se abbondano studi qualitativi sulla
«città diffusa» e sulla «dispersione insediativa», non si sa quanto terreno
venga occupato ogni anno da lottizzazioni ed espansioni urbane, ville e
villette, capannoni e discariche, strade e piazzali, discoteche e factory
outlets. Da noi nessuno sa, né si preoccupa di sapere, quanto terreno viene
sottratto all?agricoltura, alla percolazione dell?acqua piovana, all?azione
della clorofilla e del sole, al ciclo biologico. Così come del resto non si sa
quanti elementi del patrimonio storico vengono cancellati nella distrazione
generale.
La mancanza di dati sui quali basare appropriate politiche rivela un
disinteresse profondo per la questione. Eppure, per chiunque è evidente che il
consumo di suolo aumenta ogni anno, per effetto dell?«anarchia urbanistica»,
come l?ha definita Carlo Azeglio Ciampi. Un?anarchia che è certamente prodotta
in parte consistente dall?abusivismo, e dalla miopia aziendalistica con la
quale i vari corpi statali e parastatali hanno progettato e realizzato le
infrastrutture e gli altri oggetti di competenza pubblica. Ma un?anarchia che
è generata, sempre più spesso, anche da una pianificazione urbanistica più
sensibile agli interessi immobiliari che alla tutela delle risorse comuni.
Voglio citare un raffronto significativo, che dà un?idea della dimensione del
problema. In Germania il governo Kohl (che certamente «comunista» non era)
pose nel 1998 l?obiettivo di non investire ogni giorno nell?urbanizzazione più
di 30 ettari, e l?obiettivo è oggi largamente rispettato. Significa che per
ogni cittadino tedesco si consumano 1,34 mq di nuovo suolo all?anno. Per
l?Italia riferiamoci al Prg recente di una grande città, quello di Roma:
15.000 ettari di nuove aree sottratte alla natura, una previsione decennale di
6 mq all?anno per ogni cittadino. Più di 4 volte tanto. Non credo che
un?analisi di altre città italiane, al Sud al Centro e al Nord, darebbe
risultati troppo diversi: ma chi fa i conti dello spreco di territorio?
A me sembra che una nuova legge nazionale sul territorio dovrebbe decretare,
in primo luogo, che nuovi impegni di suolo a fini insediativi e
infrastrutturali siano consentiti esclusivamente qualora non sussistano
alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle
infrastrutture esistenti. Dovrebbe poi precisare che gli strumenti di
pianificazione non possono consentire nuove costruzioni, né demolizioni e
ricostruzioni, né consistenti ampliamenti, di edifici, se non strettamente
funzionali all?esercizio dell?attività agro-silvo-pastorale, nel rispetto di
precisi parametri rapportati alla qualità e all?estensione delle colture
praticate e alla capacità produttiva prevista.
Nella nuova proposta di legge per la pianificazione della città e del
territorio che il sito Eddyburg.it ha proposto, questo tema viene
ulteriormente sviluppato e precisato. Naturalmente, nel quadro della
riaffermazione di principi di carattere generale in assenza dei quali il
controllo del consumo di suolo resterebbe un?utopia: la titolarità pubblica
della pianificazione, l?assunzione di quest?ultima come metodo generale per il
governo del territorio, il diritto alla città e all?abitare, la partecipazione
e la condivisione delle conoscenze.

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